

Il Giubileo della Speranza è tale soprattutto per i romani, costretti a subire le conseguenze dei ritardi nei lavori che avrebbero dovuto essere completati per l’inizio dell’Anno Santo, e il suo avvio rappresenta una figuraccia di livello mondiale per la Città Eterna: neppure per un evento previsto con 25 anni di anticipo è stato infatti possibile realizzare gli interventi necessari nei tempi stabiliti.
Il Codacons attacca la gestione amministrativa e organizzativa del Giubileo, che a poche ore dall’apertura della Porta Santa denuncia già tutti i suoi limiti nonostante l’afflusso di turisti sia solo agli inizi: è assurdo esultare per quanto fatto visto che si tratta di un vero e proprio sfacelo gestionale, se solo 64 dei 204 interventi considerati “essenziali e indifferibili” saranno pronti entro il 2024 e se molti di questi si riferiscono in realtà a opere minori o rifacimenti (le pensiline della stazione Termini, l’“aggiornamento dei sistemi di risposta rapida per l’analisi di agenti chimici in situazioni emergenziali), non certo a nuovi progetti infrastrutturali o monumentali.
Progetti di assoluto rilievo sono stati invece cancellati o rinviati alle calende greche (i parcheggi interrati di Piazza Risorgimento e del Lungotevere Castello, la stazione del Pigneto o il Mercato Metronio), lasciando il posto a una pioggia di promesse e annunci (che ormai sono già stati smentiti dai fatti). Senza ricordare che molte opere finanziate con i soldi stanziati per il Giubileo saranno pronte.. Dopo il Giubileo.
“I ritardi per il Giubileo sono ingiustificabili, visto l’ampio margine per organizzare al meglio l’evento”, dichiara il presidente Carlo Rienzi. “I romani pagano il conto di questo sfacelo organizzativo davvero da record: Roma è arrivata impreparata a un evento noto da 25 anni, un fatto gravissimo di cui qualcuno deve rispondere”, conclude.
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