“Epidemia/Epidermia” l’arte, il tattoo, il corpo
Il 25 maggio alla Biblioteca Vaccheria Nardi in via di Grotta di Gregna 37 a Roma Colli AnieneIl 25 maggio 2016 alle ore 16,30 alla Biblioteca comunale Vaccheria Nardi, in via di Grotta di Gregna 37 a Roma Colli Aniene si terrà una conferenza sul tema “Epidemia/Epidermia” l’arte, il tattoo, il corpo.
Ne parleranno Carla Guidi (giornalista e scrittrice) con Pietro Zocconali, presidente ANS (Associazione Nazionali Sociologi) e giornalista, con il fotografo Valter Sambucini, le cui foto verranno proiettate con la colonna sonora di Enrico Cosimi. Presenterà Tatiana Procacci dell’Associazione “Parole in piazza”.
Ingresso libero
Abbiamo parlato dell’evento con l’organizzatrice che si ha detto: “Ho organizzato questa conferenza per il 25 maggio alla Biblioteca del Comune di Roma “Vaccheria Nardi”, vista la disponibilità culturale che contraddistingue questo Centro, aperto al territorio con offerte stimolanti per un pubblico di ogni età.
L’argomento è interessante a mio parere, per una duplice ragione. La diffusione del Tatuaggio, e la sua popolarità, è contagiosa, si potrebbe definire “virale” utilizzando il nuovo senso che molti nativi digitali danno a questo termine, mentre la sua complessità (che implica l’organo più esteso del nostro corpo del quale stiamo ancora scoprendo nuove valenze) ha a che vedere contemporaneamente con il linguaggio visivo – più o meno calligrafico o mimetico – e con significati sociali di appartenenza e/o di valorizzazione estetica, con simbolismi culturali in evoluzione e con lo stesso principio di Realtà, la cui esistenza è resa attualmente sempre più aleatoria dalla prepotenza dell’immaginario virtuale/informatico erogato, senza soluzione di continuità, dai social media”.
Sarà un interessante approfondimento anche con la partecipazione del sociologo Pietro Zocconali ed il fotografo Valter Sambucini che ha realizzato servizi fotografici durante affollate Tattoo Convention in giro per l’Italia. Farà da cornice la musica elettronica di Enrico Cosimi e la presentazione di Tatiana Procacci dell’Associazione Parole in piazza.
Il pensiero in proposito del sociologo Pietro Zocconali si può così sintetizzare.
Da cinquanta anni a questa parte, e sembra trattarsi di secoli e secoli fa, tutto è cambiato; nelle società sempre più globalizzate stiamo vivendo in quella che il sociologo polacco Zygmunt Bauman ha chiamato, con un felice intuito, “società liquida”. Il consumismo è sempre più subdolo mentre il tempo, sempre più accelerato, sopporta le forti speculazioni finanziarie ed il bombardamento mediatico. Tutto ciò contribuisce ad indebolire la memoria individuale e culturale, il contatto con una realtà anche corporea, dato che la componente virtuale nelle comunicazioni è sempre più forte, mentre il consumo è ancora vissuto come una forma di espressione e di costruzione della propria identità, di cittadinanza, di riconoscimento sociale, riscatto e integrazione. In tutto questo il corpo viene sempre più immerso nel flusso della competizione tra le mode, anziché permanere veicolo di accesso al contatto sociale, alla spiritualità ed al patrimonio di memoria. Anticamente, e per tradizione millenaria, il tatuaggio si legava a riti religiosi e di passaggio, a magie di auto protezione e scaramantiche, a status sociali e/di appartenenza, oggi invece ci si tatua prevalentemente per rendere indelebile un episodio, un ricordo, il ritratto di una persona, un nome o un momento particolare della propria vita, ma anche per abbellire il corpo e decorarlo, per imitazione quindi (moda), alimentando altresì un proprio mercato che compete con il business dell’abbigliamento, ma permette altresì un lavoro sempre più raffinato a tanti giovani artisti.
Carla Guidi ha già affrontato questo argomento nell’articolo “VIRTUALE O CORPOREO?” pubblicato su http://www.artapartofculture.net/2015/05/20/virtuale-o-corporeo-tattoo/, e le preme sottolineare che “l’arte, in qualsiasi modo o attraverso qualsiasi medium si esprima, è un linguaggio prima di essere un oggetto di mercato, le sue componenti sono quindi simboliche ed immaginarie al tempo stesso, anche se la sua componente visiva mantiene molte attrattive ipnotiche. Domandandoci se sia morta la cosiddetta Arte moderna, sotto la pressione dell’iconofobia delle neoavanguardie, ci accorgiamo che adesso corre per le strade con la Street Art, si accoppia strettamente alla scrittura con il Fumetto d’autore, si teatralizza con le maschere dei Cosplayer, si mimetizza in immagini decorative, tribali o addirittura dotate di nitidezza fotografica, erratiche in quanto a tradizioni, ma permanenti sulla pelle, per mezzo della mano di artisti esperti della Mimèsis o se si vuole del Trompe-l’œil”. “Come è potuto succedere che tale organo di confine, di protezione e di scambio sociale, citando Asley Montagu ed il suo documentatissimo La peau e le toucher (1971) e di nascita dell’Io, citando Didier Anzieu col suo Le Moi-peau (1985) divenisse infine luogo privilegiato per trasmettere messaggi? Molti accusano un decadenza epidemica, causa una sorta di Regressione, ma forse troppo frettolosamente dimenticando la componente terapeutica propria dell’Arte dove infine, il tatuatore-catalizzatore-artista-stregone, è chiamato in causa per guidare da vicino l’iniziato, attraverso un percorso di consapevolezza estetica e di spiritualità perduta, a riprendere contatto col proprio Sé. Infine, se si vuole leggere l’illuminante testo della psicoanalista newyorkese Louise Kaplan – Cultures of Fetishism (2006) essa a questo proposito, riporta la recensione che Stephen Holden (2003) scrisse del film In My skin, nel senso che qualunque tipo di scrittura sulla pelle può essere un tentativo di ristabilire una connessione con il Corpo, connessione andata perduta sotto l’oppressione dell’invasione tecnologica”.
Per info sull’incontro Tel. 0645460491 – http://www.bibliotu.it/biblioteca/vaccherianardi
Altri riferimenti:
Valter Sambucini – http://www.valtersambucini.it/
Enrico Cosimi – http://www.audiocentralmagazine.com/
http://www.ans-sociologi.it/
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