Infernetto, confronto tra cittadini e istituzioni sul centro “La Betulla”
Dopo il trasferimento dei 24 minorenni dal centro di Tor Sapienza all'Infernetto il X Municipio incontra i cittadiniIl 18 novembre si è tenuto presso la parrocchia San Tommaso Apostolo, nel quartiere Infernetto, un incontro tra esponenti del Campidoglio, gli assessori e i residenti del X municipio riguardo al trasferimento dei 24 ragazzi egiziani dal centro di Tor Sapienza al centro ‘’la Betulla‘’ sito in via Salorno. I ragazzi, tutti minorenni, si sono resi protagonisti domenica mattina – al momento del trasferimento da viale Morandi a via Solorno – di una rissa, che ha visto 4 di loro finire all’ospedale per ferite comunque non gravi. Quest’ultimi – a detta di alcune persone presenti all’iniziativa e che hanno avuto modo di parlare con i ragazzi – avrebbero solo voluto tornare al centro di provenienza, dove ormai avevano trovato la loro casa. Le istituzioni hanno quindi voluto confrontarsi con i residenti del X municipio per acquietare le dimostranze che negli ultimi giorni hanno visto i cittadini tenere un atteggiamento ostile verso questi minorenni.
A presenziare l’incontro c’erano l’assessore al welfare e alla salute del X Municipio di Roma Capitale Emanuela Droghei, il capogruppo del Pd Giuseppe Sesa e il presidente della commissione servizi sociali Giovanni Zannola, che hanno poi lasciato spazio agli interventi dei residenti della zona. Il primo a prendere parola è stato Giovanni Zannola, che ha tenuto a precisare la situazione venutasi a creare negli ultimi giorni sia a Tor Sapienza che all’Infernetto: “Il centro di accoglienza a Tor Sapienza è stato attaccato e distrutto da 80 persone. Il centro era diviso in tre aree: la prima era una casa famiglia che ospitava minori italiani; la seconda accoglieva 36 adulti rifugiati politici; la terza ospitava 36 minori non accompagnati, e alcuni di questi ora sono al centro ‘’la Betulla’. L’esponente del Campidoglio ha cosi proseguito: ‘Il primo e il terzo modulo sono stati distrutti, per cui il Comune ha avuto ed ha due problemi. Innanzitutto fare una perizia sui danni, costituendo il Comune come parte civile, poi dare una casa a questi minori. 24 di questi sono quindi stati affidati alla tutela del Sindaco che, secondo la legge, in caso di mancata assistenza dei minorenni, deve tutelarli. Il primo cittadino ha, poi, delegato l’assessore al sostegno e sussidiarietà del Comune di Roma Rita Cutini a portare questi ragazzi in un altro centro.
L’errore del primo cittadino e del Campidoglio – secondo Zannola – è stato non avvertire i residenti del X municipio dell’inserimento dei 24 ragazzi al centro ‘la Betulla’. A parziale giustificazione di questo comportamento Zannola si è cosi difeso: ’Non ci sono stati i tempi né per avvertire i cittadini e né per comportarsi in un altro modo, visto che il tutto è accaduto nell’arco di due giorni’.
A prendere parola l’uno dopo l’altro sono stati i diversi cittadini. Inizialmente è prevalsa la paura verso questi ragazzi presenti nel quartiere, con alcuni commenti come ’’Non è razzismo, ma i ragazzi sono stati visti in giro, oppure’ Non è razzismo, ma legittima difesa’. Quando il clima degenerativo sembrava aver prevalso sulla buona coscienza pubblica, una signora si è alzata in piedi, invitando i residenti a non strumentalizzare il fatto affinchè i media potessero accendere i riflettori su un quartiere abbandonato dalle istituzioni e come non avesse alcun senso prendersela con dei ragazzi minorenni la cui unica colpa è l’essere stati abbandonati dai propri cari nel loro paese. Da lì, pian piano, si è arrivati alla decisione di contrastare la manifestazione in programma il 22 novembre organizzata dal Comitato per la difesa del X Municipio (vicino a CasaPound), cercando invece di far sentire a proprio agio questi ragazzi piuttosto che inveirgli contro.
Una fatto è apparso piuttosto chiaro dall’incontro: la non curanza delle istituzioni riguardo le condizioni di vita dei residenti della zona. Difatti il quartiere è privo di un’illuminazione accettabile, di un ospedale (il più vicino è ad Ostia, circa a 20 minuti di macchina) e di un commissariato di polizia( il più vicino dista anch’esso a circa 20 minuti di macchina). Ogni giorno i residenti si imbattono con lo stato di emergenza ad ogni allerta metereologica e con la mancanza di fondi destinati alla scuola pubblica. Emanuela Droghei si è detta pronta a organizzare un altro incontro per discutere dei problemi del quartiere e rendere l’Infernetto, finalmente, un posto più accogliente.
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