Canova alla Galleria Borghese
Fino al 3 febbraio in mostra la seconda monografia delle dieci in previsioneDal 18 ottobre 2007 al 3 febbraio 2008, tra gli splendidi spazi della Galleria Borghese in piazzale Scipione Borghese 5, è allestita la mostra "Canova e la Venere Vincitrice".
Si tratta della seconda mostra monografica, dopo Raffaello, che ogni anno la Galleria Borghese va a proporre ai suoi visitatori, arricchendo ancora di più le sue sale: mostre in programma fino al 2015, con ben dieci mostre (Correggio 2008, Bacon e Caravaggio 2009, Dosso Dossi 2010, Tiziano 2011, Cranach 2012, Bernini 2013, Domenichino 2014, per chiudere nel 2015 con la grande mostra sui Borghese e l’Antico). La scelta di queste mostre monografiche annuali è stata ispirata dalla presenza, nelle collezioni dei Borghese, di alcune grandiose opere quali la Deposizione di Raffaello, l ’Amor Sacro e l’Amor Profano di Tiziano, la Madonna dei Palafrenieri di Caravaggio, la Paolina Bonaparte di Canova, la Danae di Correggio, Apollo e Dafne di Bernini, Venere e Amore di Cranach, la Caccia di Diana di Domenichino. Purtroppo però, inamovibili per questioni conservative o di dimensioni, si è deciso di compensare questa pecca considerando queste opere come "uno spunto" per le dieci mostre. E per regalare al pubblico uno sguardo sull’essenza di artisti già di per sé molto noti.
Molto noto è, infatti, al grande pubblico, Antonio Canova. Passato alla storia per essere il capostipite dell’arte cosiddetta "neoclassica", della purezza e della perfezione delle forme, secondo i dettami della teoria estetica del Winckelmann. "Nobile semplicità e quieta grandezza", quest’ultimo scriveva riferendosi alla statua del Laocoonte straziato e morente assieme ai suoi figli. Una semplicità nobile, cioè la capacità della nobiltà di essere semplice, senza aver bisogno di ricoprirsi di tanti fronzoli; e una quiete però profonda, che al suo interno nasconde un mare di cose, proprio "come la profondità del mare, che resta sempre immobile per quanto agitata sia la superficie".
Eppure, quel che vuole dimostrare la monografica della Galleria Borghese, è che sotto a Canova c’è molto altro, non a caso, ai suoi tempi, fu anche criticato da molti contemporanei. Se si vogliono utilizzare le tipizzazioni tipiche della nostra era, si trova esattamente a cavallo tra Neoclassicismo e Romanticismo… figlio del Neoclassicismo, lo porta alla sua perfezione assoluta: spesso la perfezione assoluta, l’apice, porta con sé anche il suo contrario, fino a che un giorno non ci si rende conto che l’orizzonte è cambiato. E verso il cambiamento guarda Canova nei momenti in cui spesso e volentieri va "oltre" e quasi scappa a quella nobile semplicità e quieta grandezza winckelmanniana. I bozzetti sono espliciti, a riguardo: ora i critici unanimemente riconoscono che si vede qui più che altrove il suo genio, nell’idea prima, ancora non sublimata dal marmo, sempre tecnicamente e quasi meccanicamente eseguita con i suoi aiuti, in attesa della rifinitura finale della mano dell’artista. D’altra parte, questa era la prassi del tempo.
Si gira per le sale quasi cercando l’opera “intrusa”, perché, come ha detto Anna Coliva, direttrice della Galleria nonché curatrice della mostra insieme a Fernando Mazzocca, Canova qui trova la sua cornice naturale e storica. Nelle sale non originariamente contenenti delle opere canoviane, si è però accostato tematicamente un lascito (un bozzetto, in creta o in terracotta, uno schizzo, un disegno, se non un’opera vera e propria, in scultura o nella meno usata pittura) a quello che già era presente in sala, in un dialogo molto convincente.
Sguardi anche sulla tecnica, un passo in più sullo studio del processo dell’artista: ad esempio, si può anche notare, qualche sala più in là dell’originale, il gesso della famosissima Paolina Borghese, ancora con l’indicazione dei répere, chiodini metallici che costituivano i punti di misura di riferimento.
Quello che viene fuori è un quadro di un Canova forse più uomo, ma anche più coerentemente inserito nel suo contesto storico e culturale.
”Canova e la Venere Vincitrice” – Galleria Borghese, piazzale Scipione Borghese 5. Apertura da martedì a domenica, dalle ore 9.00 alle 19.00. Biglietti da 4 € a 10,50 € + diritto di prenotazione.