Lucio Battisti “29 settembre” e quel marzo 1967

Un ricordo della prima canzone di Lucio che mi capitò di ascoltare
Credo che sia stata la prima canzone di Lucio che mi capitò di ascoltare, nella lontanissima primavera del 1967. L’ascoltai nella versione originale dell’Équipe 84, il complesso che, già noto al grande pubblico fin dalla sua formazione nel 1964, raggiunse, con questo brano, non soltanto la vetta della Hit Parade (maggio 1967) mantenendola per parecchie settimane, ma anche un livello artistico e una maturità di prima grandezza.

 

Solo in seguito (ben 2 anni dopo, quando nella primavera del 1969 apparve nell’album “Lucio Battisti”, il primo inciso da Lucio) mi capitò di ascoltarla dalla voce, ormai inconfondibile, del suo autore. Ero ancora un adolescente (avrei compiuto 14 anni solo nel novembre del 1967), appassionato sì delle nuove tendenze musicali, ma ancora del tutto inesperto di musica in generale e di musica pop in particolare, ma pensai che colui che aveva avuto il grande talento di scrivere le note di quella bellissima canzone, non poteva non avere un avvenire straordinariamente radioso e ricco di successi.


Una canzone, “29 settembre”, che fu scritta nell’autunno del 1966, con testo firmato da Mogol, ma sulla base di un motivo musicale che, probabilmente, Lucio aveva già abbozzato da almeno 2 o 3 anni. A conferma di ciò, vi è la testimonianza di Mogol ma, soprattutto, della “fidanzatina” di Lucio, quella gentilissima anziana signora (mi ha fatto giurare che non avrei mai svelato il suo nome) che, ancora adolescente negli anni tra il 1962 e il 1965 (gli ultimi anni trascorsi da Lucio nella casa dei suoi genitori all’ottavo piano di piazzale Prenestino n. 35, nel quartiere Pigneto), insieme al fratello, andava ad ascoltare Lucio sulla terrazza dello stabile, nelle calde serate d’estate.

 

Quella signora l’ho conosciuta a maggio scorso (abita ancora nello stesso stabile, al terzo piano), in occasione dell’affissione della targa commemorativa, a fianco del portone del palazzo di piazzale Prenestino 35, di cui sono stato ideatore e promotore. Tra l’altro, la stessa signora mi ha svelato come, in quegli anni, Lucio avesse già abbozzato, in parte anche nei testi, canzoni quali “Balla Linda”, “Un’avventura”, “Non è Francesca”. E ciò prima ancora del suo incontro con Mogol.

 

Dobbiamo infine aggiungere una cosa che, forse, non tutti sanno: “29 settembre”, oltre ad essere una delle prime e più note canzoni di Lucio, è anche la data (anno 1994) di uscita dell’ultimo album di Lucio Battisti: “Hegel”: un disco (I testi sono del poeta Pasquale Panella) estremamente complesso, ermetico e profondamente innovativo, sia nelle parole o, per meglio dire, nei versi, che nelle stranianti sonorità. Un disco che, a distanza di 30 anni, dimostra quanto la ricerca di Battisti fosse giunta ad un livello talmente elevato ed intriso di visionarie atmosfere sul piano poetico, e di inaudite sperimentazioni sul piano della tecnica musicale, tanto da farne un’opera ancora tutta da scoprire.

 

Quindi, nel 29 settembre 2024, mi sembra doveroso l’omaggio ad uno dei migliori compositori ed innovatori della storia della musica e della canzone popolari italiane.


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