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L’8 marzo del Teatro Quirino con Monica Pivetti

In scena "L'inferiorità mentale della donna": una feroce satira delle teorie pseudoscientifiche

Divertente e istruttivo lo spettacolo (un lungo, graffiante e scoppiettante monologo) messo in scena ieri sera, 7 marzo 2025 da Veronica Pivetti al Teatro Quirino “Vittorio Gassman”: un testo firmato da Giovanna Gra collazionando teorie e affermazioni prive di senso, dal punto di vista scientifico, prodotte da personalità un tempo celebri autorità in campo medico e criminologico, come ad esempio Paul Julius Moebius e il nostro Cesare Lombroso.

Con molta ironia e sarcasmo Veronica Pivetti ha rivelato al pubblico i pensieri, per niente nascosti ma messi nero su bianco in ponderosi trattati, tendenti a dimostrare che la donna, geneticamente, è un animale incapace di pensiero logico perché in balia degli istinti e dei condizionamenti provenienti dalla sua imperfetta costituzione biofisiologica.

L’autore che la Pivetti pone al centro, come bersaglio principale, della sua satira al vetriolo è Moebius, per molto tempo considerato un luminare della neurologia.

Nel suo trattato “L’inferiorità mentale della donna“, pubblicato nel 1900 (lo stesso anno della pubblicazione de “L’interpretazione dei sogni” di Freud), egli sosteneva che le donne sono totalmente prive di giudizi propri, “per giunta, dopo poche gravidanze, decadono e, come si dice volgarmente, rimbambiscono”. Non solo, ma le donne che hanno la pretesa di pensare, risultano essere le più moleste, in quanto lo sforzo di riflettere le rende peggiori di quanto normalmente esse siano.

D’accordo con le teorie di Moebius, il nostro Cesare Lombroso afferma che le donne abitualmente mentono e spesso uccidono (in tempi come i nostri, nei quali i femminicidi sono fatti quotidiani, si tratta di un vero e proprio rovesciamento di frittata).

Come prove empiriche delle loro teorie, tanto Moebius quanto Lombroso citano i proverbi popolari, diffusi in tutte le nazioni e tradizioni, che calunniano e deridono le donne. “Le donne hanno un solo nemico – prosegue Moebius – il tempo, a cui però, dopo qualche anno di matrimonio soccombono, sia diventando sciocche, sia disseccandosi sotto forma di vecchie zitelle stravaganti“. Se, tuttavia, qualche donna riesce a raggiungere notevoli risultati in qualche campo dello spirito, lo fa perché affetta da “ermafroditismo psichico” (cioè: è un maschio mancato).

Oltre a Moebius e a Lombroso, l’ironia corrosiva di Veronica Pivetti si rivolge anche contro certi “giuristi” moderni, come l’illustre sedicente rivoluzionario Sylvain Maréchal, scrittore e avvocato, che presentò, nel 1801, all’aAssemblea Nazionale francese, un progetto di legge per vietare alle donne di leggere, sostenendo che “imparare a leggere è per le donne superfluo e nocivo al loro naturale ammaestramento; d’altra parte la ragione vuole che le donne contino le uova nel cortile e non le stelle nel firmamento”.

E così, con questo delicato e metaforico accostamento delle donne alle galline, anche i cosiddetti “scienziati e giuristi” moderni e innovatori, si aggiungono alla lunga lista di “sapienti” maschi (e tra questi vi sono filosofi antichi e moderni, medici come Ippocrate e Galeno, celebri e santificati Padri della Chiesa) che, nelle loro opere, si sono lasciati andare ad affermazioni, sul conto delle donne, del tutto insulse e prive di qualsivoglia fondamento scientifico, rivelando di essere anch’essi affetti da quei pregiudizi che sono la vera causa del male e dei delitti che, da sempre, si abbattono sui corpi delle donne.

Uno spettacolo, quello di Veronica Pivetti che, oltre a confermare tutte le qualità di autentica show-woman da tempo messe in mostra, ci è sembrato particolarmente adatto a celebrare la Giornata Internazionale della Donna di oggi, 8 marzo 2025.


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