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“Germano” e la storia di un amico di 40 anni fa

Un personaggio del V Municipio di Roma

In occasione della Festa di Festa di S. Germano del 30 ottobre, mi fa piacere dare un seguito al filmato che ho pubblicato su facebook nei primi giorni di questo mese, in cui Germano recita una bellissima filastrocca, con l’intento di dimostrare le virtù nascoste di un modesto e semplice personaggio residente nel V Municipio di Roma Capitale di nome Germano detto “Giulietto” .

Germano nasce nel 1942 a Schiavi D’Abruzzo un paesino della provincia di Chieti. Una volta divenuto maggiorenne si accorge che nella vita aspira a qualcosa di diverso, realizzarsi, formare una famiglia, avere dei figli, ma il piccolo paesino non gli permette di fare il salto di qualità . 

Così nel 1958 emigra nella Capitale, giovanissimo e senza esperienze di lavoro si affida a dei paesani (i nati di Schiavi D’Abruzzo, a Roma, esercitano quasi tutti la professione di garagisti oppure sono tassisti. E cosi il nostro Germano inizia a lavorare in un garage, di giorno ma spesso anche effettuando turni notturni.

Il nostro abruzzese, che ha tante ispirazioni, per migliorare il suo tenore di vita cambia spesso posto di lavoro, fino a quando, convinto di aver acquisito abbastanza esperienza di garagista, prende in gestione una rimessa di auto nel centro di Roma. Seguono grandi sacrifici, turni massacranti, spesso di 24 ore e, per fare economia, dormiva sul posto di lavoro. 

Germano, come aveva già fatto per acquisire esperienze nelle mansioni di garagista, cambia spesso gestione, a mano a mano di locali più grandi, con maggiore capienza di auto e comodità. Convinto delle sue capacità imprenditoriali, punta più in alto nel 1962 sostiene gli esami per ottenere la patente per guidare un taxi. 

Così il nostro personaggio come aveva già fatto in precedenza, prende in affitto un taxi di un compaesano, piano piano cerca di migliorare la condizioni di lavoro, cambia taxi, per poter lavorare con automobili più grandi, più moderne e con minore costo di gestione.

Fin quando il nostro intraprendente giovanotto acquista una licenza di taxi, e con calma crea un buon rapporto con i colleghi.

Acquisiti i presupposti di un lavoro sicuro, decide di mettere su famiglia e così nel 1962 si sposa con una sua compaesana Angela e, dopo tante peripezie in abitazioni prese in affitto, acquista un appartamento, dove sono nate e vissute fino al giorno del matrimonio  le due figlie Patrizia ed Emanuela.   

Purtroppo dopo tanti periodi di soddisfazione e gioia, arriva un evento molto triste. Germano perde la compagnia di vita nel 2022, lasciando smarrito e desolato il nostro intraprendente “Giulietto” 

Ma come nelle belle famiglie attorno lui è scattato un cerchio di protezione e di maggior affetto da parte delle figlie e dei nipoti. 

Nonostante il grande dispiacere, con il suo classico buon umore, Germano ringrazia Dio per la sua salute, l’affetto della famiglia, il calore delle amicizie che lo circondano, e con spirito umoristico si permette anche qualche battuta: “Io sono fortunato – ci confida  – le sono certo che, quando, il più tardi possibile, volerò in cielo San Pietro  mi accoglierà a braccia aperte, perché ho la fortuna di frequentare e pregare in tre Parrocchie: San Barnaba dove abito, Santa Giulia dove abita mia figlia Patrizia, e  S Luca Evangelista vicino all’abitazione di mia figlia Emanuela e poi, sinceramente ti confido che, frequento di più quella di S Luca Evangelista, perchè dopo la scomparsa di mia moglie con le tante iniziative dei volontari della Parrocchia ho maggiore possibilità di aggregazione”.   

“Sono felicissimo – conclude – di come si è svolta la mia vita finora, anche se un po’ travagliata, da umile contadino e con tanti sacrifici, fino a potermi vantare di avere in famiglia con due nipoti laureati: Davide in Lingue nella Società dell’informazione, Michela con laurea triennale in lingue e letterature moderne e laurea magistrale in Editoria e giornalismo. 

Prima di salutarci Germano aggiunge una battuta: “c’è un proverbio che dice: chi va con lo zoppo impara a zoppicare. E quindi frequentando i nipoti laureati in qualche modo mi sento pure io “strutto” (istruito)” 


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