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Un monumento per i ragazzi caduti nella Resistenza romana

I RAGAZZI CADUTI NELLA “DIFESA DI ROMA”

Non si conosce di preciso il numero di quante persone sono morte nella cosiddetta “difesa di Roma”, dall’8 al 10 settembre 1943, combattendo contro i soldati tedeschi che entravano in città per occuparla dopo la proclamazione dell’Armistizio da parte del Governo, guidato dal Maresciallo Pietro Badoglio (nominato dal Re dopo la destituzione e l’arresto di Mussolini il 25 luglio 1943), la sera dell’8 settembre 1943, che segna l’inizio della Resistenza.

Le ricerche più recenti riferiscono di più di 700 morti, dei quali solo circa 570 sono stati identificati. I “caduti” sono in gran parte militari (soprattutto giovani “di leva”), che hanno scelto di combattere invece di arrendersi ai tedeschi, appoggiati da molti civili, non solo uomini, ma anche donne e ragazzi, che partecipano soprattutto agli scontri a Porta San Paolo ed in altri luoghi del centro della città, la mattina ed il pomeriggio del 10 settembre. Sono morti circa 125 civili, dei quali 55 sono donne, che assistono in genere i feriti e circa 25 sono minorenni, dei quali alcuni di 14-16 anni.

Da alcuni anni il Centro Studi “I Giovani e le Generazioni” Patrizia Leonardi di Roma cerca di ricostruire i nomi e la storia dei ragazzi e dei giovani morti combattendo nella “difesa di Roma”, proponendo di dedicare alla loro memoria un Monumento, installato all’interno del Parco della Resistenza  dell’8 settembre, in via della Piramide Cestia, a Porta San Paolo, che è il luogo più importante della Resistenza romana, dove ogni anno si svolgono le cerimonie istituzionali.

Vediamo alcuni dei giovani finora individuati:

Antonio CALVANI, di 16 anni. Nato a Sgurgola (Frosinone) l’8 giugno 1927, fa il meccanico ed abita in Via Francesco Antonio Pigafetta, al quartiere Ostiense. Partecipa ai combattimenti del 10 settembre a Porta San Paolo (e probabilmente anche a quelli del giorno precedente), dove muore. Secondo la testimonianza di un Ufficiale dei Granatieri, che combatte a Porta San Paolo e che gli dice di tornare a casa in considerazione della sua giovane età. Antonio si allontana e poco dopo ritorna  a combattere indossando la giacca  di un granatiere morto. Il suo corpo è trovato dal padre Salvatore all’obitorio del cimitero del Verano alcuni giorni dopo. Pochi giorni prima aveva aderito al Movimento comunista  d’Italia “Bandiera Rossa”.

Maurizio CECATI, di 17 anni. Nato a Roma il 28 febbraio 1926, abita in Via Bodoni 27, al quartiere popolare di Testaccio. Lavora come operaio ai Mercati Generali in Via Ostiense. Milita in una formazione partigiana del Partito Comunista d’Italia. Il 10 settembre 1943 partecipa ai combattimenti a Porta San Paolo, dove è ferito gravemente da un colpo di mitragliatrice. Portato all’ospedale militare del Celio, muore il 13 settembre. Il 5 novembre 1949 gli viene concessa la Croce al merito di Guerra in quanto, benché ferito, “Si trascinava con le sue ultime forze presso il corpo di un caduto che giaceva lì presso, strappava dalle mani del cadavere l’arma ed ormai quasi esausto l’imbracciava e la puntava contro i nazisti”, gridando “A morte il tedesco!”.

Carmelo COCO, di 19 anni. Nato a Catania il 6 marzo 1924, studente universitario. Nel pomeriggio del 10 settembre è ferito a Largo Brindisi, dove è trovato dal padre Carmelo che lo porta all’ospedale San Giovanni, dove muore il 14 settembre. Con provvedimento del 14 ottobre 1950 è riconosciuto “partigiano isolato”, anche se sembra che faceva parte della Democrazia Cristiana.

Ugo COTANI, di 16 anni. Nato a Roma il 3 gennaio 1927, abita in Via Falvaterra, nella Borgata Gordiani. Partecipa ai combattimenti del 10 settembre. Nonostante la giovane età, milita nella Formazione del Movimento comunista d’Italia “Bandiera Rossa” diretta da Cosimo Albanese, il quale ha riferito nella relazione sulle attività svolte dalla Formazione, che la mattina del 23 settembre Ugo partecipa insieme con altri ad un’azione di sabotaggio nell’aeroporto di Centocelle, dove sono incendiati tre aerei. Viene ferito ed è portato all’ospedale San Giovanni, dove muore lo stesso giorno. Il 9 gennaio 1958 gli è conferita la Medaglia d’Argento al Valore Militare alla Memoria in quanto, “ferito, si attardava per coprire col tiro della propria arma automatica, la ritirata dei suoi, sino a che, nuovamente colpito, cadeva da prode sul campo, fronte al nemico”.

