Martedì 25 novembre: Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne

Ancora oggi ancora si registra una vittima femminile ogni due giorni

Violenza: “con riferimento alla persona, la caratteristica, il fatto di essere violento, soprattutto come tendenza abituale a usare la forza fisica in modo brutale o irrazionale, […] al fine di imporre la propria volontà e di costringere alla sottomissione, coartando la volontà altrui sia di azione sia di pensiero e di espressione, o anche soltanto come modo incontrollato di sfogare i propri moti istintivi e passionali”.

Una definizione, quella che suggerisce il vocabolario, che non ha bisogno di interpretazioni. La definizione di una pratica, di una concezione, di un modo di vivere che ha caratterizzato la storia dell’uomo: la legge del più forte. Con lo stato moderno si è riusciti a gestire, regolare e controllare per quanto possibile, questa inclinazione animale che, volente o nolente, ci appartiene dalla storia dei tempi; lo stato moderno però, non può agire davanti all’omertà e alla mancata denuncia. Due requisiti fondanti della vita domestica delle famiglie fino a pochi anni fa e ancora troppo spesso presenti. Il detto: “i panni sporchi si lavano a casa propria” continua a raggiungere un’esasperata applicazione ancora nel 2014, ancora si registra una vittima femminile ogni due giorni. Quella domestica è la forma di violenza più diffusa che continua a colpire le donne; gli atti, gravi nella maggior parte dei casi, non sono considerati reato da una parte delle vittime, un’altra parte lo accetta come “fatto comune”. Così la violenza nella sfera privata rimane in gran parte invisibile e silenziosa.

giornataMartedì 25 novembre, la Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne, sarà il megafono per l’urlo di dolore di tante, tantissime donne che chiedono aiuto, perché da sole non riescono ad uscire dal buio. Da sole le donne sono le “deboli” della legge. Questa ricorrenza “ci pone di fronte all’esigenza di una valutazione dei progressi registrati – dichiara Cotrina Madaghiele, presidente dell’Associazione Genere Femminile – ma anche della constatazione che la violenza sulle donne non è stata certo debellata”.

unnamedCome si legge nel comunicato dell’Associazione, è doveroso riconoscere dei passi avanti sia sul piano legislativo, che su quello della coscienza comune. “Il quadro giuridico italiano, per combattere la violenza contro le donne, si è evoluto nel tempo – continua il comunicato-. L’autorità maritale è stata abolita ed entrambi i coniugi hanno l’autorità legale di prendere decisioni, comprese quelle relative ai figli; la violenza sessuale contro le donne è ora un reato penale, piuttosto che un reato contro la morale pubblica; il gratuito patrocinio viene fornito alle vittime di stupro; le mutilazioni genitali femminili sono vietate e punite per legge; esiste una legge specifica sullo stalking; sono fornite misure di protezione nel contesto della violenza intra-familiare”, oltre all’aiuto fornito dalle organizzazioni della società civile, chiamando il numero verde nazionale 1522.

Le leggi ci sono, ma è chiaro che non bastano. Sarebbe più facile e meno frequente se la causa propulsiva di un atto violento fosse la psicosi, la schizofrenia, una malattia clinicamente riconoscibile ed identificabile. Purtroppo il problema è molto più grave, il problema sta nelle radici stesse della nostra società, in un’educazione generale che ha accettato uno status quo e ha fatto della sottomissione, la normalità.

L’Associazione Genere Femminile vede una lontana ma possibile soluzione al problema nelle nuove generazioni, in una nuova educazione per chi ancora non è troppo contaminato: “Sosteniamo la condivisione delle responsabilità domestiche e di cura, mettiamo in discussione i ruoli tradizionali, rinegoziamo nuovi ruoli di genere. In famiglia occorre trasmettere ai piccoli l’idea che i ruoli femminili e maschili sono intrecciati e sovrapposti, che sono flessibili. Ripensiamo ruoli di genere più equilibrati e paritari, ad un accordo tra le parti. Combattiamo gli stereotipi di genere il cui uso conduce a una percezione rigida e distorta della realtà, che si basa su ciò che noi intendiamo per ‘femminile’ e ‘maschile’ e su ciò che ci aspettiamo dalle donne e dagli uomini. Si tratta di aspettative consolidate, e non messe in discussione, riguardo i ruoli che uomini e donne dovrebbero assumere, in qualità del loro essere biologicamente uomini o donne”.

scarpette rossePer contrastare il fenomeno della violenza è necessario, allora, intervenire sul piano culturale, con l’istruzione e progetti da realizzare già nei primi anni di scuola.
Ancora una volta la regione Lazio e Roma con le sue amministrazioni municipali, non si tirano indietro davanti a tali problematiche sociali.

Il Consiglio regionale del Lazio e la Consulta Femminile Regionale per le Pari Opportunità promuoveranno, martedì 25 novembre alle ore 10:00, la settima edizione del concorso “Mai più violenza: esci dal silenzio”. Si premieranno gli elaborati migliori (opere grafiche, multimediali e letterarie) tra quelli presentati dagli studenti delle scuole medie superiori e dei percorsi triennali di istruzione e formazione della regione. “Iniziativa -scrive il Consiglio regionale- rivolta al coinvolgimento delle giovani generazioni nella diffusione della cultura della non violenza, del rispetto della dignità umana e alla conoscenza delle devastanti conseguenze psicofisiche della violenza sulle donne e sul suo contesto relazionale”.

