

Strattonate, prese a calci e pugni anche sul viso. L'aggressione ripresa in un video
È successo tutto in pochi minuti, nella notte tra sabato e domenica. Una lite, poi le urla. Infine, la violenza esplosa senza pietà.
Tre ragazze trans sono state aggredite fuori da un locale nella zona di piazzale delle Provincie, nel cuore della movida universitaria. Strattonate, insultate, prese a calci e pugni da un gruppo di uomini, secondo quanto riportato da Gaynet. E, a quanto pare, anche rapinate.
Una scena che fa male anche solo a raccontarla, documentata da un video diffuso sui social da “Welcome to Favelas”. Le immagini – crude e inconfutabili – mostrano le giovani vittime mentre vengono colpite ripetutamente in strada, senza che nessuno intervenga a fermare l’aggressione.
Sul posto è arrivata una pattuglia della Polizia, allertata da una segnalazione. Ma all’arrivo degli agenti, dei responsabili nessuna traccia. E nemmeno delle vittime, che – forse per paura – non si sono fatte trovare. In Questura, al momento, non risultano denunce ufficiali.
Eppure, l’eco di quanto accaduto risuona forte. A raccogliere e rilanciare l’allarme è Rosario Coco, presidente di Gaynet, che parla senza mezzi termini: “Le tre ragazze sono state accerchiate, insultate, picchiate e rapinate. Questo episodio rappresenta lo stato di insicurezza in cui vive oggi la comunità trans e LGBTQIA+ in Italia. Le istituzioni hanno scelto il silenzio, mentre gli episodi di violenza aumentano”.
Nel mirino, ancora una volta, non c’è solo l’aggressione in sé, ma il clima che la rende possibile. “Mentre si fomenta odio contro le carriere alias, si tace sulle aggressioni omolesbobitransfobiche. È ora che chi governa se ne assuma la responsabilità e prenda esempio da iniziative positive, come il protocollo firmato da Roma Capitale per il sostegno delle identità di genere”, aggiunge Coco.
Anche Mario Colamarino, presidente del circolo di cultura omosessuale Mario Mieli, ha espresso la sua solidarietà: “Siamo al fianco delle ragazze aggredite e di tutte le persone trans, che ogni giorno vivono nel mirino di un sistema che le odia e le rende vulnerabili”.
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