Scoperto un enorme bacino idrico a San Giovanni nel cantiere della Metro C

La straordinaria scoperta archeologica di un territorio di Roma che affonda le sue radici nel VII a.C.

Dal sottosuolo di Roma continua a venir fuori il passato. Negli ultimi giorni una straordinaria scoperta è stata fatta nei cantieri della Metro C a San Giovanni. Gli archeologi hanno portato alla luce un enorme natatio, ovvero il più grande bacino idrico mai ritrovato a Roma, che secondo gli studiosi apparteneva ad un’azienda agricola della Roma imperiale a ben 20 metri di profondità.

A collaborare allo scavo della Soprintendenza Speciale ai Beni archeologici di Roma, rappresentata da Rossella Rea che ha curato la direzione scientifica, due archeologhe, Francesca Montella e Simona Morretta. Durante gli scavi le stesse, come annunciano agli organi di stampa, si erano ritrovate dinanzi ad un enorme vasca ricoperta di malta idraulica che poteva contenere più di 4 milioni di litri di acqua.

“Nel I secolo si aggiunge alle strutture di sollevamento e distribuzione idrica di un impianto agricolo attivo dal III secolo a. C. nell’area dell’attuale via La Spezia e di San Giovanni. Il bacino misurava circa 35 metri per 70, pari a un quarto di ettaro, la superficie di uno iugero. Sembra probabile che la sua funzione principale fosse quella di riserva d’acqua a servizio delle coltivazioni e vasca di compensazione per far fronte alle piene del vicino fiume. Nessun altro bacino rinvenuto nell’agro romano ha dimensioni paragonabili”.

bacino idrico scavi san giovanni“Oltre le pareti del cantiere – precisa Rea – la vasca si estende verso le Mura, dove probabilmente si conserva, e in direzione di piazzale Appio, nell’area interessata dalla stazione della Linea A ove, invece, è stata sicuramente intercettata e distrutta senza che ne fosse documentata l’esistenza”.

Durante gli scavi le studiose hanno registrato ben 21 fasi archeologiche (21 periodi differenti), partendo cosi, come dichiara Rossella Rea, dalla fine del VII a.C. Ogni fase archeologica è stata studiata grazie anche ai numerosissimi ritrovamenti di cultura materiale; oltre alle trasformazioni antropiche hanno distinto anche quelli naturali.

Questa incredibile scoperta ha portato alla conoscenza di un quadrante di Roma ancora sconosciuto. Un modo questo per sottolineare l’importanza dell’archeologia preventiva, che può salvare antiche testimonianze senza precludere il progresso ineluttabile della società moderna.

Dunque la Metro c avrà la sua fermata, ma Roma riavrà anche la sua storia e i cittadini con i turisti potranno ammirare una parte dei ritrovamenti i quali verranno musealizzati in loco. Insomma in quale altra parte del mondo puoi ammirare, mentre vai a lavoro, secoli della ‘tua’ storia?


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