I quattro tremori del giardino di Jean Portante al Villaggio Cultura – Pentatonic”

Domenica 14 maggio 2017 alle ore 17 in viale Oscar Sinigaglia 18 a Roma Laurentina

Domenica 14 maggio 2017 alle ore 17* presso l’Associazione Culturale “Villaggio Cultura – Pentatonic” in viale Oscar Sinigaglia 18 a Roma Laurentina Incontro con l’autore: Jean Portante e presentazione del libro I quattro tremori del giardino, La Vita Felice, Milano 2016

Converserà con l’autore: Cinzia Marulli

Jean Portante

Jean Portante è nato nel 1950 a Differdange (Lussemburgo) da genitori italiani. Vive a Parigi. La sua opera, che conta una quarantina di libri – poesia, romanzi, saggi, pièce teatrali – è stata ampiamente tradotta.

In Francia è membro dell’Académie Mallarmé dal 2006.

Opere in italiano: Aperto chiuso, Poesie, Edizione EUROMA, Roma 1994; La morte del padre, Poesie, En plein edizioni, Milano 1999; Mrs. Haroy o la memoria della balena, Romanzo, Empiria, Roma 2009; La cenere delle parole, Poesie, Empiria, Roma 2011; Voglio dire, Poesie, La Vita Felice, Milano 2012.

I testi che compongono I quattro tremori del giardino nascono dal cataclisma che il 6 aprile 2009 colpì l’Abruzzo e il suo splendido capoluogo, L’Aquila. Poeta e traduttore, romanziere e critico letterario, l’autore ha suddiviso il suo libro in quattro sezioni. Ma già con la prima, forse la più fortemente strutturata dell’intero volume, il lettore viene invitato a entrare in una specie di “elica testuale” fatta di anafore e slittamenti figurativi, quasi seguendo i dettami di un sogno surrealista.
Nella seconda sezione, ritroviamo una variazione para-anaforica, questa volta modulata sul tema del vedere e dello sguardo. Portante, dopo aver ribadito la sua predilezione per l’iterazione, ritorna sull’idea della mescolanza fra spazi diversi, della fusione onirica fra dentro e fuori.
Con la terza sezione, assistiamo però all’introduzione di un netto scarto stilistico[…] succedono infatti dei tanka (ispirati alle composizioni giapponesi di cinque versi). Certo, l’assunto resta il medesimo, come si vede dalla scelta di focalizzarsi su oggetti domestici in grado di dischiudersi su sconcertanti scenari. Si tratta cioè di un inventario (destinato a proseguire nei prossimi libri), per catalogare le “cose” che lo scrittore trovò in casa della madre dopo la sua morte.
Nella quarta sezione, l’autore offre uno sguardo solare sul paesaggio, su un Sud, prima ancora che geografico o psichico, ontologico e approda a una sorta di attutita saggezza, affidando il congedo a un verso di segreta, di inquieta perfezione: «[…] solo una/ metà dell’ombra ti appartiene».

(dalla prefazione di Valerio Magrelli)

 

* Ingresso con tessera ARCI 2017; è possibile tesserarsi in sede. Allo scopo di mantenere lo spazio culturale creato e far fronte alle spese di gestione vi chiediamo una partecipazione economica minima. Per questo sarebbe gradita una consumazione.


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