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“C’è una bomba in Cassazione”: scatta l’allarme, artificieri sul posto

La telefonata anonima intorno alle 8 di mattina

Un’altra minaccia anonima, un’altra mattinata di paura nei palazzi della giustizia romana. “C’è una bomba in Cassazione”. È questo il messaggio, secco e inquietante, pronunciato da una voce anonima al telefono del centralino della Suprema Corte nella mattina di mercoledì 16 aprile.

L’allarme è scattato poco dopo le 8. In pochi minuti, piazza Cavour è stata raggiunta da numerose pattuglie dei Carabinieri della Compagnia Roma San Pietro, insieme agli artificieri e alle unità cinofile specializzate.

Il palazzo è stato immediatamente messo in sicurezza mentre si sono avviate le operazioni di verifica e bonifica, ancora in corso al momento.

Non è la prima volta che la Cassazione finisce nel mirino di simili minacce. Era già accaduto lo scorso 3 dicembre, quando una doppia telefonata anonima segnalò la presenza di ordigni sia nella Corte Suprema che nel Tribunale di Roma a piazzale Clodio.

Anche allora, i controlli non rilevarono alcun pericolo reale, ma la tensione fu altissima: quella mattina erano attese due udienze di grande rilevanza pubblica, il processo per l’omicidio di Giulio Regeni e la sentenza sulla strage di Rigopiano.

Non si esclude, anche in questo caso, che si tratti di un falso allarme, ma le forze dell’ordine non abbassano la guardia. L’intero edificio, cuore della giustizia italiana, è sotto stretta sorveglianza, mentre si cerca di risalire all’autore della telefonata.

Nel frattempo, le attività della Corte sono state temporaneamente sospese, in attesa che la situazione venga definitivamente chiarita.


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