Interrotta dalla Polizia attività di un’organizzazione specializzata in truffe on-line

Arrestata una donna, "riferimento" in Italia della banda che aveva base operativa in Romania. Sequestrate schede telefoniche e carte di credito ricaricabili
Redazione - 17 Settembre 2016

Con una complessa indagine protrattasi per alcuni mesi, gli agenti del Commissariato Villa Glori, diretti dal dott. Ermanno Baldelli, hanno sgominato una organizzazione specializzata nelle truffe online, che aveva messo a segno numerosi colpi in danno di persone in varie parti d’Italia.

Con gli annunci, pubblicati su diversi siti specializzati, venivano offerti in vendita  smartphone, tablet e computer, a prezzi particolarmente favorevoli.

L’organizzazione, su cui sono ancora in corso indagini, aveva la mente operativa in Romania, dove alcune persone, in fase di identificazione, provvedevano, spesso anche in maniera diretta, a gestire la maggior parte delle trattative, utilizzando un software che ne simulava la presenza in Italia, mentre si trovavano in realtà all’estero.

sequestroschedecartecreditoNel nostro paese operava invece una italiana di 33 anni, residente nella zona di Fonte Nuova, la quale si occupava, oltre che di inserire gli “annunci truffa”, anche di gestire online una parte delle trattative con i potenziali truffati nonché di procacciarsi, tramite negozi compiacenti su cui sono in corso indagini, le Sim da utilizzare per le truffe e spedirle in Romania unitamente alla carte di credito ricaricabili su cui confluivano i proventi delle truffe.

Nel corso di una perquisizione, disposta dall’autorità giudiziaria nei confronti della donna, arrestata per rispondere di utilizzo e possesso indebito di carte di credito, gli investigatori hanno rinvenuto circa un centinaio di Sim di vari gestori, diverse carte di credito nonché numerose fotocopie di carte d’identità e di passaporti.

Nel corso delle indagini è emerso come, con la scusa di provare la reciproca onestà dei contraenti, l’organizzazione proponeva lo scambio via mail dei rispettivi documenti, in modo da ottenere nomi a cui intestare, a loro insaputa, le carte ricaricabili ,esercitando pertanto anche il furto d’identità.

Il numero elevato di Sim rinvenuto è legato oltre che alla mole degli “affari”, che gli investigatori stimano fruttassero oltre 5.000 euro al mese, anche al fatto che le stesse, dopo qualche tempo divenivano note, in gergo “bruciate”, sui siti di vendita.

Le indagini non sono ancora terminate. Gli investigatori del Commissariato Villa Glori cercheranno, infatti, di identificare gli altri appartenenti all’organizzazione che operavano in sintonia con la donna.

Timbrificio Centocelle

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