Definitivo Bertolaso – Una miccia di nome Davigo – Continua il macabro gioco sull’ “assassinio Regeni” – Gufo Romano – Profughi a estrazione
Fatti e misfatti di aprile 2016Definitivo Bertolaso
“Il nostro candidato sindaco per il Campidoglio – ha fatto sapere il coordinatore romano di “Forza Italia” – resta Guido Bertolaso. E il 29 presenteremo le nostre liste per il Comune e per i Municipi”.
E il mandato affidato a Silvio Berlusconi perché cercasse un accordo in extremis con il duo Giorgia Meloni-Matteo Salvini o con il solitario Alfio Marchini? Mandato, evidentemente, a farsi friggere. Solo una finta. O l’intervenuta consapevolezza che si sarebbe trattato di un “assist” senza alcuna speranza. “Forza Italia”, così, giocherà la sua partita con due uomini – anzi, per la precisione, con un uomo e con una donna – in meno. Anche se con uno straniero – della politica – con un bagaglio che potrebbe strappare più di un applauso: tre medaglie d’oro al valore civile, quattro lauree honoris causa, 57 cittadinanze onorarie, l’avere affrontato, oltre a situazioni drammatiche come i bambini che muoiono in Africa e numerosi terremoti, perfino i Kmer rossi. Ma più che un applauso di ammirazione per un glorioso passato, servono oggi, per conquistare la vittoria in Campidoglio, molti goals. Cioé molti voti. Riuscirà il Guido soprannominato “de fero” a segnarli? Riuscirà a farglieli segnare il suo “mister” Silvio dimostratosi “de coccio”? “En attendant” lo scontro decisivo del 9 giugno.
Una miccia di nome Davigo
“Con “Mani pulite” – così il neopresidente dell’Associazione nazionale magistrati, Piercamillo Davigo – abbiamo preso le zebre più lente, le altre sono diventate più veloci. E così, oggi, in Italia i politici non hanno smesso di rubare, rubano anzi di più. Hanno solo smesso di vergognarsi”.
Autorevole conferma di una realtà sempre più evidente e vergognosa. Ma, sicuramente, nuova potente miccia accesa nella battaglia, mai conclusa, fra magistratura e politica. Che potrebbe determinare nuovi scontri anche molto duri. E nuovi scenari anche molto inquietanti. Una guerra di poteri più che di nervi.
Continua il macabro gioco sull'”assassinio Regeni”
“Il Ministero dell’Interno egiziano – replicando alla indiscrezione di fonte giudicata sicura, riferita dall’agenzia di stampa “Reuters”, secondo la quale il nostro giovane ricercatore Giulio Regeni sarebbe stato prelevato, sicuramente, dalle forze di sicurezza il giorno della sua scomparsa, ha seccamente replicato: “La nostra polizia non tortura””.
Primo: non è vero, come stanno dimostrare numerosi episodi accertati, che la polizia egiziana non tortura. Secondo: quando la polizia non tortura in casa sua, sa benissimo a chi affidare il “lavoro”. Basta, allora, con le smentite offensivamente ridicole. E fuori, finalmente, la verità vera e ufficiale. Si sarà stancata, dei macabri enigmi del Cairo, perfino la Sfinge di Giza.
Gufo Romano
“Le riforme costituzionali – ha dichiarato tra l’altro, in una lunga intervista al “Corriere della sera”, Romano Prodi – non possono essere mirate all’interesse di chi possiede la maggioranza del momento”.
Come dire: caro Matteo, attenzione al referendum di ottobre. Firmato: Gufo Romano.
Profughi a estrazione
“La scelta delle dodici persone che avrebbero seguito Papa Francesco a Roma – ha confidato, durante la trasmissione “Virus” su Rai2, il direttore del campo profughi di Kara Tepe sull’isola di Lesbo – non è avvenuta dopo una selezione o un controllo: abbiamo messo in una scatola di cartone tutti i numeri dei “container” e ne abbiamo estratti tre. Quelli con le dodici persone fortunate”.
Adesso, dunque, i profughi si estraggono a sorte come i prosciutti nelle lotterie di paese. Nella convinzione, forse, che la mano dello Spirito Santo, che guida i cardinali nella scelta dei Papi, guidasse, questa volta, la mano del “banco” di Kata Tepe sui numeri dei più meritevoli. Se così, Deo gratias.
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