La signora delle preghiere nelle catacombe dei Santi Marcellino e Pietro

La zona est di Roma conserva e custodisce tesori di tale bellezza da poter competere con altre zone di Roma ben più blasonate
di Olga Di Cagno - 24 Febbraio 2016

Si è svolta il 23 febbraio 2016 la cerimonia di apertura la pubblico del cubicolo cosiddetto “dei due ingressi” , ora ribattezza della “Matrona orante” all’interno del quale è rappresentata  l’immagine di una donna, una matrona romana, atteggiata nell’azione delle expansis manibus, ovvero con le mani e le braccia allargate per la preghiera.

Il restauro  (elaborato e complesso) è stato compiuto grazie alla generosa azione di sostegno operata dalla Heydar Aliyev Foundation (fondazione dell’Arzeibajan che già in passato ha lavorato per poter permettere l’apertura la pubblico delle Catacombe dei Santi Marcellino e Pietro).

La cerimonia ha avuto due momenti: un primo passaggio presso Palazzo Massimo durante il quale sono state illustrate dal prof. Bisconti (responsabile archeologico delle catacombe), alla presenza di Monsignor Ravasi (presidente della Pontificia commissione di Archeologia Sacra) e soprattutto alla presenza di Mehriban Aliyeva, consorte del capo dello Stato musulmano sciita dell’Azerbaigian, presidente della Heydar Aliyev Foundation,  le diverse ed articolate fasi del restauro ed i risultati ottenuti.

Al termine di questo primo iniziale passaggio, finalmente,  solo durante la seconda parte della cerimonia i partecipanti all’inaugurazione si sono spostati presso le catacombe, il vero luogo dell’opera di valorizzazione e gioiello ancora poco conosciuto del patrimonio di Roma.

Lì gli ospiti illustri, ma anche i tanti cittadini che erano presenti hanno potuto ammirare dal vivo (e non solo raccontato in una sede, seppur prestigiosa, ma lontana) lo spettacolo di una testimonianza di preghiera di oltre millecinquecento anni.

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La matrona orante, icona della misericordia, accogliente, potente e paziente (cioè colei che prova pathos) è stata rappresentata sopra uno degli ingressi nello stesso cubicolo del Buon Pastore (una delle più alte rappresentazioni iconografiche dell’età paleocristiana), rappresentato al centro della volta, attorno al quale sono rappresentate alcune storie bibliche.

Forse un personaggio appartenente alla ristretta cerchia della famiglia imperiale?

Forse una semplice devota alla quale, comunque, è stato riconosciuto un ruolo di rappresentanza all’interno del cubicolo?

Forse non lo sapremo mai….

Quello che si sa, con certezza, è che un territorio considerato, ancora, purtroppo, a torto, solamente come periferico, la zona est di Roma conserva e custodisce tesori di tale bellezza da poter competere con altre zone di Roma ben più blasonate.

La Via Francigena (nei suoi due tratti prenestino e labicano), il Mausoleo di Sant’Elena (il cui restauro è stato terminato, ma del quale ancora non è stata prevista la data di apertura la pubblico), le stesse Catacombe dei Santi Marcellino e Pietro, il Parco Archeologico di Centocelle (al centro di un interessante progetto di valorizzazione), la villa dei Gordiani e i numerosi mausolei e monumenti funebri disseminati in questa porzione di città potrebbero, se ben valorizzati, rappresentare un momentum  di presa di coscienza civile da parte dei cittadini e un monumentum (cioè un luogo dedito al ricordo) di quanto bella e regale sia la bistrattata e negletta periferia romana.

Forse la matrona orante potrebbe aiutare in questo percorso?

Questo lo speriamo, nel frattempo ci impegniamo nell’importante opera di conoscenza del territorio e di promozione anche attraverso visite, passeggiate e percorsi di conoscenza.

Tra queste segnaliamo la visita organizzata per il 5 marzo prossimo da Ars Ludica, Omnia Urbes e Amici del Parco il 5 marzo alle ore 10,30 “sul percorso della via Francigena” Le catacombe dei Santi Marcellino e Pietro. Appuntamento con l’archeologo davanti all’ingresso. Per info e prenotazioni: 3481918288 (ore 17,30-20), in altri orari 3331714300.

Timbrificio Centocelle

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