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Il pagellone della Lazio stagione 2023/2024

La Lazio ha chiuso la stagione 2023/2024 al settimo posto, qualificandosi per la prossima Europa League. L'annata è stata deludente sotto molti punti di vista e ha portato alle dimissioni di Sarri, con Tudor chiamato a sostituirlo

Con il pareggio casalingo contro il Sassuolo, fra i fischi dell’Olimpico, si è chiusa la stagione 2023/2024 della Lazio, terminata al settimo posto, sufficiente per accedere alla prossima Europa League.
L’unico punto positivo dell’annata è stata la qualificazione alla competizione europea, ottenuta grazie a una combinazione favorevole per le squadre italiane, derivante dal ranking UEFA dell’Italia, che ha portato cinque squadre in Champions League, liberando così un posto per l’Europa League, agguantato in extremis proprio dalla Lazio.
Perciò, quella che doveva essere la stagione del salto di qualità si è trasformata in un flop clamoroso, portando anche alle dimissioni di Sarri.

Dopo il secondo posto dell’anno scorso, il tecnico non è riuscito a continuare nel suo progetto tattico, principalmente a causa di differenti vedute con la Società, rappresentata da Lotito, che come da 20 anni a questa parte ha gestito il mercato per la Champions League seguendo i suoi tempi, con i nuovi innesti arrivati quasi all’inizio del campionato. Perciò la stagione opaca ne è stata una diretta conseguenza che è stata una lenta agonia, con alcuni momenti positivi nel percorso in Champions League come la partita contro il Bayern Monaco negli ottavi di finale e la vittoria nel derby di Coppa Italia. Tuttavia, dopo l’ennesima sconfitta all’Olimpico contro l’Udinese, sono arrivate le dimissioni di Sarri, con la panchina affidata a Igor Tudor.

Il nuovo tecnico ha battuto la Juventus, ma nella partita che avrebbe potuto rendere meno amara la stagione, ovvero il derby, ha schierato una formazione che metteva in discussione i giocatori e le poche cose positive viste fino ad allora, concedendosi alla Roma.
In seguito la gestione finale di Tudor ha portato i punti necessari per qualificarsi all’Europa League, ma ha lasciato aperti molti interrogativi sul futuro, con una tifoseria delusa, lontana anni luce dal clima di festa generato da Sarri un anno fa con quel miracoloso secondo posto.

Ivan Provedel 6.5

La sua stagione verrà ricordata soprattutto per il folle goal all’ultimo secondo della sfida di Champions League all’Olimpico, che è stato fondamentale per agguantare il pareggio contro l’Atletico Madrid dell’ex Simeone.
Nel proseguo della stagione ha anche avuto passaggi a vuoto come il clamoroso errore nella sfida interna contro il Bologna, con l’assist involontario a gol di El Azzouzi. Contro l’Udinese, nell’ultima gara dell’era Sarri, nel disperato tenativo di pareggiare l’incontro ha provato a replicare l’impresa di Champions, ma ci ha rimesso la caviglia che l’ha costretto al forfait per più di due mesi.

Chrīstos Mandas 6.5

Il suo esordio è stato nel derby di Coppa Italia vinto grazie al rigore di Zaccagni. Non è stata una partita semplice, ma ha dimostrato di cavarsela bene e di non temere la pressione.

Successivamente, ha approfittato dell’infortunio di Provedel per mettersi in mostra e mostrare il suo futuro potenziale.

 

Luca Pellegrini 5.5

Questa doveva essere la stagione della consacrazione sotto la guida di Sarri, ma la sua scarsa propensione a difendere lo ha fatto scivolare nelle gerarchie, anche dietro ad Hysaj.

Il suo minutaggio non è aumentato né dopo il gol al Friuli di Udine, né con il cambio di allenatore.

Patric Gabarrón Gil 6.5

Con Sarri, lo spagnolo è diventato un giocatore vero, un difensore di livello, e uno dei pochi della vecchia guardia a rimanere al fianco del Comandante.

Ha accusato qualche infortunio e, quando è stato assente, la sua mancanza si è fatta sentire.

 

Alessio Romagnoli 5

Se la difesa della Lazio, da un anno all’altro, è passata dall’essere un muro a un colabrodo, è anche colpa del rendimento molto al di sotto delle aspettative del centrale di Anzio.
La sua involuzione potrebbe essere dovuta a accordi disattesi con la Società, ma, accordi o no, la Lazio ha fallito la stagione e lui ha fallito anche nella partita che poteva in qualche modo salvarla, cioè il derby di ritorno. In quell’occasione, su azione d’angolo, si è fatto sovrastare da Mancini, che ha poi segnato il gol della vittoria, esponendo il pubblico laziale nel finale ad un’umiliazione che non meritava.

