Categorie: Ambiente Degrado
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Persistenti segnali di degrado e crescente sfiducia dei cittadini: un guaio per tutti

Riflessioni dal Quartiere Prampolini 

Agli abitanti del Quartiere Prampolini (e forse non solo a loro) sono ben note le immagini di crescita delle canne palustri a bordo marciapiedi, spesso ignorate da chi di dovere, salvo interventi sporadici: la stessa cosa inizia ad accadere (…piccole canne crescono….!) anche ai margini di una delle due rotonde inaugurate (dopo anni d’attesa), nel luglio 2024, da alcuni amministratori locali in Via Prampolini, insieme alle nuove Vie Vittorino Colombo e Attilio Piccioni…

Il servizio di diserbo resta scadentissimo, e in molte strade del tutto assente, così come il servizio di spazzamento, in barba al “nuovo” Contratto AMA, che mi risulta essere in vigore dall’ormai lontano 31 marzo 2024.

Accade d’altra parte che la sopra citata Via V. Colombo sia rimasta e continui a restare, da luglio, coi lampioni spenti di notte, salvo brevi accensioni cui seguono nuovi black out …. Stesso destino per la limitrofa Via Giacomo Mancini (inutili le richieste di ripristino della luce…

Non si capisce, fra Comune, Areti ecc, “chi debba fare che cosa” per risolvere il problema), mentre – “udite udite” – Via Attilio Piccioni era stamattina intorno alle 11 completamente illuminata (…Spreco di corrente? Danno ambientale?).

Per non parlare delle aree tragicamente abbandonate e prive di controllo in corrispondenza dell’ex Teatro Tendastrisce sulla Togliatti, e dei terreni sede di presumibile racket della prostituzione in adiacenza della Via Mancini, dove non è raro assistere, passando con l’automobile, alla “promozione” di tale attività attraverso una giovane donna che invita i passanti ad entrare nei terreni in argomento, alzandosi il maglione per mostrare le giovani carni nude in vendita. Ma il racket della prostituzione si estende indisturbato, e di giorno, anche in Via Perlasca, fronte scuola Giorgi, proponendo ai ragazzi un modello esistenziale basato su sopraffazione e violazione dei diritti umani. 

Non sarebbe giusto fra l’altro, sempre in tema di degrado, passare sotto silenzio l’impennata di effrazioni e furti a danno di proprietà private che si sta verificando in queste ultime settimane nel quartiere: si prega caldamente chi di dovere, di riflettere sul probabile collegamento fra le condizioni di degrado di fondo che ci affliggono e la diffusione di tali reati.

Frattanto, anche se migliorate rispetto a tre anni fa, restano ancora lontanissime da standard degni della Capitale, la frequenza del servizio di prelievo rifiuti dai cassonetti (a turno continuano a entrare in sofferenza carta, plastica e indifferenziato), e la puntualità e qualità del servizio di pulizia attorno ai cassonetti stessi.

Ciò detto, c’è una cosa per me incomprensibile: come sia possibile non associare la crescente sfiducia dei cittadini nelle Pubbliche Istituzioni locali, anche al persistente degrado delle nostre aree urbane.

E come si possa giustificare il trionfalismo che accompagna a turno i successi dei vari partiti – di destra e di sinistra – nelle competizioni amministrative locali, quando ormai circa la metà degli aventi diritto non vota più. Che c’è da festeggiare? Non farebbero meglio a preoccuparsi ad esempio di combattere in modo più efficace e finalmente più veloce il quotidiano degrado delle periferie?  

Il sommario elenco di casi di degrado da me sopra formulato va collegato per lo più alla cosiddetta attività di gestione ordinaria degli Uffici e Servizi pubblici locali, della cui efficienza immagino nessuno si sia molto occupato, forse un po’ nascondendosi anche dietro al fatto che “mancano i soldi”, causa evasione fiscale (es.: 300.000 casi stimati di evasione TARI). Adesso però il Comune sembra finalmente voler recuperare in parte questa evasione (sarebbero in partenza da AMA 355.000 contestazioni di mancato pagamento).

Quindi in prospettiva credo – perché i nostri territori possano uscire dal cronico stato di abbandono e degrado – sia necessario affrontare principalmente il tema drammatico del MIGLIORAMENTO DELL’EFFICIENZA di Uffici e Aziende pubbliche locali, nonché della qualità dei servizi prestati dalle Aziende subappaltatrici.

Insomma, vanno snellite e chiarite le procedure interne alle singole realtà operative, eliminate possibili confusioni di competenze fra le varie soggettività coinvolte, eseguiti puntuali e misurabili controlli interni da parte di Dirigenti e Funzionari Responsabili, e controlli esterni da parte degli stessi Amministratori locali e relativi Staff. 

Perché tutto questo? La risposta è semplice: perché nelle periferie ci viviamo noi (e male), e perché i soldi pubblici sono soldi nostri.


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