

«Nei lavori della Commissione Bilancio della Camera è stato approvato in modo bipartisan un emendamento alla Legge di Bilancio, che stanzia 10 milioni di euro per il 2025 e 20 milioni di euro per il 2026 per finanziare il fondo per la morosità incolpevole, una prima ma non esaustiva risposta.
Come CGIL, UIL, SUNIA e UNIAT dobbiamo purtroppo segnalare che il Governo nella proposta di legge depositata e all’esame parlamentare, non ha previsto alcun finanziamento destinato alle politiche abitative, nonostante un disagio abitativo in costante crescita, con oltre 113 mila tra nuove procedure di sfratto e richieste di esecuzione presentate.
Ci preme rilevare che l’entità delle somme stanziate con l’emendamento è del tutto insufficiente a coprire il fabbisogno imposto dalla grave emergenza, tangibile nelle situazioni di sfratto nelle città, con i sindaci che devono affrontare le condizioni determinate dalle morosità incolpevoli, che meriterebbero ben altre risorse.
Al contempo è necessario sottolineare che in merito all’altro fondo per il sostegno agli affitti per le famiglie in difficoltà economica, sono ormai due anni che non viene rifinanziato, nonostante vi siano stati numerosi emendamenti presentati e non approvati.
Ricordiamo che a fronte di 2,2 milioni di famiglie in condizioni di povertà assoluta, oltre un milione vivono in affitto, con un’incidenza dei costi legati all’abitazione superiore che supera i livelli di sostenibilità.
Si consideri che questa misura, orientata a sostenere l’inquilino, è al tempo stesso finalizzata a dare al proprietario garanzie di una corresponsione del canone, determinando condizioni concrete che permettano di agire preventivamente, scongiurando nuovi procedimenti di sfratto.
In questa complessa situazione richiamiamo l’attenzione del Governo e delle forze parlamentari sull’esigenza non più differibile di procedere a riconsiderare con attenzione la necessità di misure di finanziamento più adeguate sul tema degli affitti e degli sfratti e della più complessiva emergenza abitativa che richiede misure e risposte adeguate attraverso un piano pluriennale di edilizia residenziale pubblica».
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