Nicolò Casale 4

Quest’anno aveva la testa da un’altra parte e dovrebbe spiegarlo ai tifosi, perché sinceramente questa caduta non era pronosticabile dopo la bella stagione scorsa.

La situazione non è migliorata neanche con Tudor, che lo aveva lanciato ai tempi del Verona, mettendolo nel mirino di Sarri e della Lazio.

 

Elseid Hysaj 4.5

Anche in questa stagione non sono mancate le sue clamorose topiche.

Dalla sua parte ha sempre avuto l’attitudine di lavorare con Sarri, che ha illuso la società, colpevolmente distante dalle questioni di campo, facendole credere che non fosse necessario intervenire nel suo ruolo.

Mario Gila 7.5

Una delle poche note liete di questa stagione.
L’anno scorso sembrava un giocatore inadatto su cui Sarri non puntava, anche per non dividere il duo Romagnoli e Casale che stavano facendo bene. Ma quest’anno, complice l’infortunio dell’ex Milan e la stagione poco esaltante dell’ex Verona, ha avuto modo di dimostrare a Sarri e soprattutto ai tifosi di essere un difensore di livello, destinato presto a tornare a Madrid per essere titolare nel suo Real.

Adam Marušić 5

Il montenegrino è un giocatore normale, spesso sopravvalutato nell’ambiente Lazio, ma uno dei tanti della vecchia guardia di cui la Lazio dovrebbe sbarazzarsi.
Per onestà intellettuale, bisogna dire che in questa stagione il suo colpo di testa nel finale di Lazio-Juve ha regalato i primi tre punti dell’era Tudor quando ormai la gara sembrava finita.

Manuel Lazzari 5.5

Con la sua corsa ha dato il suo contributo quando è stato chiamato in causa, meno per la precisione dei suoi cross dal fondo.

A mio avviso non può far parte della nuova Lazio perché parliamo di un giocatore troppo fragile fisicamente, che spesso e volentieri passa più tempo alla Paideia che a Formello.

 

Matías Vecino 6

L’uruguayano si è dimostrato un giocatore sui cui sia Sarri che Tudor hanno potuto contare soprattutto a gara in corsa.

I suoi 6 goal stagionali in ogni caso li ha messi a segno.

Daichi Kamada 6

Il suo arrivo non faceva parte delle richieste di Sarri e soprattutto le tempistiche non rientravano nel metodo di lavoro dell’ex allenatore della Lazio. Fatto sta che è arrivato solo ad agosto, è stato decisivo subito in casa del Napoli per poi perdersi incredibilmente.
Per tutta la stagione è sembrato fuori da ogni gioco tattico, portando una maschera di tristezza sul viso ogni volta che veniva chiamato in causa.
Poi è andato via Sarri e con Tudor ha ritrovato magicamente quelle giocate che si erano ammirate in Germania prima del suo approdo a Roma.

Felipe Anderson 7

Non al livello della scorsa stagione, ma anche quest’anno si è confermato come un giocatore affidabile che non ha saltato una gara.
Sul brasiliano, quello che non ha funzionato è stata la gestione del rinnovo del contratto con la società Lazio, che ha sottovalutato il pericolo di perderlo a zero, come poi è effettivamente avvenuto.
Nel prossimo campionato tornerà a giocare in Brasile nel Palmeiras, con la Lazio che non monetizza in nessun modo la sua partenza.
La sua fantasia ed educazione mancherà al popolo laziale.

Mattéo Guendouzi 8

In una stagione così brutta, il francese è stato l’unica vera sorpresa insieme a Gila.
In ogni gara ci ha messo grinta e determinazione, guadagnandosi il rispetto e l’ammirazione dei tifosi della Lazio.
Con Sarri era in simbiosi, un vero soldato per un Comandante di tante battaglie, e quando è andato via, non l’ha presa bene, anche perché si è ritrovato a lavorare di nuovo con Tudor, con cui aveva litigato a Marsiglia e che l’aveva spinto a chiedere la cessione.
C’è la sensazione che le vecchie frizioni possano riemergere e che per questo possa andarsene, per questa incompatibilità con il mister croato.

Luis Alberto 6

Croce e delizia, il suo contratto faraonico ha generato gelosie nel gruppo e tra i veterani, creando malumori all’interno della squadra. È stato additato da molti come uno di quelli che ha tradito Sarri, tanto che al termine della gara contro la Salernitana, durante la quale c’è stata la contestazione dei tifosi, ha dichiarato di voler lasciare la Lazio alla fine della stagione, suscitando lo stupore generale. Alla fine ha litigato anche con Tudor, che non gli ha concesso neanche l’opportunità di salutare il pubblico, che al contrario sugli spalti gli ha dedicato uno striscione di addio.

