Ricordo di Anna Magnani

A 50 anni dalla sua morte (26 settembre 1973)
Oggi, 26 settembre 2023, 50esimo anniversario della morte di una grandissima attrice: Anna Magnani. Un’attrice, una donna, un simbolo di questa “splendida e misera città” che si chiama Roma.
Voglio ricordarla con le parole, tratte dal Diario di un film, scritte da Pasolini durante la lavorazione del film che rimane, a tutt’oggi, il capolavoro del Pasolini regista, e dell’interprete protagonista Anna Magnani: “Mamma Roma”.
Scrive Pasolini nel suo diario: “Sono andato da lei che si era installata in una delle case tutte uguali costruite dall’Ina Casa qui a Cecafumo. Un appartamentino di operai, ben tenuto, con i mobili poveri, ma modernissimi, di compensato e di metallo, puliti e pieni di dignità… Stava davanti allo specchio, con la sua angosciata tranquillità, la sua scontentezza, il suo impeto. Quello che doveva chiedermi era se quel giorno poteva recitare senza la parrucca (che di solito si mette, per comodità) in quanto voleva avere la faccia “sua”, completamente “sua”, per recitare l’ultima scena del film. La scena in cui le viene annunciato che suo figlio Ettore è morto e lei fugge urlando verso casa. Voleva chiedermi solamente questo. E l’ha fatto con un’aria talmente infantile, talmente sospesa, che mi ha commosso. Aveva capito perfettamente il mio desiderio di vederla ingenuamente così com’è – quasi senza trucco, con la sua faccia vera – nel momento più tragico e doloroso del film”.
Pasolini aveva già dedicato alla Magnani alcuni versi di un suo lungo poemetto (“La ricchezza”, pubblicato nella raccolta “La religione del mio tempo”) nel quale aveva fatto riferimento al film di Roberto Rossellini “Roma città aperta”, con protagonista proprio la Magnani. Ecco come il poeta descrive l’urlo della Magnani nella celebre scena del film:
” … la Casilina,
su cui tristemente si aprono
le porte della città di Rossellini…
ecco l’epico paesaggio neorealista,
i muretti scrostati, la mistica
folla perduta nel daffare quotidiano,
le tetre forme della dominazione nazista …
Quasi emblema, ormai, l’urlo della Magnani, sotto le ciocche disordinatamente assolute, risuona nelle disperate panoramiche,
e nelle sue occhiate vive e mute
si addensa il senso della tragedia.
È lì che si dissolve e si mutila
il presente, e assorda il canto degli aedi”.
Soltanto un poeta come Pasolini, poteva tradurre in versi, che evocano la potenza delle immagini dei grandi tragediografi greci (Sofocle ed Euripide), alcuni tra i più famosi fotogrammi della storia del cinema mondiale.
A proposito di Roma città aperta, girato nel 1945 per lo più nel quartiere Pigneto, occorre ricordare che, nello stesso quartiere (in via Alberto da Giussano n. 4), nel 1951, Anna Magnani fu protagonista di un altro celebre film neorealista, “Bellissima”, per la regia di un altro grande del cinema italiano: Luchino Visconti.

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