Natale a Roma

I romani si scambieranno quei regali che sostengono l’economia e la storia della città

Non credo di essere il solo a detestare il Natale e tuttavia sembra che non si possa fare a meno di parlarne. Il colmo è stato oggi ricevere, dal Direttore, l’ordine di scrivere un santissimo articolo su questa festa a dir poco irritante, e non ve ne uscite con la religione che qui non c’entra.
Eccomi dunque a pensare qualcosa di buono, o quantomeno decente, da dire nel merito, mentre me ne sto bloccato nel traffico di una Roma impazzita alle quattro del pomeriggio.
C’è, tra i pedoni, chi prova ad attraversare e a grattarsi il naso sotto alla mascherina ma non ci riesce, occupato com’è con buste e pacchetti, oltre all’ombrello e al guinzaglio del cane, e perché ora mi sta guardando? Non hai mai visto un muso verde che ride? C’è altresì, in ogni autovettura, l’inesorabile Michael Bublé o peggio, nuovi micidiali aspiranti Bublé.
E la consapevolezza di dover sopportare questa musica smielata per altre due settimane almeno, mi rende nervosissimo.

In questa mia disdicevole condizione, stringo il volante con i peli dritti sulle nocche ormai gialle, e cerco di concentrarmi sul mio obiettivo. Nemmeno per sogno. Mi blocco nauseato dai miei stessi pensieri, che rotolano su orrendi abeti agghindati, luci colorate, raccapriccianti ghirlande, candele, ingorde tavole imbandite e giù giù fino a quelle grandi riunioni tra parenti che per sicurezza ti fai il tampone prima, con ex mogli o ex mariti che riemergono, zii allontanati dalla vita abbacinati da estranei nipotini urlanti, cani e gatti inorriditi dai petardi, nonni vaccinatissimi che barano impuniti a tombola…

Prima di perdere l’unico ciuffo di capelli che mi resta sul testone, decido di farmi aiutare: domando al Presidente dell’Associazione Botteghe Storiche di Roma, Giulio Anticoli, le sue prime impressioni sugli acquisti di questo periodo.

“La sensazione è abbastanza buona. – risponde Giulio – L’impressione è che le vendite siano partite prima, in maniera più spalmata. Probabilmente in molti vogliono evitare gli assembramenti degli ultimi giorni”.

Nelle botteghe storiche stanno facendo acquisti i turisti o i romani?

“Di turismo non ce n’è molto vista l’ultima ondata della pandemia. Ho notato, da parte dei romani, una maggiore attenzione al negozio storico, sotto sotto c’è da parte del consumatore una volontà di conservarlo in vita”.  I romani dunque si scambieranno quei regali che sostengono l’economia e la storia della città.

Ma vediamo cosa dice lo Chef Renato Trabalza della Trattoria Sora Lella, che nei giorni di festa resterà spietatamente chiusa.

“Noi riusciamo a mantenere un discreto ritmo di lavoro ma oggettivamente è un po’ tutto sottotono, – racconta Renato – lo si vede anche la sera, le strade sono mezze deserte, le persone escono di meno e quindi anche al ristorante vanno meno, questo è un dato di fatto.  Al di là delle restrizioni, del green pass, le persone hanno un po’ di fobia nello stare in spazi chiusi”.

Quest’anno resterete chiusi durante le feste, perché? E’ stato sempre così?

“No, in passato di solito eravamo aperti a pranzo il 25 così come a Santo Stefano. Quest’anno abbiamo deciso di chiudere per motivi familiari, vogliamo passare il Natale con nostra mamma. Noi siamo quattro fratelli e non siamo più giovanissimi, ora preferiamo stare in famiglia”.

Qual è il piatto che non può mancare a Natale in casa Trabalza?