Nonostante i numerosi capricci che hanno contraddistinto la sua avventura a Roma, rimarrà nella storia come uno dei più talentuosi ad aver vestito la maglia biancoceleste.

Mattia Zaccagni 6

La sua stagione è stata condizionata dai molti infortuni e da un rinnovo di contratto che, sebbene sia arrivato, ha influenzato il suo rendimento.

Tuttavia, della sua stagione rimane il rigore segnato alla Roma che ha regalato ai tifosi la vittoria nel derby di Coppa Italia.

 

Danilo Cataldi 6

Con i suoi alti e bassi ha provato a dare fino in fondo il suo contributo poi con l’arrivo di Tudor è un po’ scomparso dai radar biancocelesti.

 

 

Nicolò Rovella 6.5

Doveva crescere sotto gli insegnamenti di Sarri ed in parte l’ha fatto, ma proprio sul più bello la pubalgia l’ha tenuto fuori causa per tanto tempo, mentre la Lazio naufragava e salutava Sarri, il suo mentore.

Quando è tornato abile e arruolabile, c’era Tudor che nel frattempo aveva fatto altre scelte, tenendolo lontano dal blocco dei titolari.

Pedro Rodríguez 5.5

L’età non fa sconti a nessuno, neanche a un super campione come lui.
Comunque, in un’annata difficile, è riuscito a regalare la preziosa vittoria in casa del Celtic, che poi è stata fondamentale per il passaggio agli ottavi di Champions League

Ciro Immobile 5

Ciro ha attraversato una stagione difficile, influenzata dal peso di molte battaglie passate, che ha penalizzato la sua capacità realizzativa.
Nonostante ciò, rimane una bandiera per la Lazio.

Durante la stagione, ha segnato un rigore cruciale nella vittoria contro il Bayern Monaco agli ottavi di Champions League, un raro momento di gioia in una stagione deludente.

Gustav Isaksen 5.5

Il giovane danese forse è stato penalizzato dalla lingua e dal rigore tattico di Sarri.

La situazione non è migliorata neanche con Tudor e forse verrà ceduto a fine stagione.

Taty Castellanos 4

Doveva essere il nuovo goleador della Lazio, ma è sembrato tutt’altro.

Ci ha messo sempre tanto impegno, ma sotto porta in più di qualche occasione ha fatto rimpiangere Muriqi.

La cosa peggiore è che Lotito lo considera l’erede di Immobile e l’attaccante su cui rifondare il reparto nella prossima stagione.

Maurizio Sarri 7

La Lazio, perdendo Sarri, ha sprecato un’occasione unica per crescere ed è invece tornata indietro di tanti anni. Se si sceglie Sarri come allenatore, bisogna seguirlo fino in fondo, ma invece Lotito ha optato per una strada diversa rispetto a quella indicata dall’allenatore, e la stagione disastrosa ne è stata una conseguenza.

Igor Tudor (da marzo 2024) n.g.

Il nuovo allenatore è per il momento ingiudicabile.
Sebbene abbia fatto molti punti, è anche vero che li ha raccolti contro squadre di seconda fascia.
Nell’unica partita che assolutamente non doveva fallire, cioè contro la Roma, ha fatto esperimenti in un match che andava affrontato con compattezza e grinta. Anche la gestione umana del gruppo è da rivedere. Non è piaciuta la gestione del rapporto con Guendouzi e l’ultima partita contro il Sassuolo, in cui non ha concesso a Luis Alberto neanche un minuto per salutare il popolo biancoceleste.
La sua figura sinceramente genera più di qualche interrogativo guardando al futuro.

Società (Lotito) 0

L’operato del DS Fabiani all’interno della Società Lazio è ingiudicabile perché ogni decisione passa per Lotito, il vero responsabile della brutta stagione della Lazio.

Gli errori sono stati compiuti già in ritiro, quando non c’era nessuno dei nuovi giocatori, tanto meno quelli richiesti da Sarri.

La gestione dei rinnovi contrattuali ha fatto poi deragliare definitivamente un gruppo che si era montato la testa dopo il secondo posto della stagione scorsa.

Purtroppo, la sensazione è che finché Lotito guiderà la Lazio, l’agognato salto di qualità sarà solo un miraggio, con la squadra destinata a un ruolo di comprimario della Serie A, mentre l’Atalanta ha dimostrato che è possibile fare calcio e competere al pari delle grandi.


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