Il parco della Caffarella è ancora a metà: pressioni del Comitato alla Corte dei Conti

Nel documento inviato ai giudici contabili, si parla apertamente di un possibile “danno erariale”, visto il mancato completamento del parco e l’assenza di interventi per liberare le aree già espropriate

Nel cuore verde di Roma, tra storia millenaria e natura incontaminata, esistono 13 ettari e mezzo di terra che, sulla carta, dovrebbero appartenere alla collettività.

Eppure, a distanza di quasi vent’anni dall’esproprio, quelle aree sono ancora occupate dai vecchi proprietari, grazie a una formula giuridica chiamata “detenzione precaria”.

I cittadini e gli attivisti del Comitato per il Parco della Caffarella non ci stanno e hanno deciso di rivolgersi direttamente alla Corte dei Conti.

Nel documento inviato ai giudici contabili, si parla apertamente di un possibile “danno erariale”, visto il mancato completamento del parco e l’assenza di interventi per liberare le aree già espropriate.

 

A rendere la questione ancora più delicata è il valore culturale e ambientale di questi terreni, vincolati per la loro importanza archeologica e paesaggistica.

Negli anni, il comitato ha ottenuto qualche vittoria. È il caso del terreno accanto al sepolcro di Geta: espropriato nel 2007, era stato “donato” dalla vecchia proprietaria a terzi, ma l’operazione è stata bloccata e oggi quei 5.500 metri quadrati sono a disposizione dell’Università di Ferrara per uno scavo archeologico partecipativo. Stessa sorte per l’ex concessionario Hyundai su via Appia Antica, anch’esso recuperato.

Ma i 13,5 ettari mancanti restano una ferita aperta. Nel 2023 l’amministrazione Gualtieri ha annunciato un tavolo di lavoro per definire il destino di queste aree.

Nel frattempo, alcune acquisizioni sono andate a buon fine, come quella del Casale dell’ex Mulino, ora trasformato in ostello per pellegrini. Tuttavia, si tratta di spazi che non rientravano tra quelli già espropriati, lasciando irrisolto il nodo principale.

Il tempo passa, ma il parco resta incompleto. I cittadini continuano a chiedere risposte: il completamento della Caffarella è un dovere storico e ambientale, non solo un progetto su carta.


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