Carlo DEL PAPA, di 14 anni. Nato a Napoli (nel quartiere Vomero) il  29 settembre 1929. Studente. Si trasferisce a Roma nell’agosto 1943 con i genitori, che pensano di essere più sicuri dai bombardamenti degli Alleati, dato che la Capitale è stata proclamata dal Governo Badoglio “città aperta” il 14 agosto, dopo il secondo bombardamento. Muore, insieme con un soldato dell’81° Reggimento di Fanteria, in Via Gioberti  (vicino alla Stazione Termini) il pomeriggio del 10 settembre 1943. Il padre Augusto trova tre giorni dopo il suo corpo all’obitorio del cimitero del Verano. È il più giovane dei Caduti nella “difesa di Roma”.

Nello DI MAMBRO, di 18 anni. Nato a Roma il 10 settembre 1925, impiegato presso la Società Autori ed Editori e studente delle Scuole Serali all’istituto Toniolo. Il tardo pomeriggio del 10 settembre 1943, giorno del suo 18° compleanno, è ferito mortalmente alla testa da soldati tedeschi sul Lungotevere Testaccio mentre si sta recando a casa del cognato. Portato all’ospedale del Littorio (poi San Camillo) muore poche ore dopo. L’ANPI gli ha conferito la tessera di ”partigiano ad honorem”.

Salvatore LORIZZO (detto Tonino), di 18 anni. Nato ad Andria (Bari) il 23 gennaio 1925, ferroviere Fuochista. Muore il pomeriggio del 10 settembre 1943 negli ultimi scontri in Via Gioberti (vicino alla stazione Termini). Quel giorno aveva detto ai familiari che andava a festeggiare con gli amici la sua promozione a Macchinista. Il suo corpo è riconosciuto dai familiari il 14 settembre al cimitero del Verano. Con decreto del 18 gennaio 1957 gli è stata conferita la Medaglia d’Argento al Valore Militare alla Memoria in quanto, benché ferito, ha continuato a combattere  fino alla fine. “Bellissima figura di giovane ardente e generoso e di martire della libertà”.

Naturalmente altri giovani sono morti durante la Resistenza Le storie di alcuni, come Ugo Forno, detto Ughetto per la sua giovane età, di appena 12 anni, e Massimo Gizzio, di 19 anni, sono abbastanza note. Di altri però non si sa neppure il nome.

A tutti loro deve essere dedicato il Monumento, da installare nel Parco della Resistenza dell’8 settembre, in via della Piramide Cestia, a Porta San Paolo.

Modello Stele del Silenzio

LE INIZIATIVE PER IL MONUMENTO

Nell’autunno  2014 il Centro Studi Patrizia Leonardi di Roma  promuove una Petizione al Sindaco di Roma per erigere all’interno del Parco della Resistenza  dell’8 settembre, ubicato in via della Piramide Cestia, a Porta San Paolo, un Monumento ai ragazzi ed ai giovani morti combattendo nella Resistenza romana. Nel Parco c’è già un monumento dedicato agli 87.000 militari caduti nella Guerra di Liberazione 1943-1945, ed una lapide in ricordo delle 55 donne che hanno perso la vita nei combattimenti per la “difesa di Roma“, dall’8 al 10 settembre 1943.

La Petizione è pubblicizzata nel corso di una iniziativa  che si svolge il 16 dicembre 2014 nella Biblioteca comunale Enzo Tortora nel quartiere popolare di Testaccio.

In particolare, nella Petizione si propone di apporre su un lato la seguente epigrafe: “A imperitura memoria / dei Ragazzi che sacrificarono la vita / nella disperata difesa della città di Roma / abbandonata all’aggressione nazista / dalla vergognosa fuga dei Vertici politici e militari / dello Stato italiano”. Si propone di mettere sull’altro lato del Monumento i nomi di 7 ragazzi morti il 10 settembre 1943 o successivamente per le ferite riportate, indicati in ordine di età (Carlo Del Papa, studente, di 14 anni; Antonio Calvani, apprendista meccanico, di 16 anni; Maurizio Cecati, operaio, di 17 anni; Nello Di Mambro, studente- lavoratore, di 18 anni; Salvatore Lorizzo, ferroviere, di 18 anni; Carmelo Coco, studente universitario, di 19 anni) ed inoltre di un altro ragazzo (Ugo Cotani, studente di 16 anni), ucciso dai nazisti il 23 settembre durante un’azione di sabotaggio all’aeroporto di Centocelle. Infine il Monumento è dedicato “Agli altri ragazzi caduti, rimasti senza nome”.

