

Sabato 2 marzo 2024 alle ore 17,30 nella sede dell’Associazione La Primula, in via Covelli 12-14 ha avuto luogo un nuovo incontro dedicato alla poesia. Dopo una serata a tema libero, la presentazione della raccolta “di sabbia e d’arancio canterò” di Maurizio Rossi, e l’incontro col dialetto triestino di Roberto Pagan, è stato gradito ospite il poeta Graziano Graziani, con la sua traduzione in ottave romanesche di “Alice nel paese delle meraviglie” dal titolo, molto “romano” Alice ner paese dell’anvedi.
L’opera è stata – più che presentata – rappresentata dai bravissimi ragazzi dell’Associazione “Duetto in atto”, curata da Annarita Ovidi e Simone Mangiaracina, che svolge i suoi laboratori nei locali de La Primula: i personaggi principali della favola sono entrati dalla finestra – come accade per ogni sogno e folletto o fata che si rispetti – recitando, anzi interpretando gli endecasillabi (a rime alternate con un distico finale a rima baciata, secondo tradizione non solo romana); il tutto con spontaneità ed espressività non comuni che hanno suscitato applausi convinti dai numerosi presenti, tra i quali due meravigliatissimi bambini.
Leone Antenone e Maurizio Rossi – rispettivamente vicepresidente e volontario dell’Associazione La Primula – hanno fatto gli onori di casa e dialogato con l’autore: Antenone ha offerto interessanti notizie sul dialetto e alcuni termini romaneschi, oltre a presentare Graziano Graziani e l’opera poetica, in 12 capitoli come l’originale.
L’autore ha risposto con chiarezza e puntualità alle domande che gli venivano poste: ha raccontato la sua riscrittura dialettale per un gioco e una sfida con sé stesso, ma soprattutto per ribadire la durata nel tempo e l’attualità – la classicità – dell’opera di Lewis Carroll, destinata non solo a bambini e ragazzi. Ancora qui e oggi, nel caos millenario di Roma, traffico e lavori eterni, il viaggio di Alice meraviglia e suggerisce riflessioni con un linguaggio ancora vivo.
I giovani della “Duetto in atto” hanno curato anche la scenografia, particolarmente evocativa: il manifesto di presentazione scritto con carte da gioco, un trono, biscotti e del buon tè, per aggiungere ulteriori stimoli sensoriali. Molto divertente è apparsa la scena del bruco parlante e particolarmente suggestiva quella dei fiori, resi con ombrelli capovolti, da cui cadevano petali di carta coloratissimi. Il sorriso e l’arguzia dell’autore hanno fatto il resto.
I prossimi appuntamenti poetici saranno su William Shakespeare e, se ci sarà tempo, per un’altra sorpresa letteraria.
Maurizio Rossi
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