Policlinico Casilino tra pubblico e privato

Dalla "Villa Irma" all'attuale struttura: le vicende, l'evoluzione e il futuro della popolare struttura ospedaliera con un bacino di utenza di 700 mila abitanti
di Vincenzo Michelessi - 17 Dicembre 2015

Nel quadrante sud-est di Roma (VI municipio e ai confini con il territorio del V municipio), si trova il presidio ospedaliero Policlinico Casilino dell’Azienda Sanitaria Roma B, in forte espansione verso i Castelli romani e l’autostrada Roma-Napoli ed è il risultato di una insolita commistione tra pubblico e privato.

policliInfatti trae origine dalla clinica “Villa Irma”, struttura privata convenzionata con il Pio Istituto, il cui proprietario Dr. Trombetta la dedicò a sua madre, morta di parto. All’inizio è dotata di un’unica disciplina, medicina, con ben 4 reparti e un cospicuo numero di 128 posti letto dove l’Ospedale S. Giovanni invia i suoi  pazienti in sovrannumero.

La Storia del Policlinico Casilino

Negli anni ’90 Villa Irma  cambia proprietà e viene  rilevata dalla società “Sanità S.P.A.” il cui socio di maggioranza è Giuseppe Ciarrapico che l’acquista per 14 miliardi di lire. Si arricchisce   di numerose discipline, tra cui l’UTIC (Unità di Terapia Intensiva Cardiologica), cardiologia, chirurgia, chirurgia plastica, medicina, oculistica  ecc. e si trasforma in  Policlinico Casilino.

policlinico_casilino_Ciarrapico, nel corso degli anni scioglie la convenzione con il San Giovanni  e ottiene quella  con la USL di allora, l’attuale Azienda Sanitaria Roma B, competente per territorio, la quale fornisce  alla struttura medici del servizio pubblico, mentre gli altri operatori sanitari sono assunti dalla proprietà privata, da qui la gestione condivisa tra pubblico e privato.

Nel 1995, Ciarrapico istituisce il Pronto Soccorso e non più soltanto accettazione, nei casi di emergenza e con spazi dedicati alla breve osservazione in un territorio privo di strutture sanitarie.

Nel 1998 la Banca di Roma, in qualità di maggiore creditore di Ciarrapico, acquista il controllo completo della società proprietaria la Sanità s.p.a, che comprende oltre il Policlinico Casilino, Villa Stuart, Quisisana e Villa Elisabetta di Fiuggi.

A sua volta l’istituto di credito nel 2001, per ripianare i debiti, cede “l’impero Ciarrapico” come allora viene nominato l’insieme delle strutture sanitarie di sua proprietà, alla nuova società “Eurosanità s.p.a.”. Tre sono i soci di maggioranza della nuova società, ognuno con il 33% del pacchetto: Carlo Caracciolo, presidente del gruppo editoriale L’Espresso e due imprenditori del settore sanitario, Emmanuel Miraglia, allora presidente dell’Associazione Italiana ospedalità privata (AIOP) e Max Paganini, presidente dell’AIOP Puglia, pur rimanendo a Ciarrapico una quota di partecipazione di controllo del gruppo Eurosanità.

L’annuncio della cessione del Policlinico  Casilino con il suo enorme bacino di utenza, desta preoccupazione nel mondo politico, in quanto l’anno precedente vengono sborsati dalla Giunta Storace 61 miliardi di lire di soldi pubblici per farsi carico dell’indebitamento del gruppo “Sanità”. L’intento della Giunta è quello di rilanciare tutte le attività sanitarie e il nuovo ruolo che deve assumere il Policlinico Casilino nella rete dell’emergenza-urgenza.

Oggi la struttura ospedaliera che fa fronte ad un bacino di utenza di quasi 700.000 residenti, il doppio di città come Firenze e Bologna, presenta alcune eccellenze che fa onore ai suoi operatori.

Nel settore della cardiologia è stato realizzato un impianto, su un paziente di 46 anni, utilizzando un dispositivo cardiaco che migliora l’abilità dei medici  nel trattare le malattie coronariche dilatando le arterie ristrette anche in segmenti più difficili da raggiungere e divenendo un punto di riferimento regionale per la cardiologia interventistica. Grazie a questa tecnologia molte persone con malattia coronarica possono migliorare la loro vita.

Fine della gestione pubblico-privato?

Ma la doppia gestione del Policlinico Casilino ha i giorni contati. Infatti, il decreto del Commissario ad Acta del 25 luglio 2014, ha previsto che le strutture private non accreditate (c.d. ex Pio Istituto) che operano in regime di convenzionamento  con le aziende territoriali debbono essere ricondotte alla tipologia prevista dall’articolo 8 bis del  decreto legislativo n. 502/92, se vogliono esercitare le attività sanitarie per conto e a carico del servizio sanitario nazionale, con l’accreditamento istituzionale e la stipula di accordi contrattuali.

A Roma esistono 4 strutture private non accreditate che operano in regime di convenzionamento, tra cui il Policlinico Casilino oltre a Villa Betania e Salus Infirmorum sul territorio della ASL Roma E ed il Policlinico Luigi Di Liegro sul territorio della ASL Roma D.

Ora spetta alla proprietà privata accettare l’accreditamento o rimanere nell’ambito della sanità privata. In ogni caso, ciò comporta il trasferimento di 80 medici in altre aziende sanitarie con il dissolversi del grosso patrimonio di conoscenze e risultati che hanno dato lustro alla struttura ospedaliera.

Si presume, da ora,  un calo notevole  di pazienti e uno scadimento della qualità dei servizi in un territorio ad alto tasso di criminalità e di disagio sociale.  Gli altri ospedali limitrofi, come il Policlinico di Tor Vergata o l’Ospedale di Frascati, non saranno sufficienti ad accogliere questa utenza, essendo le strutture  ormai al collasso. Rimane l’interrogativo di come sarà garantita l’assistenza ospedaliera a questi cittadini che hanno il solo torto di risiedere in questo versante della capitale.

Serenella

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