“Oggi soli, domani sicuri. Le proposte dei Ds per la sicurezza dei cittadini”. Su questo attuale problema si terrà giovedì 30 marzo alle 17,30 presso l’hotel Metropole in via Principe…
Democrazia sottotraccia – Il “no in my backyard” di Capalbio radical chic – Il duro lavoro di Stefano e la felice vacanza di Silvio –
Fatti e misfatti di agosto 2016Democrazia sottotraccia
“Ben l’80% delle leggi emanate durante la Presidenza Renzi – dati Openpolis – sono state di prepotente fonte governativa. E nel 31% dei casi approvate con voto di fiducia. Questo perché, mentre le proposte di legge presentate da deputati e senatori giacciono in media 375 giorni prima di entrare nel calendario dei lavori in Commissione o in Aula, quelle del Governo impiegano appena 151 giorni per arrivare, addirittura, alla pubblicazione in “Gazzetta ufficiale””.
“Più rispetto – ha invocato, proprio pochi giorni fa, il Ministro Maria Elena Boschi – per il Parlamento”. L’ha invocato, però, solo per la “sua” riforma costituzionale. Sarebbe stato giusto ed apprezzabile, se l’avesse invocato in generale. Ma che strani concetti si hanno, alle volte, della democrazia.
Il “no in my backyard” di Capalbio radical chic
“Qui ci sono ville di gran lusso, è l’area più residenziale della perla della Maremma – ha protestato, alla notizia che una cinquantina di immigrati verrebbero sistemati in alcune residenze disabitate, il sindaco di Capalbio, Luigi Bellumori – Con 19 mila ettari bisognava proprio metterli proprio lì?”
Ecco: proprio lì, lì nella capitale storica della sinistra radical chic? Un conto è continuare a dire che gli immigrati vanno accolti ed aiutati, ma, Maremma ciuca, un conto è accoglierli ed aiutarli nelle proprie residenze ancorché disabitate. Questo no, questo mai. “Not in my backyard”, “No nel mio cortile”. Con tanti saluti alla Laura. Alla Laura Boldrini “dell’ingresso a tutti”. Ma che – a proposito – potrebbe far sapere quanti immigrati sono stati o saranno accolti nel Comune del Maceratese dove lei ha la “casa di campagna”?
Il duro lavoro di Stefano e la felice vacanza di Silvio
“Dobbiamo riportare a candidarsi in “Forza Italia” – ha specificato, in una intervista al “Corriere della sera”, il “mandato dal signore di Arcore”, Stefano Patrisi – le persone con esperienza. Serve un rinnovamento. Alcuni personaggi logori devono fare un passo indietro”.
Ma qualche personaggio che si ritiene logoro agli occhi di Stefano Parisi ha subito mostrato di non gradire. Come ha mostrato di non gradire Giovanni Toti, cui non è un mistero non basti governare la Liguria, quando Stefano Parisi, sempre nell’intervista al “Corriere della sera”, ha ammesso che, nel caso si dovesse arrivare alle primarie nel centrodestra, lui non esiterebbe a candidarsi. Compito sempre più complicato, dunque, per il “mandato del signore di Arcore”. Il quale signore, per ora, non ha aperto bocca. Se ne sta, in Sardegna, tra sole e mare. Di qua la giovane fidanzata Francesca, di là il miliardario Briatore. Felice e sereno. Lontano dagli Stefani, dai Giovanni, ma anche dai Paoli, dagli Alteri, dai Roberti, dai Mattei, dalle Giorge. E dagli Angelini.
Compare Alfio
“Il neodeputato, nell’Assemblea regionale siciliana, Alfio Barbagallo – subentrato a Gino Ioppolo che è stato eletto sindaco di Caltagirone – si è presentato con un discorso nel quale sono risaltate queste frasi: “Colgo l’occasione di ringraziare il “Gruppo Musumeci” che ne faccio parte… Mi sento qui di stare vicino a grandi uomini e donne che posso solo insegnare… Mi sento un piccolo uomo in un grande laghetto” con tante mano amiche che mi faranno fare questo percorso… Se io, nel mio percorso, potrei sbagliare, auguro che i miei colleghi mi diano la via giusta per io non compiere lo stesso sbaglio”. E così per ben sei minuti cronometrati”.
“Chista è a zita – uno dei commenti su “Internet” – Un c’è nenti a fari”. Forse, però, il neodeputato regionale siciliano Alfio Barbagallo, con qualche decine di euro dei 15 mila che andrà a percepire, qualcosa potrebbe invece fare: iscriversi ad un serio corso di lingua italiana. “Apprimuratu” però. E, cioè, in fretta.