

“Il Parco delle Sabine – dichiara l’omonimo Comitato – a Fidene è da tempo al centro di speculazioni edilizie che ne hanno modificato l’originario aspetto. Per mesi infatti, sono stati riversati sull’area migliaia di metri cubi di materiali di risulta che hanno reso il Parco una discarica. Colmati fossi e avvallamenti con materiali d’avanzo, sono spuntate vere e proprie collinette di detriti. Malgrado l’assicurazione a vigilare, da parte dell’Assessorato comunale alle Periferie, sulle opere pubbliche e sulla loro realizzazione in contemporanea con interventi privati, i cantieri sono andati avanti con l’area verde ridotta sempre più ad un ammasso di macerie”.
La zona è da tempo al centro di attenzioni per quanti vogliano risparmiare sul riciclo dei materiali di risulta vista la numerosa presenza, nei quartieri di Fidene e Serpentara, di parchi, valli e fossi. “Già nel 2004 – denuncia il Comitato – centinaia di migliaia di metri cubi di detriti – materiali di demolizione provenienti dalla ex caserma Montello (in via Guido Reni al Flaminio) eliminata per far posto al nuovo museo d’arte contemporanea (Maxxi) – avevano seppellito l’antica via della Serpentara e l’area adiacente soggetta a tutela paesistica”.
Oltre alla cancellazione del paesaggio originario, il Parco delle Sabine è stato limitato nella sua estensione da progetti edilizi. Su tutti la progettazione all’interno di un impianto sportivo da dare in gestione ad una società privata e l’approvazione di un progetto di edilizia residenziale privata (20.000 metri cubi), proposto grazie al Programma di Recupero Urbano nel 2001 (tra l’altro a tempo scaduto rispetto a quanto prevedeva l’apposito bando che fissava i limiti per la presentazione delle domande al 1998)
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