Simone Cristicchi, dal Tuscolano al Festival di Sanremo
"Ti regalerò una rosa" ma nel cuore, il suo quartiere, testimone dei suoi esordi artisticiSimone Cristicchi, lo abbiamo ascoltato con la sua canzone “Ti regalerò una rosa” – brano grazie al quale – ha letteralmente trionfato sul campo a Sanremo, mettendo all’angolo nomi più “roboanti” del mondo della canzone ed interpreti dal grande impatto karismatico.
Folta capigliatura che non cela un sottile velo di timidezza, viso rotondo indice di bonarietà e ricchezza interiore.
Romano, nasce al quartiere Tuscolano che negli anni, abbandonando i grandi prati dove pascolavano greggi di pecore e le auto si contavano sulle punta delle dita, è cresciuto a dismisura ed alveari di cemento armato, come funghi dopo la pioggia, sono sorti per la gioia di architetti ed urbanisti, in cerca di speculazioni e poco inclini alla conservazione di panorami disegnati all’orizzonte dal profilo sinuoso dei Castelli Romani.
In questo clima mutevole, anche le persone sono cambiate e quell’aria profumata di pulito che si respirava, è diventata fitta di ragnatele comunicanti ed innovatrici di tessuto sociale.
Simone, cominciò a muovere i suoi primi passi, respirando quell’aria d’innovazione tecnologica e conseguentemente comportamentale, che lo forgiò profondamente indirizzandolo senza clamore, verso un vissuto cammino artistico. Sin da ragazzo, si avvicinò a due forme d’arte che sentiva proprie: il disegno e la musica.
Per quanto riguarda il fumetto, (il disegno), ebbe un insegnante dal tratto pungente e raffinato: il grande Jacovitti e parallelamente, iniziò a scrivere testi di canzoni con prolifica assiduità e vena artistica.
Partecipò a molti concorsi per cantautori e dove non vinse, ottenne piazzamenti di tutto rispetto. Ci piace ricordare la sua vittoria nel 2003 a Crotone (concorso dedicato a Rino Gaetano), dove ottenne meritatamente il “Cilindro d’oro”.
All’età di ventuno anni, Simone Cristicchi, incontrò il produttore Francesco Migliacci e fu questo incontro che dette una “Sferzata” alla sua carriera artistica ed un indirizzo concreto che ne segnò il futuro.
Dalla periferia romana, dalle amicizie di quartiere e grazie alla semplicità di un ambiente popolare, è nato un cantautore che ha saputo attingere dalle profonde radici di una realtà viva ed autonoma inserita in una città convulsa come Roma, sensazioni e stati d’animo capaci di scrivere o riscrivere, la profondità interiore della gente comune.
A Simone Cristicchi, un sincero ringraziamento da tutto il quartiere Tuscolano, per aver saputo attirare con una “semplice” canzone, i riflettori dei “Media” su una realtà, che senza dubbio può considerarsi un termometro, attraverso cui misurare una società evoluta, ma tradizionalmente ricca d’umanità: il quartiere.