

Dopo il grande successo di pubblico al Festival Shakespeariano di Verona 2013 e nei siti archeologici di tutta Italia torna Massimo Ranieri e il suo Riccardo III, in una versione ambientata negli anni ’40, dal 6 novembre in scena al Teatro Brancaccio.
Scritta tra il 1591 e il 1594, la tragedia è un indiscutibile banco di prova per un attore che è messo nella condizione di mostrare tutto il suo talento nella parte del re deforme, assetato di potere, la cui malvagità e ambizione sono pari alla sua scaltrezza. Nessuno riesce a tenergli testa, nessuno sa opporsi a lui. Un uomo che, per quanto fisicamente repellente, riesce a sedurre le spose degli aspiranti al trono da lui fatti brutalmente uccidere. Ma il suo destino è segnato.
Per Ranieri la sfida è notevole, degna di un artista eclettico come lui, cantante, attore e regista con alle spalle un curriculum che pochi, anche a livello internazionale, possono vantare. Tra le idee di spicco di questa messa in scena, l’ambientazione moderna, ambientata negli anni ’40.
Questo Riccardo III Massimo Ranieri lo ha immaginato inquietante e accogliente, proprio come quei grandi film noir che abbiamo profondamente amato. Per provare a intravedere sulla scena l’eterno mistero del male. Le musiche sono scritte appositamente per lo spettacolo dal Maestro Ennio Morricone.
Il Riccardo III di Ranieri, con le sue stesse parole: “E’ un noir e chi vuole trovare un’epoca di ambientazione può anche non trovarla, non ha un’epoca reale. La scena è un cilindro che può essere una sala delle feste, una tomba, un mausoleo in cui spicca la mancanza d’amore di Riccardo e la sua disperata solitudine, la sua diversità. Riccardo III è un re crudele e ambizioso che, per la sete di potere e di rivincita, colpisce anche i suoi congiunti. Un personaggio così affascina chi fa l’attore e ha tanti richiami all’attualità: io Riccardo III lo vedo in molti politici di oggi per somiglianza, contaminazioni, allusioni”.
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