

Si è spento alcune ore fa, all’ospedale di Cecina, dopo una lunga battaglia contro l’amiloidosi, il famoso fotografo Oliviero Toscani.
Irriverente e creativo riuscì a trasformare le fotografie pubblicitarie, collaborando con le più importanti magazine del mondo, in un veicolo capace di comunicare messaggi sociali e di protesta, celebri le sue immagini con il sodalizio con la Benetton, suscitando scalpore e polemiche in tutto il mondo.
Le sue foto parlavano di temi scomodi come il razzismo, la guerra, l’anoressia. Non lo facevano in maniera velata, anzi, gettavano in faccia allo spettatore tutta la crudezza degli orrori della guerra o mostrando il corpo di una modella anoressica.
Toscani fu capace di catturare con il suo obiettivo l’anima delle persone, come dimostra il suo progetto “Razza Umana”, un lungo viaggio nei vari paesi del mondo ritraendo le persone comuni per lanciare il messaggio di una sola razza, quella umana appunto.
La sua personalissima visione della fotografia lo portò sempre a cercare scelte innovative come nel servizio fotografico del 2013 per la rivista francese Jalouse Magazine scattato a Roma.
Toscani non si limitò semplicemente a ritrarre la modella vicino ai monumenti, ma decise di mettere un fondale bianco dietro la modella quasi ad astrarla dalla bellezza eterna dei monumenti capitolini. (Qui il backstage)
Sempre Roma lo vide protagonista nel 2019 delle installazioni fuori dal Campidoglio per la mostra “Naked. La disabilità senza aggettivi”, dove il fotografo ritrasse, in alcuni scatti anche senza veli, alcuni atleti della nazionale paraolimpica italiana. Un altro grande esempio della visione creativa del suo approccio all’immagine.
Ci lascia una grande eredità di fotografie che hanno saputo cambiare la pubblicità e che sono entrate di diritto nella storia della comunicazione andando contro tutti gli stereotipi perché come disse Oliviero Toscani:
“La vita ha senso solo se si vive contro. Il conformismo uccide la creatività e finisce per annientare l’uomo”.
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