Domenica 12 aprile 2015 una iniziativa per la realizzazione del Monumento, organizzata dal  Centro Studi Patrizia Leonardi, si svolge al Museo storico della Liberazione di Roma, in via Tasso 145, che è stato allestito nel dopoguerra in quattro appartamenti dell’edificio che durante l’occupazione nazista era la sede del Comando della Polizia di Sicurezza, della Gestapo e delle SS, diretto da Herbert Kappler, e dove c’era anche il famigerato carcere nel quale sono stati reclusi circa 1.500 partigiani e patrioti romani, comprese alcune decine di donne, molti dei quali sono stati torturati per far loro confessare i nomi dei compagni di lotta. Nel corso dell’iniziativa è presentata  la “Stele del silenzio”, opera dello scultore Salvo M. Fortuna. Inoltre, la Prof.ssa Maria Luisa Gizzio, racconta la storia del fratello Massimo, giovane studente universitario di neppure 19 anni, impegnato nella Resistenza, che è ferito mortalmente da alcuni militi fascisti del Gruppo “Onore e Combattimento” il 29 gennaio 1944, durante lo sciopero degli studenti delle Scuole Superiori, vicino al suo ex Liceo Dante Alighieri. Massimo poi muore il 1 febbraio, dopo due giorni di agonia, all’ospedale Santo Spirito, dove era stato portato con un carretto. Il suo funerale, celebrato il 7 febbraio, diventa una manifestazione di protesta contro l’occupazione  nazifascista. Infatti vi partecipano migliaia di persone e sulla sua bara è posta una corona di fiori con la scritta I Compagni.

Martedì 16 gennaio  2018 nella Casa della Cultura, nella Villa De Sanctis, in Via Casilina 665, si svolge il Convegno “I giovani nella Resistenza romana: quali insegnamenti per i ragazzi di oggi?”, organizzato dal Centro Studi Patrizia Leonardi, in collaborazione con l’ANFIM, l’ANED, l’ANPI, l’ANPPIA ed il Centro di documentazione Pasquale Martignetti e con il patrocinio del Municipio Roma V. Nel Convegno si ripropone la realizzazione del Monumento ai ragazzi caduti  nella “difesa di Roma”. Inoltre Antonio Crialesi racconta la storia dei giovani militanti del Movimento comunista d’Italia “Bandiera Rossa “, che è stata la Formazione della Resistenza romana che ha avuto più caduti (quasi 200) ed il giornalista Felice Cipriani racconta la storia di Ugo Forno (avendo scritto un libro su di lui),  che è il più giovane patriota romano “caduto”, avendo solo 12  anni quando è ucciso il 5 giugno 1944 durante l scontro con un reparto di genieri tedeschi che sta minando il ponte ferroviario sull’Aniene della linea Roma-Firenze.  La storia di Ugo Forno, detto Ughetto per la sua giovane età, al quale è stata dedicata nel 2005 una lapide al Parco Virgiliano in Via Nemorense, (vicino alla sua casa), ed il 5 giugno 2010 è stato intitolato il ponte ferroviario sull’Aniene, sopra menzionato, ed inoltre è stata conferita il 16 gennaio 2013 dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano la Medaglia d’Oro al Merito Civile, è molto conosciuta grazie all’impegno della Associazione “Familiari ed Amici di Ugo Forno”, diretta da Fabrizio Forno, figlio del fratello di Ughetto.

Sabato 7 novembre 2020, nel corso di una cerimonia al Parco Virgiliano in ricordo di Ughetto, il Presidente dell’ANPI Nazionale Gianfranco Pagliaruolo lancia un Appello  per la realizzazione del Monumento ai ragazzi caduti nella Resistenza romana.

Confidiamo che il Monumento si possa finalmente realizzare, in modo da poterlo inaugurare nel Parco della della Resistenza a Porta San Paolo l’8 settembre 2023, in occasione della tradizionale cerimonia annuale, che però il prossimo anno ha un valore molto importante in quanto segna l’inizio dell’80° anniversario della Resistenza.

Sarebbe anche auspicabile che la Regione Lazio approvi una legge per celebrare adeguatamente la Resistenza romana e laziale (dal settembre 1943 al giugno 1944),  destinando adeguati fondi per Convegni, ricerche, pubblicazioni e Monumenti, compreso quello per i ragazzi caduti nella “difesa di Roma”.


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Un commento su “Un monumento per i ragazzi caduti nella Resistenza romana

  1. Oggi ho visitato al cimitero del Verano il “sepolcreto dei caduti nella lotta per la liberazione 1943-1944”, eretto accanto alla tomba di Bruno Buozzi. Tra i caduti, vi è mio zio, Grossi Francesco, ucciso dai tedeschi nel 1943, all’eta di 14 anni.
    Credo sia importante dedicare un monumento ai ragazzi e alle ragazze e alle donne cadute nel corso della lotta di liberazione.
    Mio zio, secondo quanto riferito dai miei nonni (che non ci sono più come non c’è più mio padre che era il fratello maggiore di Francesco), si sarebbe trovato accanto ad una fontanella e alcuni soldati tedeschi avrebbero chiesto di bere. Alcune persone si sarebbero attivate (non so con quali recipienti o se i soldati avessero fornito le loro borracce) e, a quel punto, mio zio avrebbe detto: “invece dell’acqua date loro il veleno”. Per queste parole, fu ucciso, sembra, sul posto. Questo episodio dovrebbe aver avuto luogo alla Garbatella nell’area verso piazza di Sant’Eurosia / piazza Oderico da Pordenone.

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