Portonaccio chiede giustizia per la donna precipitata nel parcheggio
Il presidente del Comitato dei residenti: "Nonostante le richieste, quel luogo non è stato messo in sicurezza"È giallo intorno alla morte di Tiziana Laudani, la portiera 37enne che, nella notte di martedì 9 agosto, è caduta in un buco tra due grate in zona Portonaccio. Il corpo della donna è stato trovato grazie all’aiuto di un amico della vittima, anch’egli coinvolto nella caduta, che ha subito chiamato i soccorsi.
L’uomo – un 28enne algerino – ha dichiarato agli inquirenti di star passeggiando con la Laudani per andare a vedere insieme le stelle cadenti. Nella caduta il giovane ha riportato la frattura della spalla, ma è riuscito a risalire al livello della strada e a chiedere aiuto grazie all’aiuto di alcuni passanti.
Niente da fare invece per la portiera, che lascia il marito e un figlio disabile di dodici anni. La caduta le è stata fatale. Ora ad essere sotto accusa è la mancata messa in sicurezza del luogo del tragico avvenimento. I due sono infatti caduti all’interno di un parcheggio sotterraneo a causa di una grata mancante.
Quell’angolo di Largo San Giuseppe Artigiano è sotto l’occhio vigile dei comitati di quartiere perché – anche a causa dei lavori per il parcheggio mai ultimati per via del fallimento della società costruttrice – non ci sono cartelli né illuminazione per evidenziare l’assenza della grata, ed è ormai diventato dimora per molti senzatetto della zona.
Una fatalità dunque forse evitabile, per la quale gli inquirenti hanno aperto un fascicolo a carico di ignoti in cui si ipotizza il reato di omicidio colposo.
Al momento si analizza anche la versione dei fatti del 28enne che si trovava in compagnia della vittima. La sorella della vittima, Ombretta, chiede giustizia in un’intervista rilasciata a RomaToday: “Quei garage privati sono stati abbandonati da anni, nessuno ha messo in sicurezza, neanche i curatori fallimentari”. E spiega come ora il figlio dovrà seguire un percorso particolare, con l’aiuto degli esperti, per elaborare il trauma della morte della madre.
“È tanto il dolore – spiega Fabrizio Montanini, presidente del Comitato dei residenti – ma lo è ancora di più la rabbia verso chi, nonostante le recenti proteste dei residenti, non ha messo in sicurezza quel luogo. Chi ci governa – ha attaccato Montanini – deve farsi carico di questa tragedia, conseguenza di una politica corrotta e incurante dei cittadini. Il colpevole di tutto questo è la pubblica amministrazione”.
Sono parole di fuoco quelle espresse dal presidente del Comitato, che però fanno luce su decenni di malapolitica e malagestione del territorio romano. Due fenomeni che hanno mietuto la loro ennesima vittima.
Foto: Repubblica.it
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