La convivialità nel premio letterario Ischitella-Pietro Giannone
Non solo poesia nei dialetti d'Italia, ma anche degustazioni enogastronomiche condivise di eccellenze del territorioIl 3 e 4 settembre 2021 si è svolta la XVIII edizione del premio letterario nazionale Ischitella-Pietro Giannone, dedicato totalmente alla poesia dialettale di tutte le regioni, province e borghi italiani.
Già l’anno scorso mi ero fatto convincere facilmente a partecipare all’evento per le promesse enogastronomiche del direttore Vincenzo Luciani: le ostriche San Michele allevate nel lago di Varano.
Mai mangiato ostriche così buone: le conchiglie, allevate nell’acqua salmastra del lago di Varano, si presentano ben dentellate, durissime da aprire, con la madreperla lucida e riflessi multicolori se esposta al sole; la polpa soda, abbondante, dolcissima, lascia il palato con un lungo sapore marino; obbligatorio è il matrimonio con una bollicina italiana, dal Prosecco al Franciacorta al Pignoletto ecc., fate voi purché vino italiano.
Parto da Roma giovedì 2 settembre alla volta di Sarno, dove ad attendermi c’è il prof. Rino Caputo, presidente della Giuria del Premio Ischitella-Pietro Giannone che, il giorno precedente, aveva deliziato gli uditori con una lectio su Dante Alighieri: lo trovo attorniato da amici totalmente affascinati dalla sua capacità di esporre concetti molto complicati, ma elargiti con quella signorilità e semplicità, tipica dei grandi oratori. Veniamo invitati a pranzo da Roberta Morosini: il fascino che emana Roberta non è solo quello fisico di una classica bellezza mediterranea, ma anche quello di una donna coltissima che, a prezzo di numerosi sacrifici, si è fatta apprezzare in America, prima come borsista ad Harvard e poi come professore ordinario di Letteratura Italiana alla Wake Forest University, North Carolina. Numerose le sue pubblicazioni, ricordiamo per esempio: Boccaccio geografo (Firenze 2010), Sinbad mediterraneo (Lecce 2013), Dante, il profeta e il libro (Roma 2018), Paolino Veneto: storico, narratore, geografo (Roma 2019).
Così, detto fatto, in questo splendido giovedì di settembre, siamo a tavola con tutta la famiglia di Roberta in un tripudio della cucina meridionale italiana: tantissime verdure a metro 0, appena raccolte dall’orto di famiglia e preparate per deliziare i nostri palati. Autori infaticabili del capolavoro culinario sono i genitori di Roberta: il padre coltiva, nell’orto di casa, preziosi gioielli vegetali; la madre li confeziona nelle più svariate forme per una tavola ricchissima di profumi e colori. Cari lettori quante volte vi abbiamo, su queste pagine, raccomandato di mangiare cibo di prossimità? Ovviamente non tutti potranno permettersi un orto, ma almeno, sul balcone, qualche vasetto con gli odori freschi, non fatevelo mai mancare: i vostri piatti si arricchiranno di personalità e anche di ottimi principi attivi.
Lasciato Sarno molto a malincuore, ci dirigiamo alla volta di Ischitella, confortati dal pensiero di ritrovare gli amici lasciati l’anno scorso.
Arriviamo ad Ischitella in serata e, dopo una veloce “remise en forme”, rieccoci proiettati per le vie della deliziosa cittadina, dove ad attenderci c’è la vulcanica Maria Caputo: obiettivo è il ristorante di Antonio “Sulle Scale”.
Sulle Scale è la tipica trattoria meridionale e, se volete mangiare alla pugliese, senza i fronzoli della Haute Cuisine, ve la consigliamo. Riesco a resistere alle orecchiette con le cime di rape (straordinarie: ho dovuto assaggiarle per onore di cronaca) ed al caciocavallo fresco appena scaldato su piastra, ordinando “solamente” una quaglia alla diavola con antipasti di verdure grigliate (anche queste a metro 0, perché del loro orto).
Antonio è il cuoco che vorremmo come vicino di casa: piatti semplici, ma della grande gastronomia Italo-Pugliese, inarrivabile per le altre Cuisines, perché si fonda sulla freschezza, la qualità e la prossimità delle materie prime, tipiche ed uniche del nostro territorio italico. Fra i tanti piatti che ho “dovuto” assaporare, vi consiglio le fettine di zucca gialla alla griglia.
In Italia l’impiego della zucca gialla è componente principale per numerosi ripieni e risotti, ma Antonio, dopo averla grigliata (lasciata ben croccante), la condisce semplicemente con l’olio del Gargano, un pizzico di sale, una spruzzata di pepe, alcune foglioline tenere di menta piperita ed il meraviglioso origano di questa sponda dell’Adriatico.
La notte ischitellana ci abbraccia con la promessa, di un venerdì 3 settembre, di altre scoperte sensoriali.
La mattina il Sole ci sveglia sensuale e troppo provocante per rinunciare ad una passeggiata sulla spiaggia dorata di Foce Varano e ad un bagno nell’azzurro mare; così, tutta questa bellezza, ci prepara spiritualmente al pranzo presso il B&B Torre del Lago di Giuseppe D’Errico; pranzo luculliano, che vi risparmio in linea di massima, per segnalarvi soltanto una pietanza proposta recentemente anche presso le più raffinate cucine: la salicornia.
Giuseppe, il nostro cuoco, ce l’ha offerta semplicemente condita con olio e limone, SENZA SALE, perché la salicornia è un concentrato di sale, tanto che nell’antichità sostituiva il costosissimo sale da cucina. Il consumo della salicornia (nota anche come asparago di mare e ad Ischitella come “sckòffle”) è consigliabile perché ipocalorica, ricca di vitamine, di fibre alimentari, di proteine, di omega 3, ma povera, per fortuna, di carboidrati e di grassi saturi.
Altre delizie culinarie del territorio, offerte da Anna Rita Russo di BY Cosimillo, hanno accompagnato nel pomeriggio del 3 settembre la declamazione di testi poetici sul cibo dei poeti finalisti e vincitori nel corso del tradizionale link “Con la cultura si mangia”.
Cari buongustai di Abitare a Roma anche quest’anno abbiamo fatto onore alla cucina di Giovanni D’Errico, ristorante l’Operetta, a Rodi, ma in questo caso, preferisco non descrivervi i piatti e mostrarvi alcune foto delle leccornie, che abbiamo degustato noi “normali”.
E cosa non ha mangiato il Presentattore Angelo Blasetti, grande mattatore della manifestazione.
Ma anche i poeti e i giurati, hanno fatto la loro parte in un clima di gioviale convivialità, con brindisi e declamazioni di poesie.
Questa non vuole essere una cattiveria da parte mia, ma un invito a visitare, magari fuori stagione, questi paesi, che ancora conservano ritmi, sapori e rapporti sociali più umani, rispetto alla nostra caotica vita di metropolitani.
Un solo rammarico, non aver potuto visitare la nuova creatura, Fronte Mare, del dinamico Giovanni D’Errico con i nostri più sentiti auguri e l’impegno di una visita, appena possibilie.
Intanto ecco questo bel video
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