

Quattro anni e mezzo di paura, di isolamento e di botte. Una prigione senza sbarre, in cui il carnefice era la persona amata. Una relazione che era iniziata come tante, durante la pandemia, ma che si era trasformata in un incubo senza fine.
Lui, un 35enne romano, era diventato il bersaglio delle crisi della compagna, una donna affetta da disturbi psichiatrici e dipendente dall’alcol. Ogni pretesto era buono per scatenare la sua rabbia: insulti, aggressioni fisiche, colpi di mattarello.
Nel 2023, dopo l’ennesima violenza, l’uomo era finito in pronto soccorso, ma anche in quell’occasione l’amore – o forse la paura – lo aveva spinto a mentire: “Sono caduto in casa”.
Ma le botte non erano nulla rispetto all’ultimo attacco, quello che ha finalmente spezzato il silenzio. Novembre 2024, l’ennesima crisi: quando lui varca la soglia di casa, lei gli urla contro con ferocia: «Da qui non scappi, muori!». Impugna un coltello, tenta di colpirlo, poi cerca perfino di aizzare contro di lui il loro cane. Infine, afferra una mannaia e prova a impedirgli la fuga.
Questa volta, però, il 35enne non è più disposto a subire. Scappa e trova il coraggio di denunciare tutto. Si rivolge agli agenti del Commissariato Tuscolano e racconta anni di umiliazioni, terrore e violenze.
Dopo l’indagine condotta dai poliziotti del Tuscolano e di Frascati, la Procura ha imposto alla donna il divieto di avvicinamento a meno di 500 metri dalla vittima, con l’applicazione del braccialetto elettronico.
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