E' stato approvato ieri 24 settembre, in giunta comunale il provvedimento che prevede l'armamento dei vigili urbani, i quali, se venisse approvata la delibera, diverrebbero a tutti gli effetti agenti di pubblica…
La corvetta Procura di Trani e la corazzata “Deutsche Bank” – Il panico dell’Angelino rottamando Due – Mussolini all’assalto del Campidoglio – Nessun Brennero per gli euro dei ricchi – Prima l’automulta, poi le scuse
La corvetta Procura di Trani e la corazzata “Deutsche Bank”
“La Procura di Trani – è esplosa la notizia – ha indagato la “Deutsche Bank” con questa ipotesi di accusa: avere manipolato il mercato, nel primo semestre del 2011, con la cessione di bond italiani per sette miliardi di euro. Fatto che avrebbe determinato l’inizio della spirale del nostro debito pubblico, che avrebbe portato l’Italia sull’orlo del baratro, che avrebbe accompagnato il Governo Berlusconi alla fine del mandato e che avrebbe determinato l’avvento dei “professori” di Mario Monti”.
Un’ipotesi di accusa, dunque, quanto mai clamorosa. Che ha tradotto in un atto giudiziario, in verità, quanto sempre sostenuto e denunciato da molti illustri economisti e dalla politica più seria ed obiettiva. Ora, comunque, “Deutsche Bank” dovrebbe sorridere di meno. Perché un conto sono le pur legittime accuse di economisti e politici, un conto le accuse dei magistrati. A meno che qualcuno – come spesso accaduto e continua ad accadere – non intervenga su quei magistrati. Qualcuno, magari, che proprio in questi giorni si sta incontrando e, ad ogni incontro, baci e abbracci tipo carissimi amici. Anche se uno è più nerboruto e l’altro è più mingherlino. E, dunque, più costretto a cedere. Onore al coraggio e all’onesta professionale, comunque, dei magistrati della Procura di Trani. Con l’augurio che nessuno insinui, nemmeno, una loro volontà di agire per mettere in crisi Matteo Renzi. Il quale, tra l’altro, è in crisi – secondo una indagine di “Ixé” per “Agorà” – già per conto suo. Con il fiato del “5 stelle” Di Maio ormai sul suo collo.
Il panico dell’Angelino rottamando
“Angelino Alfano – due sere fa – ha indicato, alla Direzione del suo partito – questa urgente necessità: dare vita ad un nuovo movimento di centro, che riunisca l’ala laica e quella cattolica dei moderati, totalmente autonomo dal Pd”.
“Bedda matri”, Angelino Alfano, che t’è successo mai? Un nuovo movimento politico di centro? Ma se lo hanno già prenotato Berlusconi-Marchini, Meloni-Salvini, il saltimbanco Verdini e tanti altri illusi minori? Totalmente autonomo dal Pd? Ma se, del Pd, lui e il suo partito sono tuttora agli ordini? “Bedda matri”, Angelino Alfano, che t’è successo dunque mai? Gli è successo che Matteo Renzi non si è fatto convincere di dargli ospitalità, in occasione delle elezioni politiche che prima o poi arriveranno, nelle liste del Pd. E così lui, l’Angelino ripudiato, si troverebbe, solo con il suo piccolo partito, nella più che probabile condizione di non essere rieletto. Di qui, dunque, il panico improvviso e l’improvviso disperato tentativo di creare un nuovo movimento politico, raccattando un po’ qua e un po’ là, per raggiungere, almeno, la riconferma di un suo ritorno in Parlamento. Auguri, “bedda matri”, Angelino Alfano. Come farebbe la politica italiana senza di lui?
Due Mussolini all’assalto del Campidoglio
“Dopo che Silvio Berlusconi ha scelto – come capolista di “Forza Italia – Alessandra Mussolini, Giorgia Meloni ha scelto – fra i suoi candidati – la sorella Mussolini Rachele”.
Due nipotine di Benito, dunque, all’assalto del Campidoglio. Ma l’una contro l’altra armate. In aggiunta ai tradizionali “fratelli coltelli”, ora, dunque, le “sorelle pugnali”. Sempre più serena campagna elettorale a Roma.
Nessun Brennero per gli euro dei ricchi
“Quell’invito sorridente a far parte della festa – così una pagina di pubblicità sul “Sette” del “Corriere della sera” – Austria, arrivare e rinascere”.
“Achtung”, attenzione, però. L’invito non è ai poveri migranti, ma ai ricchi italiani in procinto di scegliere dove trascorrere le loro vacanze. E, se in Austria, non fermati al Brennero. Loro.
Prima l’automulta, poi le scuse
“Il comandante dei Vigili urbani di Palermo, Vincenzo Messina, ha parcheggiato la sua auto in divieto di sosta e – quando è stato scoperto – si è mostrato contrito con uno “Scusatemi, scusatemi tutti”.
Tutti potrebbero anche scusarlo. Dopo, però, che si sia fatta e abbia pagato la contravvenzione per la sua sosta vietata.