“Il pranzo del 25, che facevamo al ristorante così come a casa, si apre con i cappelletti in brodo e le fettuccine al ragù, a seguire l’abbacchio declinato in diversi modi, può essere fatto al forno o brodettato con l’uovo, poi come contorno le puntarelle con la salsa di alici, i carciofi alla giudìa e qualche fritto in pastella. Questo è il nostro pranzo di Natale, che chiudiamo con la torta di ricotta e visciole”.

Il panettone è milanese, lo mangerete?

“Certo, lo mangiamo perché ci piacciono le cose buone: il panettone artigianale di qualità, fatto con le uova, col burro, con la frutta candita…”

Dopo tanto, incommensurabile dolciume, respiro a fondo ed apro la porta di Simoncini, il negozio di giocattoli che in Via Vittorio Emanuele, dal 1964 riempie la slitta di quel borioso d’un Babbo Natale.

Al titolare, Franco Pilutti, ho domandato quali sono quest’anno i giocattoli più richiesti.

“Il gioco creativo sicuramente, – dice Franco – dai tre anni con il Duplo per arrivare a costruzioni più impegnative fino ai 12 anni. Tutto ciò che il bambino crea, che manipola, va bene”.

Può osservare nei giochi ancora una netta separazione tra maschi e femmine?

“No. Sicuramente la femminuccia non gioca con la macchina radiocomandata però non c’è più una separazione netta tra i giochi”.

C’è un giocattolo che dagli anni ’60 ad oggi non avete smesso di vendere?

“Certamente: i Lego, il modellismo, il kit di montaggio, l’automobile e poi il treno, l’antico classico trenino. Noi nasciamo proprio come negozio di treni, a mano a mano il mercato è cambiato però il trenino c’è sempre”.

Ed ora, davanti al trenino e al mio passato di bambino, non so davvero dirvi perché, mi gocciolano gli occhi, e non mi sento un granché.
E’ una strana sensazione, una bellissima emozione, … Cosa è successo? ‘Beh, dicono tutti a Chinonso, che il mio cuore di ben tre taglie aumentò’.

Perciò concludo e vi saluto, augurandovi un felice, magico Natale.

Vostro affezionatissimo,

Grinch

 

Ricetta per il sugo alla Tiberina

Ingredienti

Due coste di sedano, una carota grande o due piccole, una cipolla di media grandezza, 2-3 foglie di lauro, una salciccia fresca, 100 g di carne macinata, uno spicchio d’aglio, quanto basta di foglie di basilico, 50 g di pancetta affumicata, un bicchiere di vino bianco, le interiora di due polli, 7-800 g di pomodori da sugo anche in barattolo, quanto basta di sale e pepe, 120 g di parmigiano grattugiato, una manciata di funghi secchi, 4-5 foglie di salvia fresca, 3-4 chiodi di garofano, la punta di un cucchiaino di cannella, un rametto di rosmarino tutto dentro un sacchetto di tela legato all’estremità.

Preparazione

Con il macinacarne ripassate la salciccia e il macinato, poi sedano e cipolla aglio, pancetta e per ultimo le carote, mettete tutto in un tegame con le foglie di lauro e tenete da parte.
Ora pulite le interiora di pollo, tagliate il cuore a pezzetti, pulite il durello (lo stomaco) apritelo e togliete il mangime che c’è, sciacquatelo sotto l’acqua corrente e toglietele la membrana interna (è una pellicina che viene via facilmente) e fatelo a pezzetti, poi fatelo bollire per 30 minuti circa in acqua, scolatelo e mettetelo insieme al cuore e messo nel tegame con gli altri ingredienti tranne il fegato. I funghi secchi teneteli a bagno in acqua tiepida. Mettete il tegame sul fuoco e fate rosolare con l’olio a fiamma media, dopo che sarà rosolato unite il vino appena evaporato, mettete il pomodoro, salate e pepate, immergete il sacchetto con le spezie, i porcini ammollati e strizzati mescolate per bene e fate cuocere controllando ogni tanto la cottura. Ora unite anche il basilico, togliete il sacchetto con le spezie. Ora il sugo è pronto per le fettuccine.


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