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Le periferie di Roma nelle foto di Rodrigo Pais
In mostra al Museo di Roma in Trastevere la capitale dagli anni 50 agli anni 80Interessantissima la mostra inaugurata oggi, martedì 20 settembre 2016 (essa è visitabile tutti i giorni, tranne il lunedì, fino a metà novembre), al Museo di Roma in Trastevere in piazza S. Egidio.
Sono in esposizione più di 120 fotografie in bianco e nero del celebre fotografo Rodrigo Pais, attivo tra gli anni ‘50 e gli anni ’80 in giornali d’opposizione quali L’Unità e Paese Sera. Le immagini, scelte a cura di Guido Gambetta e Glenda Furini (Università di Bologna, alla quale lo scomparso Pais ha lasciato in eredità il suo enorme archivio fotografico), sono dedicate alle periferie romane così come si sono venute a formare (e a tras-formare) tra in un trentennio di grandi cambiamenti urbanistici nella Capitale.

Rodrigo Pais
Come scrive con grande acutezza Glenda Furini nella sua presentazione, “…Della capitale d’Italia Pais non testimonia soltanto un periodo storico dal punto di vista dello sviluppo urbano o storico-politico ma ne entra nelle trame più sottili; la sua fotografia, sociale e documentaria, in diverse occasioni di denuncia, è rappresentazione di una realtà cruda e diretta che restituisce all’osservatore l’identità di una città che si trova nei volti della gente, nei luoghi e nei paesaggi in cui abitano”.
Ma chi sono queste persone e questi luoghi immortalati negli scatti fotografici di Pais? Sono le persone che, in quel trentennio, formavano la categoria sociale dei “baraccati”, proletari e sottoproletari costretti a vivere in tuguri e costruzioni che oggi sarebbero oggetto di continue e urlate polemiche politiche quotidiane; sono gli abitanti di quei “borghetti” e di quelle “borgate” sorti, per lo più spontaneamente, a ridosso degli acquedotti, ai margini dei quartieri esterni alle mura aureliane, in quella campagna romana che, negli immediati decenni del dopoguerra, fu oggetto di una stravolgente e selvaggia speculazione edilizia prodotta dai “palazzinari”, in combutta con un ceto politico al potere sia della Città che del Paese che, in quanto a corruzione e a malversazioni, nulla aveva da invidiare all’odierna “casta”.
I luoghi rimandano a località e quartieri che, nel corso del tempo, hanno assistito ad enormi ristrutturazioni, a volte anche in positivo: Borgata Gordiani, Fosso di Sant’Agnese, Acquedotto Felice, Borghetto Prenestino, Borgata Pietralata, Tiburtino III, ecc. Se molti di quegli agglomerati oggi non sono più esistenti, ciò si deve a quelle lunghe e appassionanti lotte per il diritto all’abitare che le fotografie di Pais si sono assunte l’onere di fissare nei loro momenti più significativi (le celebri occupazioni, le grandiose manifestazioni per le vie di Roma), nonché a quegli uomini e a quelle organizzazioni che ne furono promotori e organizzatori: Consulte, Unia, Sunia; i loro capi popolari e prestigiosi: Aldo Tozzetti, Senio Gerindi, un prete combattivo ed evangelicamente ispirato come don Roberto Sardelli, e tanti altri.
Emergono, dalle fotografie di Pais, episodi importanti della storia di questa città, episodi che narrano della difficile ma alla fine vittoriosa inclusione delle masse popolari, prima escluse e relegate nelle orrende periferie degli anni cinquanta e sessanta, nella vita politica e civile urbana; le immagini ci parlano della volontà di partecipazione e di riscatto di questo popolo di manovali, di artigiani, di immigrati dalle regioni meridionali. Ai fini di una migliore comprensione dei contenuti, i visitatori della mostra potranno usufruire di un formidabile strumento di conoscenza: il bel catalogo, predisposto dagli organizzatori e pubblicato dalla Casa editrice Gangemi, che, oltre a contenere quasi tutte le fotografie esposte, si avvale di tre bei saggi di tre diversi autori: l’architetto Stefano D’Amico, il cui contributo si sofferma soprattutto sulla storia dello sviluppo urbanistico della città nel dopoguerra; il prof. Francesco Sirleto, che nel suo saggio riepiloga in particolare i momenti salienti delle lotte ingaggiate dal grande movimento per il diritto alla casa, lotte che si conclusero, a cavallo tra la fine degli anni settanta e l’inizio degli ottanta, con l’abbattimento dei borghetti e delle vecchie borgate, e la nascita dei nuovi quartieri di edilizia economica e popolare; infine Franco Ferrarotti, uno dei padri nobili della sociologia italiana (autore del celebre saggio “Roma, da capitale a periferia” del 1970) che, nel suo testo, analizza le condizioni di vita, individuali e sociali, nei borghetti; quei borghetti che, all’epoca, furono teatro di decine di inchieste sociologiche da lui promosse e, spesso, personalmente condotte. Considerati il titolo e il contenuto della mostra (“Abitare a Roma in periferia”), auspichiamo che, dopo il periodo di permanenza al Museo di Roma in Trastevere, essa possa diventare itinerante, attraversando i luoghi e i quartieri periferici descritti nelle fotografie di Rodrigo Pais.
A tal fine gli organi politici di alcuni Municipi (un esempio per tutti: il V), potrebbero farsi carico di trovarle adeguate “locations” e, magari, di pubblicizzarne il contenuto presso le scuole, assolvendo così a quell’importante funzione di trasmissione della memoria sulla quale tutte le forze politiche dimostrano di concordare.
hari
20 Settembre 2016 alle 15:10
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Enzo Luciani
20 Settembre 2016 alle 16:03
Grazie per la sua segnalazione. Abbiamo modificato.