Maxi incendio a Tor Cervara in via Melibeo, fiamme in stabile ex poligrafico occupato

Hanno preso fuoco anche rifiuti speciali come plastica e vernice. Allertata l'Arpa per un controllo della qualità dell'aria

Una notte di paura nella periferia est della Capitale. Intorno alla mezzanotte tra il 24 e il 25 novembre, un violento incendio è divampato in un capannone industriale occupato abusivamente in via Melibeo, a La Rustica.

La struttura, un’ex sede del Poligrafico dello Stato di oltre 6.000 metri quadrati, ospitava da anni decine di famiglie. Le fiamme, alte decine di metri, hanno distrutto l’edificio, mettendo a rischio le vite degli occupanti e sollevando una nube tossica che si è propagata per chilometri.

Evacuazione tempestiva, nessun ferito:

La chiamata ai soccorsi è arrivata proprio dagli occupanti del capannone, che hanno visto le fiamme avanzare inesorabilmente. In pochi minuti l’intera area è stata invasa dal fuoco.

Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, coadiuvati dai carabinieri, dalla polizia locale di Roma Capitale, dalla Protezione Civile e dai sanitari del 118.

Secondo le prime stime, all’interno dell’edificio si trovavano circa 50 persone, tra cui bambini e anziani. L’intervento immediato dei soccorritori ha permesso di evacuare l’intera struttura senza feriti né intossicati.

Le famiglie sono state assistite dalla Sala Operativa Sociale, che ha fornito supporto e sistemazioni di emergenza per la notte.

Un rogo di materiali tossici e rifiuti speciali:

Il capannone non era solo un rifugio per gli occupanti: al suo interno e nei suoi dintorni erano accumulati rifiuti di ogni genere, tra cui plastica, pneumatici, vernici e materiali di recupero come rame.

La combustione di questi elementi ha reso l’incendio estremamente pericoloso e difficile da domare. Sono bruciati anche veicoli abbandonati, tra cui un furgone, auto e biciclette.

La situazione è stata particolarmente critica al piano sotterraneo dell’edificio, dove le fiamme hanno minacciato le fondamenta, aumentando il rischio di crollo. Diverse strutture metalliche all’interno del capannone sono state letteralmente fuse dal calore.

Un’operazione imponente per domare le fiamme:

Per spegnere il rogo, sono stati mobilitati mezzi e uomini da tutta la regione. Sul posto sono intervenute otto squadre dei vigili del fuoco di Roma, con il supporto di unità provenienti da Latina, Rieti e Viterbo.

Quattro autobotti e mezzi specializzati, tra cui il carro schiuma per abbattere le fiamme e il CRRC per l’analisi delle sostanze tossiche, hanno lavorato senza sosta per circoscrivere l’incendio. In tutto, circa 80 uomini sono stati impiegati nell’operazione.

La zona è stata completamente isolata per consentire i soccorsi. La polizia locale ha chiuso via Cervara, una delle arterie principali del quartiere, causando disagi al traffico già dalle prime ore del mattino.

Aria irrespirabile e rischio ambientale

L’incendio non ha lasciato solo devastazione visibile: la combustione dei rifiuti ha prodotto un denso fumo nero e un odore acre che ha invaso gran parte della città.

I residenti di quartieri come Centocelle, Tor Tre Teste, Tor Sapienza e Tor Cervara hanno segnalato il fenomeno sui social, ma la nube tossica ha raggiunto anche zone più lontane come Don Bosco, Tuscolano, Acilia e Vitinia.

Per valutare l’impatto ambientale, l’Arpa Lazio è stata subito allertata. Gli esperti stanno monitorando la qualità dell’aria e verificando la presenza di sostanze pericolose per la salute pubblica. I residenti, nel frattempo, sono stati invitati a tenere porte e finestre chiuse.

Le cause: incidente o atto doloso?

Al momento, le cause dell’incendio non sono ancora state chiarite. Tra le ipotesi, quella di un fuoco acceso all’interno del capannone per riscaldarsi durante la notte, ma non si escludono altre piste, compresa quella dolosa.

Gli investigatori stanno raccogliendo testimonianze e analizzando le immagini delle telecamere della zona per fare luce sull’accaduto.

Un dramma sociale e ambientale:

Questo episodio solleva interrogativi sulle condizioni di degrado e insicurezza di molte aree urbane.

Il capannone di via Melibeo, da tempo segnalato come occupazione abusiva e luogo di accumulo di rifiuti pericolosi, rappresentava una bomba ecologica e sociale già prima del rogo.


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