Sventata una nuova manovra contro il Centro Carni
Modificata dal Consiglio Comunale la Proposta di Delibera con cui si voleva trasferire gli operatori al CAR di GuidoniaNella fase di approvazione del bilancio comunale, la Giunta Capitolina propone all’aula consiliare alcune delibere propedeutiche alla manovra finanziaria. Tra queste ci sono le delibere sulle nuove tariffe TARI, Irpef, sui servizi a domanda e le relative soglie di esenzione, ma anche le delibere che intervengono sui bilanci e sugli assetti delle aziende partecipate.
Nella Proposta di Delibera n. 11 del 30 dicembre 2014 la Giunta Marino detta appunto gli indirizzi per un nuovo assetto delle aziende partecipate del Comune, intervenendo sulle dismissioni di alcune aziende come Farmacap, Assicurazioni di Roma, oppure sulla cessione di quote azionarie di altre società.
In questo quadro veniva proposta in controtendenza la ricapitalizzazione dell’azienda CAR (Centro Agroalimentare Roma) per una quota complessiva di 26 milioni di Euro al solo scopo di realizzare le strutture dove trasferire gli attuali operatori del Centro Carni e liberare così lo spazio di Viale Togliatti per procedere alla cosiddetta “Valorizzazione”, cioè ad un progetto con nuove edificazioni sull’area.
Attualmente gli operatori si trovano in una situazione di incertezza, poiché con il passaggio dell’area all’AMA e il successivo comodato con il Comune di Roma, sono decaduti i vecchi contratti ed occorre stipularne dei nuovi, con clausole che gli operatori ritengono vessatorie e li obbligherebbero a riconoscere integralmente il contenuto della delibera 81 di Alemanno, compreso il trasferimento al CAR. Nella proposta di delibera n. 11 si stabiliva addirittura che, in assenza di accettazione dei contratti così formulati, l’attività del Centro Carni di Roma sarebbe cessata dal 31 dicembre 2015.
Venuto a conoscenza dei contenuti di questa proposta di Delibera, il Coordinamento Popolare contro la Speculazione sul Centro Carni si è subito attivato con lettere e incontri con i capigruppo comunali e i presidenti di commissione interessati, chiedendo di modificare in aula questa proposta e di cancellare ogni finanziamento al CAR per la realizzazione di strutture contro la volontà degli operatori, tanto più che questa forzatura sarebbe costata al bilancio comunale almeno 10 milioni di Euro per la quota azionaria posseduta nel CAR, togliendo questi fondi ad attività sociali e culturali già abbastanza penalizzate per i tagli di bilancio dovuti al piano di rientro dal debito. E’ stato ricordato a tutti il contenuto degli Ordini del Giorno approvati dal Consiglio Comunale a luglio 2014 , con cui si chiedeva di non procedere al trasferimento a Guidonia e di favorire la prelazione degli operatori che vogliono mantenere la funzione storica di Centro Carni.
Oltre alle proteste dell’opposizione, c’è stato un primo emendamento presentato dal presidente della Commissione Bilancio Ferrari e dal Capogruppo PD Panecaldo, con cui si chiedeva di subordinare ogni aumento di capitale del CAR al preventivo accordo per il trasferimento degli operatori, poi ci sono stati altri emendamenti di Gemma Azuni e le resistenze di SEL a votare questo ed altri contenuti della delibera n. 11. Alla fine si è arrivati ad un maxiemendamento formulato dalla Commissione Bilancio e recepito dalla Giunta Capitolina, con cui si cancellano tutte le forzature sull’obbligo dei contratti al 31 dicembre e si elimina ogni riferimento all’aumento di capitale del CAR. Anzi, nel maxiemendamento approvato in consiglio comunale lunedì 23 marzo, il CAR viene inserito tra le aziende per cui si dà mandato alla cessione delle quote detenute dal Comune, seppure subordinato alla definizione del possibile trasferimento al CAR del Centro Carni e del Mercato dei Fiori. Nel maxiemendamento sono state anche riformulate le procedure di cessione delle altre aziende comunali interessate, con l’obiettivo di salvaguardare i dipendenti, mentre sono state ampliate le cessioni di quote minoritarie che il Comune possiede in altre società.
Dopo il danno prodotto dalla Delibera 81/2010 di Alemanno, che ha ceduto il complesso del Centro carni ad AMA da fornire a garanzia alle banche per un prestito di circa 100 milioni di euro, oggi la città rischia di perdere un bene comune come il Centro Carni e gli operatori il proprio lavoro. Infatti, davanti alle difficoltà di AMA a restituire i prestiti, al piano di rientro dal debito del Comune e alle pressioni delle banche per riavere i fondi anticipati, sempre più forte si farà la pressione per liberare l’area e consegnarla alla speculazione edilizia. Resta fortunatamente aperta la trattativa aperta dagli operatori con AMA per esercitare il diritto di prelazione sull’area, ma il percorso è tutto in salita, sia per le incertezze sulla effettiva titolarità di AMA, sia per la definizione del prezzo di acquisto.
Gli operatori e il Coordinamento si attendono altre forzature per liberare l’area, ma intanto ritengono positivo il passo indietro imposto dal Consiglio Comunale sull’aumento di capitale al CAR per costruire un nuovo Centro Carni a Guidonia.
Questo articolo è stato utile o interessante?
Sostieni Abitarearoma clicca qui! ↙
Passano le giunte di destra e sinistra ma lo scandalo della cannibalizzazione della città a beneficio degli amici costruttori e delle tangenti che ci girano intorno rimangono.
Un’area come quella del centro carni fa particolarmente gola, ci sorgerebbe un quartiere praticamente.
Politici incapaci e collusi che schifo tutti ci mangeranno così nessuno ne parlerà