

Quartieri che sembrano vivere un incubo quotidiano, con il suono di vetri infranti che ormai accompagna le notti e i risvegli di molti romani.
All’Esquilino, San Lorenzo, Castro Pretorio e oltre, le auto parcheggiate lungo le strade si trasformano troppo spesso in bersagli facili per vandali senza scrupoli.
Il risultato è sempre lo stesso: finestrini distrutti, cittadini esasperati e un senso di impotenza che cresce di giorno in giorno.
Tra le vie più colpite spiccano via Principe Amedeo, piazza Manfredo Fanti e viale Carlo Felice, all’Esquilino, ma il fenomeno si espande anche ad altre zone della città.
San Lorenzo, ad esempio, è da tempo teatro di episodi simili, così come Castro Pretorio.
Nonostante le denunce a polizia e carabinieri si moltiplichino, spesso il problema sembra sfuggire a qualsiasi controllo.
Le immagini di auto danneggiate postate sui gruppi di quartiere si sono trasformate in una macabra routine, specialmente in zone come via Carlo Botta, dove, dall’inizio di gennaio, il fenomeno è diventato quasi sistematico.
Eppure, non mancano gli interventi delle forze dell’ordine. Nel pomeriggio di ieri, ad esempio, le volanti della polizia di Stato sono intervenute su segnalazione di alcuni cittadini.
Le chiamate al 112 parlavano di un uomo che, ancora una volta, stava danneggiando auto in via Carlo Botta.
Dopo una breve battuta in zona, gli agenti dei commissariati Sant’Ippolito e Porta Pia hanno individuato e fermato il sospetto, un quarantenne di nazionalità etiope già noto alle forze dell’ordine.
Nonostante l’arresto, il problema è tutt’altro che risolto. Non essendoci la flagranza di reato, il vandalo è stato denunciato per danneggiamento e rimesso in libertà.
Un epilogo che ha fatto insorgere i residenti, ormai stanchi di quella che definiscono “una farsa”. “È sempre lo stesso copione”, lamenta un cittadino sui social. “Lo prendono, lo denunciano e poi lo lasciano libero di tornare a distruggere altre auto. Quanto dobbiamo aspettare prima che la situazione cambi davvero?”.
Secondo quanto trapelato, per l’uomo verrà richiesta l’espulsione, ma i cittadini sanno che l’iter potrebbe richiedere tempo e che, nel frattempo, il problema potrebbe continuare a ripresentarsi.
Nel frattempo, i residenti continuano a organizzarsi, denunciando ogni episodio e facendo rete sui social per documentare la portata del fenomeno.
Il disagio non è solo economico – molti cittadini devono affrontare riparazioni costose – ma anche psicologico, con un crescente senso di insicurezza che si diffonde nei quartieri colpiti.
La speranza, per molti, è che la pressione sociale e l’attenzione mediatica possano finalmente portare a una soluzione concreta.
Ma, per ora, quella dei finestrini rotti resta una ferita aperta nel cuore della Capitale, con i cittadini che si chiedono quanto ancora dovranno subire prima di tornare a vivere serenamente le loro strade.
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