Il primo Municipio, invece, ha intrapreso la sua partecipazione diretta con l’iniziativa nel Consultorio del I Distretto: “Ti amo da vivere”. “Un confronto tra associazioni, operatori socio-sanitari, forze dell’ordine e politica”. Mentre per martedì 25, il Campidoglio annuncia una “Piazza del Popolo illuminata di rosso“. L’iniziativa, in collaborazione con Acea, prende il nome di: “Romadiceno”, dando così un segnale forte e coinvolgendo cittadine e cittadini in questa importante battaglia. L’appuntamento è previsto per le ore 17 nella suddetta Piazza, alla presenza del sindaco Marino, dell’assessore alle Pari Opportunità Alessandra Cattoi, della presidente della Commissione delle Elette, Daniela Tiburzi e della presidente di Acea Catia Tomassetti. Si tratterà di un’occasione che mette in scena l’arte, dote umana, questa, tra le più nobili, illuminando Piazza del Popolo di rosso, colore simbolo di tale denuncia, e proiettando sulle mura circolari, le parole chiave contro la violenza sulle donne. Si aggiungeranno anche quattro street artist del progetto MURo (Museo di Urban Art di Roma), che si esibiranno in performance live di Urban Art ispirate al tema della violenza.

Anche il XV Municipio si è attivato per dare spazio e risonanza al tema in questione con una serie di iniziative che saranno dislocate tra l’Istituto Tecnico Commerciale Piero Calamandrei, la Sala del Consiglio municipale e il piazzale di Ponte Milvio. Si applica quindi, l’idea di trasmettere un altro tipo di cultura ai ragazzi, anche e soprattutto all’interno della scuola. Presso l’istituto infatti, sarà messo in scena uno spettacolo teatrale organizzato dall’Associazione Punto D e dall’Assessore alle pari opportunità del Comune: una parte del più ampio progetto “STORIE DI DONNE”, volto alla sensibilizzazione artistica su un format informativo e formativo.

Martedì pomeriggio, l’appuntamento si sposta nella Sala Consiglio del XV Municipio. Nell’incontro delle 15, l’Assessore alle politiche sociali, Michela Ottavi, e la Presidente della Commissione delle Elette, Sara Martorano hanno convocato il “Tavolo dei bisogni sulle politiche di genere e sulle pari opportunità” al quale interverrà Vittoria Tola, responsabile nazionale UDI (Unione Donne Italiane).

Il Municipio Roma V parteciperà invece con lo spettacolo “Il bravo marito” che si terrà presso il Centro commerciale Auchan Collatina alle ore 19:00.
La pièce è diretta e interpretata da Betta Cianchini con Tony Allotta che interpreta un giovane italiano considerato da tutti un buon marito e una brava persona che, vittima della gelosia, cade in una spirale di violenza e prevaricazione nei confronti della giovane moglie, giustificando le proprie azioni aggressive con il troppo amore.
La sera dello spettacolo saranno presenti il presidente del Municipio Roma V, Giammarco Palmieri e l’assessore alla Cultura, Nunzia Castello che, in una nota congiunta ribadiscono la necessità di monitorare e prevenire soprattutto in ambito territoriale, quartiere per quartiere, qualsiasi forma di violenza sulle donne: fisica, sessuale, psicologica ed economica, dallo stalking al mobbing.

Anche il X Municipio di Roma Capitale celebra la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. L’Assessorato al welfare e alla salute e la Commissione delle elette hanno organizzato un evento di sensibilizzazione alla biblioteca Sandro Onofri, in via Umberto Lilloni ad Acilia, in programma alle ore 17. L’attrice Elena Baroglio leggerà brani tratti dal libro “Ferite a morte” di Serena Dandini; l’attrice Rita Gianini si esibirà in “Odiavo i crisantemi”, tratto dal format informativo/formativo e performativo ideato e scritto da Betta Cianchini.

“I dati sul femminicidio, resi noti dal rapporto Eures diffuso il 19 novembre, ci parlano di un fenomeno in aumento – ha detto l’assessora al welfare e alla salute del X Municipio di Roma Capitale Emanuela Droghei -. Il 2014 è stato un anno nero, con la più alta percentuale di donne vittime di violenza soprattutto nel Lazio e a Roma. Anche il nostro Municipio ha registrato, purtroppo, tre casi gravi. Per questo è necessario continuare a promuovere una sensibilizzazione culturale e sociale che possa contare sulla collaborazione tra istituzioni, associazioni e cittadini per arrivare ad un vero cambiamento nella percezione della violenza di genere. Sul territorio abbiamo iniziato un percorso dedicato, attraverso il Consiglio delle bambine e dei bambini e con azioni specifiche nelle scuole superiori, con l’aiuto dell’associazione Punto D. La Regione Lazio sta facendo un grosso passo in avanti, strutturando un piano di contrasto alla violenza. Auspico – ha concluso l’assessora al welfare e alla salute del X Municipio di Roma Capitale Emanuela Droghei – che anche Roma Capitale ci affianchi concretamente nello sforzo di creare un progetto di assistenza integrato per le donne del quadrante ovest della città”.

“Con questa iniziativa – ha affermato la presidente della commissione delle elette del X Municipio di Roma Capitale Monica Schneider – vogliamo dare voce ad Alessandra, Michela, Chiara e a tutte quelle donne che a causa della violenza subita non possono più parlare. Le loro storie sono spunto per la riflessione e il dibattito sulla violenza contro le donne e su cosa possiamo e dobbiamo fare per sconfiggerla, sia istituzionalmente che culturalmente. La violenza sulle donne può essere sconfitta e il primo passo per farlo è parlarne, non solo il 25 novembre, ma tutti i giorni dell’anno”.


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