Piazzale Loriedo, il danno continua
E anche l’assenza di atti di governo finalmente risolutiviEra da aspettarselo: la sera del 10 aprile, a piazzale Loriedo, si è consumato il più recente atto per ridurre a rudere quell’ormai spettrale contenitore che fu il bar ristorante pasticceria “Dolce&Salato”, nel cuore stesso di Colli Aniene.
Siamo tornati a verificare lo stato dell’immobile e di nuovo ad offenderci sono stati quel cancello e gli ingressi ancora spalancati, invitanti per i maleintenzionati, ed infine la vista degli anditi anneriti dal fumo. Ma la “distruzione di buona parte della struttura interna”, diciamo per fortuna, non c’è stata.
Certamente l’incendio allontana sempre più i potenziali interessati ad aggiudicarsi la gestione di quel contenitore, ma non è ancora tutto perduto, a patto che ci sia vero interesse da parte del Comune di Roma a salvare il tanto ancora salvabile. In quanto all’incendio, è stato appiccato nel lato Nord dell’edificio e, per ragioni che evitiamo di puntualizzare, non ha potuto fare i guasti paventati.
«Facile pensare al dolo … Facile pensarlo in quei luoghi dove spesso è più comune trovare la malavita che non lo Stato.» Così ha sentenziato l’assessora capitolina all’Ambiente Sabrina Alfonsi, mentre il presidente del IV Municipio Massimiliano Umberti accenna a strane coincidenze con il bando sull’eventuale interesse all’assegnazione dell’immobile.
Nessuno però ha sentito di dover accennare che è da un difetto di vigilanza che dipende lo sfacelo progressivo di quel costoso bene fin dal momento stesso che è diventato proprietà del Comune di Roma. E che sempre da quella culpa in vigilando è dipeso un dolo che avrebbe potuto veramente distruggere tutto.
Noi non abbiamo potuto fare di più se non il dovere che ci siamo imposti osservando, segnalando, paventando ed invocando un’attenzione dovuta e che è colpevolmente mancata. Al contrario c’è stata una disposizione a far diventare un patrimonio della Città res nullius, in pratica un luogo abbandonato, di nessuno e aperto ad ogni oltraggio.
E così in effetti, dal 2017 in poi, è accaduto che varie ondate di distruzione si siano scatenate contro gli arredi interni ed esterni del manufatto ed abbiano pure saccheggiato.
Mentre ci avviavamo verso quello che è stato sbandierato per ben tre consigliature municipali il “fiore all’occhiello” dell’intero municipio, ha continuato a tormentarci il cervello l’antica sentenza: “Summum ius, summa iniuria”. In parole povere, a Colli Aniene, per ricondurre tutto alla legalità, si è fatto un danno enorme a un quartiere ignaro e a un quartiere al quale si era fatto cadere dal cielo quella realtà così invidiabile, ma che, con la sua irregolarità, aveva forse squilibrato l’economia di tanti piccoli commercianti dello stesso settore. Restiamo in attesa di una quantificazione dei danni e di atti di governo finalmente risolutivi.