Frode nel settore carburanti: sequestri per oltre 1,5 milioni di euro a Pontecorvo
La società emetteva fatture false per la vendita di gasolio agricolo a circa 150 soggetti operanti nel settoreLa Guardia di Finanza ha recentemente condotto un’importante operazione per contrastare frodi fiscali nel settore dei carburanti, portando alla luce un sistema di contrabbando e fatture false per la vendita di gasolio agricolo.
Questa operazione, condotta dal Comando Provinciale di Frosinone e coordinata dalla Procura di Cassino, si è conclusa con l’esecuzione di un provvedimento di sequestro cautelare per un valore di circa 1,5 milioni di euro nei confronti di una società di Pontecorvo e del suo amministratore.
Le indagini, portate avanti dalle Fiamme Gialle del Gruppo di Cassino, hanno evidenziato l’esistenza di una presunta associazione a delinquere finalizzata al contrabbando di gasolio agricolo, per un totale di oltre 1,47 milioni di litri, illecitamente venduto a soggetti non aventi diritto.
Questo carburante, destinato a uso agricolo, gode di un’accisa e un’aliquota IVA agevolata del 10%, inferiore rispetto al carburante per autotrazione, su cui grava invece un’aliquota IVA del 22%.
La complessa rete di frode coinvolgeva circa sette persone tra amministratori, autisti e personale amministrativo. Nel dettaglio, la società emetteva fatture false per la vendita di gasolio agricolo a circa 150 soggetti operanti nel settore agricolo.
Tuttavia, queste persone, quando interrogate dalle autorità, hanno dichiarato di non conoscere né la società né il suo amministratore, e di non aver mai acquistato il carburante fatturato.
Per conferire verosimiglianza alle operazioni, l’organizzazione emetteva documenti di trasporto elettronici (e-DAS) con dati falsificati dei destinatari, indicando indirizzi fittizi.
Il gasolio veniva poi effettivamente consegnato a soggetti diversi in luoghi differenti, destinandolo a usi diversi da quelli previsti, il tutto a scapito dell’Erario.
Il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) del Tribunale di Cassino ha disposto il sequestro preventivo dei beni della società e, qualora non bastassero, anche del patrimonio dell’amministratore, fino alla concorrenza della cifra evasa, pari a circa 1,5 milioni di euro.
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