Inaugurato il Murale di viale Alessandrino

Il tema è il 1946 il voto alle donne. Il diario della sua realizzazione - IL VIDEO

Il 24 aprile 2024 è stato inaugurato il Murale realizzato sulla facciata laterale del Centro Anziani Alessandrino.

“Il primo voto delle donne” è il titolo dell’opera che racconta il 2 giugno 1946, con la caduta del fascismo e la fine dell’occupazione nazista, in Italia si vota per scegliere tra monarchia e repubblica, per la prima volta le donne votano, dopo 20 anni di dittatura acquisiscono un diritto fondamentale.

Il murales è ispirato ad un racconto di Luigina Meco che narra delle donne dell’Alessandrino in età di voto che si vestirono a festa, insieme anche alle più piccole, scavalcando la marana dove oggi c’è la Togliatti, andarono alla Cecconi a votare tutte insieme in un corteo festoso.

Il murale a cura della muralista Debora Diana, è stato realizzato da lei e altri 6 artisti che per alcuni sabati si sono messi all’opera insieme ai partecipanti al laboratorio organizzato dal Centro di Iniziativa Popolare (CIP) e al Centro Anziani “Come si fa un murale” fino ad ultimare l’opera oggi inaugurata.

“Sarà un murale molto colorato e speriamo che contribuisca alla riqualificazione del quartiere magari creando a catena altri eventi positivi” ci raccontava alcuni giorni fa Debora Diana, e osservando la foto di un mese fa del muro possiamo dire che la “riqualificazione” è già stata centrata, ora speriamo nell’effetto emulazione.

L’inaugurazione del Murale fa parte della Festa della Resistenza di Roma, promossa e sostenuta dall’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale, con il coordinamento del Dipartimento Attività Culturali e con la collaborazione dei Municipi V e VII, dell’Istituzione Biblioteche di Roma, delle Associazioni della Casa della Memoria e della Storia, dell’Archivio Flamigni, dell’Associazione Cittadini del Mondo e delle reti di Associazioni culturali e territoriali Q44 e Ottava Zona – Memoria Est. Media Partner: la Repubblica, Rai Radio 1, Rai Cultura. Con la Collaborazione di Rai Teche e Siae. Mobility partner Atac. L’organizzazione è di Zètema Progetto Cultura.

Ringraziamo il nostro affezionato Giuseppe per i video che ci ha fatto pervenire puntualmente al nostro numero whatsapp 3922092736.

Sono state delle giornate molto ricche di significato e di emozioni che Debora Diana ha raccontato attraverso il suo profilo Facebook e che noi riportiamo qui di seguito.

Il diario di Debora Diana

24 marzo

Il primo giorno del murale la temperatura era perfetta, i partecipanti del laboratorio entusiasti… un po’ meno dopo che abbiamo lavato la parete, passato il fissativo e fatto la quadrettatura.
Lavoro duro ma necessario.
Tanti curiosi ci hanno chiesto:
“Ma che state a fà? State a girà un film?”
Ma quanto mi piace tutto questo, quanto sono meravigliosi i sorrisi della gente.
Oggi, secondo giorno, più freddo e più ventilato ma il sole ha, comunque, illuminato la nostra giornata riscaldandoci.
Dopo la fatica del primo giorno, abbiamo cominciato a disegnare.
Decisamente molto più gratificante e divertente.
Belle chiacchiere con gli abitanti del quartiere ed amici che ci giravano intorno curiosi offrendoci di tutto dal caffè ai cornetti al cioccolato.
Questa bella atmosfera mi ha riempito di entusiasmo e buonumore, spero che il prossimo weekend continui ad essere esattamente così.
Se vi fa piacere continuo a tenervi al corrente….

