Partigiane e partigiani cattolici nella Resistenza a Roma

Mercoledì 12 marzo, Casa della Cultura e dello Sport “Silvio Di Francia”, Via Casilina 665

Nata nel 1947 l’ANPC (Associazione Nazionale Partigiani Cristiani)  nel suo statuto indica i suoi fini: valorizzare la memoria storica della Resistenza, quella cristiana in particolare, al fine di trasmettere alle nuove generazioni gli ideali per i quali è stata sofferta e combattuta; onorare i Caduti della lotta di Liberazione con iniziative solidali nei confronti dei loro familiari; promuovere e coordinare attività culturali, iniziative di carattere sociale, di formazione, di informazione e di propaganda; promuovere iniziative dirette alla difesa della Costituzione repubblicana, nata dalla Resistenza, aperta alle istanze della giustizia sociale e alla pace; valorizzare il contributo unitario della Resistenza europea, per la pacifica convivenza tra i popoli. 

Molte e di notevole spessore storico sono le diverse iniziative che l’associazione propone ai suoi associati e a coloro che vogliano parteciparvi senza alcun obbligo.

Nell’impegnativo programma delle attività dell’80° Anniversario della Liberazione, grazie anche al contributo che le partigiane ed i partigiani cattolici hanno offerto alla Resistenza, la sezione di Roma dell’ANPC ha organizzato una serie di incontri, tra i quali quello che il 12 marzo, dalle ore 17.00 alle ore 19.00 si svolgerà presso la Casa della Cultura e dello Sporto “Silvio Di Francia” in Via Casilina 665.

Nel V Municipio, nella VII zona molte sono le storie legate alle varie azioni che si sono compiute e molti sono stati i protagonisti, e le protagoniste.

Non sempre gli eroi si presentano con la scintillante armatura da nobile cavaliere, alcune volte, in alcune casi, il simbolo del loro essere fedeli ad una promessa pronunciata con consapevolezza si mostra con un giglio, con un rosario, con un velo.

Donne e uomini, ragazzi in alcuni casi, sacerdoti in altri, suore consacrate in altri ancora  che in virtù del loro essere cristiani ed in virtù di quelle promesse si sono impegnati nel contribuire con le loro azioni alla lotta per la liberazione di Roma.

L’ANPC, in particolare grazie alla volontà di Gianfranco Noferi, consigliere nazionale e segretario della sezione di Roma, e grazie al patrocinio del Municipio V, concesso dal presidente Mauro Caliste che interverrà nel porgere i suoi saluti, presenterà alcune relazioni di insigni storici che, con sguardi ed approfondimenti diversi proporranno alcuni resoconti delle loro ricerche.

Oltre a Gianfranco Noferi si potranno ascoltare  le relazioni di Carlo Felice Casula -professore emerito di Storia contemporanea all’Università degli Studi Roma Tre-; Stefania Ficacci -Dottore di ricerca Università degli Studi di Perugia-;  Riccardo Sansone -Storico, Festival Bella Storia-; Alessandro Santagata -Ricercatore di ricerca Università degli Studi di Padova, assegnista.

La scrivente, non solo come storica ma soprattutto nella funzione di presidente  della Commissione Speciale Giubileo del Municipio Roma V avrà l’emozionante onore di introdurre e moderare l’incontro.

Gli appuntamenti dell’ANPC, naturalmente, non si esauriscono nella giornata del 12 marzo, ma proseguono con altri e importanti incontri e per sapere come iscriversi e come seguire le diverse iniziative basterà aprire il sito dell’associazione: https://anpcnazionale.com e lì prendere nota delle diverse attività.


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Un commento su “Partigiane e partigiani cattolici nella Resistenza a Roma

  1. Pubblicizzare l’ANPC è un’ottims cosa. Mio padre Ovi Angelo, ha fatto la campagna di Francia, di Albania come soldato semplice autista autocarri e di Russia come sottufficiale sui treni. Il 9 settembre del 1943, non rientro’ nei ranghi e, latitante, si nascose in un metato in un castagneto a Frsssinoro nell’Appennino modenese e collaboro’ da subito con suo fratello Luigi alla repubblica partigiana di Montefiorino. Al rientro della campagna di Russia pesava 37 kg e fece 4 mesi di ospedale militare e 50 giorni di licenza di convalescenza che scadevano proprio quel giorno. Date le sue condizioni fisiche su sollecitazione dei parenti di mia mamma, riprese a lavorare in Comume a Carpineti (RE) ove risiedeva. Appena stette meglio entro’ nella brigata partigjana Fiamme Verdi di ispirazione cristiana, col nome di battaglia Barbarossa. Era comandata da un sacerdote, don Domenico Orlsndini (Carlo), per tutti don Carlo. Mio padre era già sposato e padre di 2 figli. Delle sue azioni da partigiano ho avuto tante indicazioni e racconti da parte di persone che l’hanno conosciuto. Era molto stimato ed ancora molti lo ricordano. Morì nel 1966 a 56 anni, dopo lunghissima malattia durata quasi 4 anni. Per onorare anche la memoria di mio padre, sono molto contento che venga valorizzata la storia dei partigiani cristiani e vengano divulgati gli ideali di libertà, democrazia e spirito di pace che li animarono. Il 25 aprile deve essere la festa di tutti e non una festa di parte

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