“Maria, Regina di Romania” alla Casa del Cinema di Roma
Presentato il film dall’Ambasciata di Romania e dall’Accademia di Romania a Roma, presente il regista Alexis Sweet CahillLa sera del 24 luglio 2020, alla Casa del Cinema “Marcello Mastroianni” di Roma, proiezione del film “Maria, Regina di Romania”, uscito nelle sale romene nel novembre 2019. A presentare a Roma il film è stata l’Ambasciata di Romania nella Repubblica Italiana, l’Accademia di Romania a Roma, in collaborazione con l’associazione ProEvent. Cornice dell’atteso evento, la verde arena della Casa del Cinema ai margini di Villa Borghese.
Il pubblico intervenuto ha innanzitutto ascoltato il regista Alexis Sweet Cahill in un dialogo con la vicedirettrice dell’Accademia di Romania dott.ssa Oana Bosca Malin. Il film ha splendidamente rappresentato il ruolo della Regina di Romania durante La Conferenza di Pace di Parigi (18 gennaio 1919 – 21 gennaio 1920) organizzata dai paesi vincitori del primo conflitto mondiale per delineare una nuova geopolitica in Europa. Durante i disaccordi sull’assetto della Romania, l’ingresso nelle trattative della Regina Maria in favore del paese devastato dalla guerra ridotto alla fame e con un destino politico quanto mai insicuro, valse a cambiare il corso della storia. Per affrontare i leader più influenti del mondo e combattere per una Romania Grande la Regina Maria era partita per Parigi nella primavera dell’anno 1919.
Noi che abbiamo colto l’attento commosso fervore di una giovane spettatrice, abbiamo ritenuto di cederle di buon grado il compito di commentarci lo spettacolo. È stato così che la giovane dott.ssa di relazioni internazionali Marcela Ciobanu, romana di ascendenti romeni ci ha detto: “Non c’è da meravigliarci se il regista Alexis Sweet Cahill a cui il produttore romeno Gabi Antal aveva proposto il progetto di questo film, aspettandosi un confronto con opere cinematografiche precedenti sullo stesso personaggio, doveva con sorpresa constatare che non vi erano altri film sulla regina Maria. Ad oscurare infatti questa storia, come anche quella della Grande Romania, a costringere il re Michele nel 1947 all’abdicazione e la famiglia reale all’esilio, era stato il regime comunista durante tutto il suo periodo. Non sorprende quindi che il film, alla sua proiezione nelle sale romene, a detta del regista, sia stato accolto con un così grande entusiasmo e quasi con sgomento dai tanti che non conoscevano il personaggio della Regina Maria e come questa paladina della Grande Romania fosse inglese di nascita, principessa di Sassonia Coburgo e Gotha e quindi nipote sia della regina Vittoria che dello zar Alessandro II.
Il film mette a fuoco un episodio particolare della regina, la primavera del 1919 allorquando si reca a Parigi per partecipare alla Conferenza di Pace alla fine della Grande Guerra. La Romania aveva compiuto l’anno precedente, con l’Unificazione delle sue province, il coronamento dell’ideale di unità nazionale. L’accettazione di questo evento da parte delle grandi potenze europee e degli Stati Uniti, che nutrivano risentimenti verso la Romania, era però tutt’altro che scontata. Mentre il Primo Ministro romeno Ion Brătianu lottava strenuamente a Parigi per far accettare l’Unificazione della Romania, quelli che erano stati i suoi alleati nella guerra sembravano sempre meno inclini a riconoscerla, proprio in queste circostanze entra in scena la regina Maria decisa a lottare fino in fondo per l’Unità e la prosperità del suo popolo. Nel suo viaggio a Parigi, incontrerà stampa e personalità politiche e conquisterà tutti con la sua verve e soprattutto col suo amore inamovibile per la Romania, il paese in cui era arrivata da straniera e dove sarebbe morta da sovrana amata da tutti. Il film intreccia le fila della grande storia alle sottili trame delle vicende di famiglia e del rapporto della coppia reale. Su tutto si erge la figura dell’indomita Maria, fine, elegante ma anche determinata e abile giocatrice sulla scacchiera della politica europea del suo tempo. Il film si rivolge ad un pubblico abbastanza largo ed è in grado di raggiungerlo perché, pur trattando della storia della Romania, si intreccia al panorama storico mondiale e ad un epoca, nemmeno tanto lontana da noi, le cui vicende ancora riecheggiano.
Per i romeni – conclude Marcela Ciobanu – si tratta un film necessario e molto atteso, che forse aprirà una finestra su una storia confiscata dal passato regime comunista e ancora poco raccontata non solo sui grandi schermi, ma anche nelle scuole e nell’arena pubblica. Da romena, non ho potuto nascondere l’emozione che questa vicenda, così abilmente raccontata, mi ha suscitato. L’amore di Maria per quello che è divenuto il suo paese è commovente, l’animo che mette per risollevarlo e ridargli grandezza anche rischiando di compromettere la sua immagine di regina super partes e lontana dalla politica di gabinetto, è sorprendente. Ma Maria sa di non sbagliare: un intero popolo è dalla sua parte. La regina è un personaggio moderno, un’eroina del suo tempo ed uno esempio di cui abbiamo così tanto bisogno nel nostro”.
Federico Carabetta
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