

Dalla Rete per Aguzzano riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa sulla vertenza aperta nel parco per la tutela dei suoi casali storici.
La Rete raccoglie cittadini, comitati e associazioni che storicamente hanno lottato per l’istituzione del parco e oggi lo difendono contro l’incuria, gli abusi, la cattiva gestione e vecchie e nuove mire speculative.
PARCO REGIONALE URBANO DI AGUZZANO, IL CASO DEL CASALE ALBA 1: UN PO’ DI CHIAREZZA
Il 7 febbraio 2019 la Rete per Aguzzano, coordinamento di associazioni e cittadini per la tutela del
Parco, ha ampiamente argomentato nella Memoria (in allegato) l’idea del Municipio IV di destinare
il Casale del Padre Nostro (anche detto “Casale Alba 1”), ad una attività imprenditoriale (pizzeria).
Tale Memoria che non si limita a mere petizioni di principio, dimostra che il progetto è
tecnicamente impraticabile e, esaminando nel dettaglio i passaggi tecnici e procedurali della
proposta della Giunta municipale, ne evidenzia la totale incoerenza e impraticabilità con il Piano
d’Assetto del Parco.
Va sottolineato inoltre che non si contesta la possibilità che nel Parco di Aguzzano venga allestito
un punto ristoro, perché questo era già previsto dal Piano d’Assetto del 1989 e anzi, il fatto che
non si sia ancora provveduto in questo senso penalizza i cittadini e i frequentatori del Parco; ma gli
immobili di “patrimonio pubblico indisponibile” cioè destinati a servizi, come i casali nel Parco,
non possono ospitare attività imprenditoriali profit e possono essere concessi – tramite bando o
tramite convenzione – a Enti del Terzo Settore, soggetti per definizione no profit.
Del resto importanti esempi di uso civico e collettivo urbano dei beni comuni e di partecipazione tra
amministrazioni comunali e privato sociale sono già sperimentati nel nostro Paese, come dimostra
l’esperienza dell’ex Asilo Filangieri di Napoli (http://www.exasilofilangieri.it/).
Altro punto fortemente critico è la stima del costo di valorizzazione del Casale Alba 1 fatta dal
Municipio IV: un milione di euro! Questa palese sovrastima vuol dire non solo che il Municipio IV
intende concedere un immobile storico sottoposto a vincolo paesistico per attività imprenditoriali,
ma che il canone di concessione a scomputo di una più che sovrastimata valorizzazione,
garantisce al soggetto imprenditoriale beneficiario un periodo lunghissimo di regime agevolato.
Alla luce di queste osservazioni confidiamo che l’iter di approvazione della proposta venga
interrotto. In caso contrario il Municipio IV si esporrebbe al rischio di una azione legale che
vedrebbe cittadini e associazioni ambientaliste uniti per difendere un patrimonio ambientale
e culturale.
Auspichiamo inoltre che, dal superamento di questa vertenza prenda forma un percorso di
maggiore rispetto e attenzione da parte delle istituzioni nei confronti dei soggetti che animano la
vita sociale del territorio e che hanno storia, capacità e competenze per concorrere a forme di
gestione partecipata del bene comune, attraverso un processo di consultazione e
partecipazione popolare. A tutti sta a cuore il rispetto del Piano d’Assetto del Parco e proprio da
questo occorre ripartire, posto che nessuno vuole che gli spazi pubblici restino abbandonati al
degrado.
La nostra proposta parte dal presupposto che il Piano considera l’area sensibile del Parco che
comprende i tre casali storici – Alba 1, Alba 2 e Casale Nuovo di Aguzzano – come “Ambito di
Attuazione Unitaria” nel quale gli interventi devono essere progettati e realizzati unitariamente.
Quindi oggi parlare di Alba 1 vuol dire necessariamente riesaminare la situazione nella quale si
trovano anche gli altri due immobili e lavorare ad un progetto complessivo, di sistema. Questa è
la prima indicazione che il Piano fornisce. La seconda è che i tre casali sono stati pensati come
luoghi di cultura e arte per i quartieri confinanti: promozione delle arti visive, teatrali e musicali
(Alba 1 e Alba 2) e polo museale dell’agro romano (Casale Nuovo), nel rispetto dei vincoli che il
Piano d’Assetto prescrive all’interno della “Riserva Orientata”.
Le attività sociali, culturali, di didattica e formazione devono necessariamente rispettare la
compatibilità ambientale che il Parco e il suo Piano di Assetto indicano, in quanto i parchi regionali
sono stati istituiti per assolvere prioritariamente alla funzione di tutela ambientale e paesaggistica e
di conservazione della biodiversità.
Un modello di percorso partecipato sui conflitti socio-ambientali analogo a quello che la Rete
per Aguzzano sta avviando è rappresentato dall’esperienza del comitato di cittadini per la
rigenerazione urbana nel bosco “Prati di Caprara” di Bologna, al quale guardiamo con interesse;
(https://rigenerazionenospeculazione.wordpress.com/manifesto-per-il-bosco-dei-prati-di-caprara/)
La Rete per Aguzzano
ACRI Gente di Aguzzano
Associazione Brigate Verdi
Associazione Casale Podere Rosa
CoCoQui-Insieme per Aguzzano
Comitato di Quartiere Rebibbia
Comitato di Quartiere Kant Nomentana
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Link alla Memoria allegata:
https://drive.google.com/open?id=1xCjp5OtMlawgBgaHkFygUt_OA8UhYoOR