

Si sa, i mondiali sono l’evento internazionale più seguito sulla terra. Anche chi per una vita non ha mai tifato per alcuna squadra o addirittura provava un odio quasi viscerale per questo sport allo scoccare delle 24 del 15 giugno si troverà a casa di amici o in piazza davanti allo schermo per vedere la partita dell’Italia.
I mondiali sanno regalare emozioni indimenticabili, sia in caso di sconfitta che ovviamente di successo.
Chi non ricorda la disperazione nel 1994 quando il rigore calciato da Baggio terminò alto sulla traversa.
Un’intera nazione con le lacrime agli occhi per un tiro, le imprecazioni al divin codino per l’errore dagli undici metri e lo sconforto per una coppa sfuggita dalle mani per un nonnulla. Ma l’Italia nel corso della sua storia ha saputo regalarci emozioni inimmaginabili.
Come dimenticare l’urlo di Tardelli nel 1982 al gol del 2-1 contro la Germania, l’odiata Germania; oppure l’urlo strozzato di Grosso, incredulo di aver segnato il gol decisivo in semifinale sempre contro i tedeschi nel 2006; o l‘abbraccio di Pirlo a Cannavaro prima del rigore decisivo dello stesso Grosso contro la Francia, e la gioia senza freni della nazionale dopo la realizzazione del penalty.
Nessuno potrà mai dimenticare cosa stesse facendo in quel preciso istante, con chi stava guardando la partita, con chi ha provato fino ai rigori quel nodo alla gola, quel groviglio allo stomaco e la sensazione che il cuore smetta di battere durante quei 10 secondi, i più lunghi della nostra vita. Quei secondi che possono cambiare la storia di una nazione, di un popolo e di una speranza che il calcio sa donare a chi è meno fortunato, cancellando per un attimo le differenze sociali e regalare un attimo di felicità.
Il calcio è passione, amicizia, è stare sul divano di casa con una birra in mano e fingersi CT per 90 minuti. ‘Togli questo, metti quell’altro!’. Il calcio è aggregazione, è stare in piazza in centomila tutti stretti a tifare una maglia, cosi lontana dalla nostra quotidianità ma per un mese, ogni 4 anni, cosi vicina. E’ la sensazione di essere in campo con gli undici titolari e di contribuire in qualche modo ai successi della propria nazionale.
Cosi come 4 anni fa i posti di aggregazione nei quali vedere i mondiali non mancheranno: da piazza del Popolo, a San Lorenzo, a Cinecittà (Subaugusta), a piazza Vittorio Emanuele, a piazzale Aldo Moro (di fronte all’Università), a via Ostiense (davanti agli ex Mercati Generali), a viale dei Gladiatori (di fronte allo Stadio Olimpico), al Pontile di Ostia Lido e in piazza San Cosimato (a Trastevere).
Un maxischermo sarà presente anche all’interno del villaggio del Postepay Rock in Roma 2014 (a Capannelle), un altro in piazza Madonna di Loreto (piazza Venezia), dove già era stato utilizzato in occasione della canonizzazione di Papa Giovanni XXIII e Papa Giovanni Paolo II.
A queste location si sono aggiunte il Festival Roma Vintage (via Casilina, 708) con un megaschermo all’interno del parco dell’ex aeroporto di Centocelle – che trasmetterà a partire da Italia -Uruguay – e Metropolis – Festa de l’Unità (Villa Osio – viale di Porta Ardeatina, 55) maxischermo sul grande prato della Casa. E poi, se il cammino degli azzurri dovesse proseguire, statene certi che Circo Massimo diverrà la patria del calcio.
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