

È in realtà una cavigliera, evidentemente per alcuni molto scomoda, quello che ai più è conosciuto come “braccialetto elettronico”, il sistema automatico di controllo sulle persone sottoposte agli arresti domiciliari. Scomodo sicuramente per D.M.M. 33enne romano che, dopo averne tagliato il cinturino, ha lasciato il congegno su un muretto, sperando così di rendersi irreperibile. Di fatto l’allarme del dispositivo elettronico è scattato nell’immediato e le pattuglie della Polizia di Stato erano già sulle sue tracce. Il ragazzo è stato trovato poco dopo, dagli agenti del commissariato “Tor Carbone”, accovacciato dietro un muretto.
V.N., 32enne di origini campane, non aveva il braccialetto elettronico ma evidentemente mal sopportava l’essere costretto in casa; dall’agosto scorso era evaso dall’abitazione del casertano, dove si trovava agli arresti domiciliari. È stato sorpreso dagli investigatori del commissariato “Romanina” mentre faceva visita alla compagna.
Passeggiava tranquillamente per le vie di Tor Bella Monaca, D.A.P. 32enne romano, quando è stato fermato da una pattuglia del Reparto Volanti. Anche lui, come il coetaneo campano, era evaso dagli arresti domiciliari. L’uomo, per cercare di mantenere il suo status di latitante, ha tentato inutilmente di darsi alla fuga reagendo con violenza all’arresto.
Stava invece bevendo con i suoi connazionali in piazza Mancini anziché essere “ai domiciliari” P.P.M.R., ecuadoregno di 30 anni; gli agenti del commissariato “Villa Glori”, lo hanno riconosciuto tra la folla e dichiarato in arresto.
Con modalità diverse, è invece finito in carcere A.S. 44enne macedone; anche lui era sottoposto alla misura alternativa alla detenzione, ma, a causa delle ripetute violazioni alla prescrizione, il Giudice gli ha revocato il beneficio ed è stato tratto in arresto dagli agenti del commissariato “Romanina”.
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