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Prenestina, spesa non pagata e pugni al vigilante: fermati i ladri del “pranzo al sacco”

A incastrarli è stata la memoria visiva dell’addetto alla sicurezza, già aggredito da loro durante il primo episodio, quando aveva tentato di fermarli all’uscita

Tornavano sempre nello stesso supermercato, con una certa regolarità. Sembravano clienti abituali, quasi “fidelizzati”, ma con un’abitudine un po’ troppo spregiudicata: scegliere cosa mangiare tra gli scaffali e poi uscire senza pagare, passando solo una bibita alla cassa self.

È finita così la libertà per due uomini di origine tunisina, fermati dagli agenti del V Distretto Prenestino dopo essere stati sorpresi a replicare il “colpo” che avevano già messo a segno quindici giorni prima nello stesso punto vendita all’interno di un centro commerciale in zona Prenestina.

A incastrarli è stata la memoria visiva dell’addetto alla sicurezza, già aggredito da loro durante il primo episodio, quando aveva tentato di fermarli all’uscita.

Quella volta, per sfuggire alla cattura, i due lo avevano spintonato e colpito con un pugno in pieno volto, riuscendo a dileguarsi.

Ma la storia si è ripetuta. Quasi fosse un déjà vu, mentre controllava in diretta le immagini delle telecamere interne, il vigilante li ha rivisti all’opera, intenti a replicare lo stesso schema: la scelta del pasto, la cassa rapida, l’uscita “leggera”.

immagine di repertorio

La chiamata alla polizia è scattata immediatamente. E stavolta, prima ancora che potessero sedersi a gustare il bottino nel parcheggio del centro commerciale, gli agenti li hanno bloccati mentre “imbandivano” il loro pranzo improvvisato.

Le immagini della videosorveglianza hanno fatto il resto: riconoscimento confermato, dettagli corrispondenti, abiti simili, stesso modus operandi.

Per i due uomini è quindi scattato il fermo di indiziato di delitto, poi convalidato dall’Autorità Giudiziaria che ha disposto l’obbligo di firma presso la polizia giudiziaria.

Nel frattempo, l’Ufficio Immigrazione della Questura ha avviato gli accertamenti per valutare la possibilità di espulsione dal territorio nazionale.


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