Diario di un farmacista al tempo del Coronavirus

Stefano Federico - 22 Maggio 2020

È solo in questi ultimi giorni che riesco un po’ a “tirare il fiato” e raccontare quella che è stata la mia esperienza di farmacista “al tempo del Coronavirus”.

Premetto che qui a Roma, nonostante i numerosi casi accertati, il problema della pandemia del Covid-19 è stato probabilmente percepito in maniera molto differente rispetto ad altre zone d’Italia, però posso senz’altro affermare che, se pur con malumore, polemiche e brontolii, la “quarantena” è stata messa in atto con grande serietà dalla stragrande maggioranza delle persone.

E così ci siamo ritrovati noi, il “Fornaio di Tor Tre Teste”, e pochissime altre attività ad essere le uniche “luci accese” rimaste in questa parte della città sulla via Prenestina tra Tor Tre Teste e Tor Sapienza.
E lavorare così, nel silenzio, al buio, senza i soliti rumori dei clacson delle auto è stata davvero un’esperienza generatrice di stupore e profonde riflessioni interiori.
Paura nel rimanere aperti ed esposti al contagio? Forse un po’, soprattutto nei primi giorni, in cui abbiamo lavorato senza riuscire ad avere neppure per noi mascherine o altri dispositivi protettivi, in quanto non reperibili.

A proposito di mascherine

A proposito, è d’obbligo una parentesi riguardo al controverso tema delle “MASCHERINE”:
stupefacente e inverosimile è stato il loro aumento dei costi sin dai primi giorni della pandemia e l’enorme difficoltà di approvvigionamento che ci ha portati, noi come tutti (o quasi) i nostri colleghi farmacisti, ad essere presi letteralmente per il collo da aziende produttrici e rivenditori spesso “improvvisati” che ce le hanno proposte a prezzi davvero da strozzinaggio (ricordo bene un “a dotto’ se voj tengo le mascherine chirurgiche e te le posso dà senza fattura, naturalmente – a tre euro“.
Risposta: “ovviamente senza fattura non se ne parla neanche, ma, giusto per sapere, a tre euro a scatola?”
“No, a tre euro l’una a lei, ma che le frega, tanto poi lei le rivende al prezzo che vole!”

Attualmente le mascherine si trovano e ne sono stati regolamentati i costi nell’interno di tutta la filiera distributiva, mentre sono irreperibili i guanti e l’alcool.
Come mai questi dispositivi di protezione non si trovano? Francamente non lo so.
Chi ci ha guadagnato e speculato in questo lievitare dei prezzi? Qualcuno sicuramente, non noi, che abbiamo sempre applicato dei ricarichi bassissimi, a dispetto di qualche critica che ho letto (e di cui sono rimasto veramente amareggiato) su alcuni gruppi Facebook di quartiere. Ma non fa nulla, le persone non sanno spesso cosa c’è “dietro le quinte” e le trasmissioni televisive creano spesso maggior confusione e talvolta preferiscono il “creare zizzania” piuttosto che fornire informazioni esatte.

Bisogna però dire che è in questi momenti di grande problematicità che spesso si riescono a distinguere meglio le cose belle e quelle brutte.

Sicuramente in questi mesi il nostro lavoro in farmacia è stato enorme, in quanto tra i pochi rimasti sempre “sul campo” al servizio dei cittadini.

Le consegne domicilio

Abbiamo stampato migliaia di ricette inviate dai medici ai loro pazienti sul telefonino o sulla mail e, nel mio caso, ho fatto (e continuo tutt’ora a fare) in prima persona decine e decine di consegne a domicilio (rimanendo per motivi di sicurezza sempre fuori il portone), coprendo un territorio che spazia da Colle Prenestino fino a Piazza Bologna, passando per Quarticciolo, Alessandrino, Centocelle, Tor Tre Teste, gran parte della Via Tiburtina, Via di Pietralata, Tor Sapienza e chi più ne ha più ne metta, tornando spesso e volentieri a casa intorno alle undici di sera.
Eppure MAI mi sono sentito così gratificato nel mio lavoro di farmacista, MAI mi sono sentito così utile.

Molti colleghi mi hanno chiesto stupiti: “Perché fai le consegne in prima persona?
La risposta è stata semplice: in primis perché “consegnare farmaci” significa spesso e volentieri anche dare consigli e suggerimenti su come vanno presi, poi perché non affidarsi ad altri è l’unico modo per offrire il servizio gratuitamente e infine perché poter cogliere, in prima persona, la contentezza del ricevere un aiuto direttamente a casa in un momento così difficile (e parliamo, nella maggior parte dei casi, di persone con grossi disagi) è un qualcosa che non ha prezzo e mi ha ampiamente ripagato dal tornare a casa esausto e stremato dopo 11/12 ore di lavoro consecutive….

Infine bisogna anche dire che, con questo “ritmo”, sono anche dimagrito di un quattro cinque chiletti, il che non dispiace affatto! 🙂

 

Stefano Federico

Ecce Vinum

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  Commenti: 4


  1. Dottore, mi fa piacere ringraziarla per quanto ha fatto per la mia famiglia, consegnandoci a domicilio i farmaci, quando un’altra farmacia che ci riforniva aveva interrotto il servizio e non trovavo un’altra farmacia in zona che consegnasse a domicilio. Lei ha sempre risposto al telefono e ci ha dato la sicurezza di poter contare sul suo aiuto. Questo per la mia famiglia è stato un aiuto enorme. Grazie, grazie grazie dottore.

    • Porcaro Maria Antonia


      Non ho mai conosciuto una professionalità come quella del dottor Stefano Federico voglio ringraziarlo per la sua grande umanità e disponibilità che ha saputo e voluto darci in questo tempo di pandemia.Non è passato giorno alle mie richieste,ha compreso le mie necessità ed è arrivato sempre con il sorriso sulle labbra,come un soldato sul campo di battaglia ha cucito distante per aiutare chi aveva bisogno.Dottor Stefano non finirò mai di ringraziarla,rimarrà nel mio cuore di madre con la gioia di avere avuto il grande privilegio di averla conosciuta. Grazie Maria


  2. Gentile dottore le parole non riusciranno mai a ringraziarla per quanto ha fatto per me e mio marito portando le medicine a domicilio. Un servizio che ci ha fatto sentire fortunati in un momento tanto difficile. GRAZIE Antonella e Fulvio

  3. Henos Palmisano


    Caro Stefano non avevo dubbi sul tuo enorme senso civico della tua nobile professione. Per quanto riguarda il malaffare delle mascherine, chi ci governa dovrebbe sapere che qualsiasi cosa che venga fabbricata in Italia ha costi superiori, per esempio, rispetto alla Cina. Quindi dovrebbero essere specificate da dove le mascherine provengono, tenendo presente che, in generale, il prodotto italiano non teme rivali per la qualità.

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