Manifestazioni, sit-in e flash mob a Roma per la morte di Giulia Cecchettin

Sabato 25 novembre cortei nazionali a Roma e Messina

L’ennesima vittima, la numero 83, e l’anno non è ancora finito.

Un reato in costante crescita. Delle 103 donne uccise in Italia nel 2023, 83 sono legate a reati commessi dai loro partner o ex partner, incapaci di rispettare le scelte personali e la libertà di una donna.

La notizia della morte di Giulia Cecchettin ha generato un’onda di protesta, indignazione e malessere che è sfociata in un insieme di manifestazioni che dal 18 novembre proseguono ininterrottamente in tutto il territorio nazionale, con gli studenti al centro del movimento di indignazione.

L’indignazione degli studenti

I primi a Roma e a Padova, dove Giulia studiava ingegneria biomedica e dove giovedì scorso avrebbe dovuto discutere la tesi di laurea.

La Rettrice dell’Università degli Studi di Padova, Daniela Mapelli, ha immediatamente stabilito un minuto di silenzio all’inizio di ogni lezione prevista In ricordo di Giulia. “La notizia della scomparsa di Giulia Cecchettin ci lascia sgomenti e attoniti. Un dolore lancinante per l’intera comunità che forma l’ateneo patavino – afferma la Rettrice Mapelli –. Abbiamo atteso, abbiamo tutte e tutti sperato, in questi giorni, che ci potesse essere un epilogo diverso. Anche a nome del direttore di dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, Gaudenzio Meneghesso, ci prendiamo l’impegno di ricordare Giulia, che proprio in questi giorni avrebbe dovuto festeggiare il raggiungimento di un obiettivo tanto voluto, quello della laurea. Ci stringiamo a parenti, amiche e amici, in queste ore di immensa tristezza”.

Contestualmente, la mobilitazione nel Lazio è stata lanciata il 19 novembre dalla Rete degli Studenti Medi (il principale sindacato studentesco della Regione) al grido di “Se domani non torno, distruggi tutto”. Molte le scuole che hanno immediatamente aderito e risposto al tam-tam. Plinio, Croce, Cavour, Galilei, ma anche molti istituti nell’area della provincia di Roma hanno immediatamente risposto all’appello. Grandi proteste anche nei confronti del Ministro Valditara, su cui viene puntato il dito per avere proposto solamente “un minuto di silenzio in onore di Giulia e di tutte le donne vittime di violenza”. Gli studenti hanno voluto invece raccogliere subito l’appello di Elena Cecchettin, sorella di Giulia, ad una vera e propria rivoluzione culturale dandosi quindi appuntamento lunedì 20 davanti La Sapienza, al grido di “per Giulia e per nessun’altra ancora”

L’immediata protesta di Non una di Meno

Ma non solo studenti a manifestare la propria rabbia. Tante associazioni e cittadini hanno aderito a manifestazioni spontanee nella città, come ad esempio la camminata rumorosa organizzata il 18 novembre da Non una di Meno per le strade della città. “Ieri abbiamo attraversato insieme le strade, ci siamo strette nella nostra rabbia, abbiamo gridato il nostro dolore, ci siamo tenut3 per mano dopo l’ennesimo femminicidio” si legge in una nota del movimento femminista. “Se toccano un3 toccano tutt3” non è solo uno slogan ma “è quello che proviamo ogni giorno leggendo i giornali che parlano di noi come vittime o colpevoli”.

Presa di posizione dei Presidenti dei Consigli Comunali

I presidenti dei consigli comunali delle principali città italiane hanno voluto emettere un messaggio congiunto che sarà letto in apertura di seduta nella giornata di martedì 21 novembre, per esprimere il loro sdegno umano ed istituzionale nei confronti della violenza di genere, e per chiedere ai rappresentanti parlamentari di agire in maniera celere al fine di contrastare i fenomeni di femminicidio, un reato purtroppo in costante crescita.

Forte sarà il nostro impegno – si legge nella nota – perché ogni comunità diventi un luogo sicuro e solidale per le donne, dove possano vivere libere dalla paura e dove ognuna, indistintamente, possa godere della sua vita in tutta sicurezza e dignità.  A pochi giorni dalla Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, un altro atroce femminicidio si è appena consumato nei confronti di una giovane studentessa. Questo richiamo doloroso alla realtà è un segno che non possiamo e non dobbiamo ignorare. La violenza di genere è una piaga che attraversa le barriere di età, classe sociale e cultura, colpendo indistintamente le nostre madri, figlie, sorelle e amiche. È un problema che riguarda tutti noi, come individui e come società e davanti al quale non si può più tacere. Dobbiamo lavorare insieme per creare una comunità che promuova il rispetto reciproco, l’uguaglianza e la solidarietà. La violenza sulle donne è un problema culturale e sociale e purtroppo lo squilibrio di potere nei rapporti tra i sessi è ancora forte. È in atto un cambiamento, è vero, ma non è rapido. Non c’è stata ancora una vera svolta perché gli input che arrivano dalla società in cui viviamo sono discordanti. In questo momento di dolore, ci uniamo nel cordoglio alla famiglia di Giulia e alle famiglie di tutte le donne vittime di femminicidio. Che la loro memoria sia onorata da azioni concrete atte ad estirpare la violenza di genere dalla nostra società. Non è più il tempo delle parole, è il tempo di agire“. Qui il testo completo della nota congiunta.

Appuntamento, infine, sabato 25 per la manifestazione indetta da Non una di meno in occasione del 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza maschile sulle donne, a Circo Massimo alle 14:30 (qui il testo del Manifesto per la Giornata internazionale contro la violenza di genere)


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