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Lutto nella comunità ebraica, è morto Emanuele Pacifici

I funerali oggi 14 aprile, alle 14, all'interno del cimitero ebraico di Prima Porta

pacificiE’ morto questa mattina 14 aprile a Roma, all’età di 83 anni, Emanuele Pacifici, memoria storica dell’ebraismo e padre di Riccardo Pacifici, presidente della Comunità ebraica della capitale. I funerali si terranno oggi, alle ore 14, all’interno del cimitero ebraico di Prima Porta.

“Se ne è andato questa mattina alle prime luci dell’alba Emanuele Pacifici, figlio del Rabbino Riccardo Pacifici e di Wanda Abenaim, padre di Riccardo Pacifici, Presidente della Comunità Ebraica di Roma. E’ stato – afferma la Comunità in una nota – un’importante figura dell’ebraismo italiano”.

Pacifici scampò alla Shoah nascondendosi nel collegio delle suore di Santa Marta a Settignano a Firenze, quando era ancora adolescente. Entrambi i genitori furono trucidati nelle camere a gas di Auschwitz-Birkenau. Finita la guerra, restò in Italia divenendo uno dei più importanti custodi della memoria ebraica italiana del Novecento.

Il 9 ottobre del 1982 Emanuele Pacifici fu coinvolto nel tragico attentato al Tempio Maggiore di Roma dove morì il piccolo Stefano Gaj Taché. L’esplosione lo ferì lasciandolo in fin di vita. Venne salvato dai medici dell’ospedale del Fatebenefratelli dopo aver lottato per mesi contro la morte.

L’assessore al Sostegno Sociale e Sussidiarietà di Roma Capitale, Rita Cutini, esprime, in un telegramma inviato al presidente della Comunità Ebraica di Roma, Riccardi Pacifici profondo dispiacere per la scomparsa del padre. “Caro Riccardo – si legge nel testo della missiva – ho appreso con dispiacere e tristezza la notizia della scomparsa del tuo caro papà Emanuele”.  “E’ una perdita dolorosa per Roma, poiché – continua – priva la nostra città di un instancabile custode della cultura e della memoria di una comunità che si identifica con la storia stessa di questa città, nei suoi momenti più tragici come in quelli segnati dalla rinascita. Con questi sentimenti desidero assicurarti la mia vicinanza e il mio sincero cordoglio”.

Anche il Sindaco Marino ha inviato un messaggio al presidente della Comunità ebraica.  “La perdita di figure così rappresentative per la vita comunitaria della nostra città prende la forma di un dolore collettivo, che impoverisce tutti noi, la nostra storia, la nostra memoria”.

“Ricordo quanto egli ha fatto perché a Roma, ma direi nel Paese, non andasse disperso quel patrimonio immenso di temi e tradizioni ebraiche che, come accadeva nei decenni scorsi, erano più affidati alla parola che alla scrittura. Un lavoro capillare sulla memoria, che ha compreso anche e, soprattutto, la sua testimonianza di bambino vittima delle leggi e delle persecuzioni razziali. La sua autobiografia, che ci riporta a quanto visse negli anni della guerra, sono una eredità preziosa che Roma vuole ricordare con riconoscenza”.

“La riconoscenza di una città che ha vissuto gli orrori della guerra e delle deportazioni. La riconoscenza di chi non vuole dimenticare non solo le ingiustizie, ma l’impegno personale di chi ha voluto testimoniare la sua vita, perché tutti sapessero. Un dono indimenticabile a tutta la nostra città”.


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