8 aprile

E’ la terza giornata che scarabocchiamo questo muro.
Il cielo è blu, limpido senza nuvole e il sole è caldo, MOLTO caldo.
La squadra, composta in prevalenza da donne, ha un bello spirito di gruppo, dove regna rispetto, amicizia e collaborazione.
Con le matite da muratore abbiamo riportato il disegno del bozzetto sul muro e questo ha richiesto un bel po’ di tempo ma ci ha dato grandi soddisfazioni.
Abbiamo molti visitatori.
Se nei primi giorni la gente non capiva bene cosa stavamo facendo, adesso che il disegno è più chiaro non hanno più dubbi.
Ci raccontano:
“Avevo sei anni all’epoca”…
“E’ tutto merito di Togliatti se le donne hanno cominciato a votare”.
“Nel mio paese è successo molto più tardi…”
La tentazione è quella di smettere di disegnare e sedermi a chiacchierare con loro…

Il quarto giorno abbiamo escogitato il sistema di fissare un telo sulle nostre teste per proteggerci dal sole.
Si sta meglio.
La squadra è piena di entusiasmo.
Vanno a mille… fatico a stargli dietro.
Abbiamo perfezionato il disegno a matita e fissato con della vernice nera acquarellata portandolo così a compimento.
Yuppy.
Alcuni abitanti del quartiere molto preoccupati ci avvisano di un eventualità da tenere in alta considerazione:
“Sapete quanto durerà tutto questo lavoro? I ragazzini con le bombolette ci metteranno un attimo a rovinarlo…“
Altri invece ci rassicurano:
“Ci siamo qui noi a controllare che non gli succeda niente”.
Questo mi ha fatto riflettere sul fatto che lo percepiscono già come loro e, si sa, tutti teniamo di più alle cose che ci appartengono.
Il prossimo fine settimana cominceremo a dipinderlo con i colori dell’arcobaleno.
E’ la parte che preferisco e quella che anche gli altri aspettano con trepidazione.

15 aprile

Questi sono i momenti che preferisco, quando si comincia a colorare…
Il disegno prende forma e grazie a questo molte più persone si fermano, non più solamente a guardare ma, entrando in relazione con noi e ci sostengono. Questo ci fa capire che siamo sulla giusta strada e ci ripaga dei nostri sforzi e del nostro impegno.
Credo nella qualità di questa idea artistica perché è contemporanea ma senza dimenticare chi siamo e da dove veniamo ed è in grado di condividere valori.
Credo in questa idea artistica perché è un progetto sociale che valorizza il territorio e, si spera, sia un progetto di lunga durata.
Questi momenti riescono sempre a stupirmi positivamente.

Ho notato, stando tante ore per strada, che non ci sono più bambini.
Faccio parte di quella generazione che giocava in mezzo ad una via per ore ed ore insieme a ciurme di altri ragazzini.
Pallavolo, palla prigioniera, calcio…
Dove sono finiti?
Dove giocano i ragazzini?
No, perché, adesso, che finalmente è arrivato il mio turno…
Vorrei rivendicare il mio sacrosanto diritto di dire:
“Te lo buco questo pallone!”

22 aprile

Il murale è terminato.
Se da una parte sono felice che l’opera sia conclusa… dall’altra mi mancherà il tempo trascorso insieme agli altri artisti nel quartiere Alessandrino.
Sono state giornate intense e divertenti e possiamo vantarci di avere, al nostro seguito, un nutrito numero di ammiratori che ci hanno tenuto compagnia:
“Questo murale è sbarcato in America… no, perché, con whatsapp ho mandato le foto ai miei parenti emigrati a New York ed è piaciuto molto”.
Un altro signore “Se le donne hanno potuto votare è per merito di Togliatti ecco…”, ci dice aprendo un album da collezione pieno di francobolli. “Ecco vedete questo raffigura Togliatti… potete notare le scritte in russo perché in Italia non glielo hanno mai voluto fare”.
Poi… arrivano tre giovanissime ragazzine con una bougainvillea in mano: “Questa pianta ve la manda il Teatro del Quarticciolo… c’era anche un biglietto ma si è scapocciato, è caduto e si è perso…”.
E poi la signora delle caramelle, il signore delle cioccolate calde…
Quante risate. Quanta allegria.
Un’esperienza indimenticabile, un grazie di cuore a tutti quanti.

25 aprile

Altre foto pubblicate su Facebook


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