Print di Ciampino. Gli abusi di Palacavicchi dormono sonni tranquilli
Una sentenza del Tar del 2015 mette al riparo dalla demolizione i 62 abusi insanabili. Se non si definisce il Print questi rimarranno e il territorio del VII municipio perderà milioni di euro di oneri concessoriUltimamente si è tornati a parlare di Palacavicchi e del Print Xa2 di Ciampino. Sia sotto il profilo del costume politico perché il candidato alla segreteria del PD e attuale governatore della Regione Lazio il 7 gennaio ha svolto una sua iniziativa elettorale dentro il complesso cavicchiano che, da molti anni, è contrassegnato dall’esistenza di 62 abusi non sanabili. Non è il solo politico e non sarà l’ultimo a frequentare quegli abusi. Sia perché il Dipartimento programmazione e attuazione urbanistica (Pau) del Comune di Roma ha richiesto alla commissione urbanistica municipale un parere, che è stato negativo, circa una proposta di opere provenienti addirittura dalla giunta Medici-Perifano.
Opere proposte dagli operatori economici presenti nell’area (non solo Cavicchi dunque, ma una trentina di società attive nella produzione, nel commercio, nei servizi e nella logistica) nell’ambito di una relazione tecnica di definizione del Print avanzata nel marzo del 2013 che non sono mai passate al vaglio del Consiglio municipale dell’allora X Municipio.
Su questo giornale si è riportata la vicenda degli abusi di Cavicchi, dei vari tentativi di esorcizzarli da parte dell’imprenditore e di come tutto ciò si sia intrecciato con le vicende politiche del X (successivamente VII Municipio), la giunta capitolina di Alemanno e quella di Marino (articoli del 16 aprile del 2012 e del 17 maggio del 2014). Una brutta storia che, a quanto pare, non è finita.
A maggio-giugno del 2014 il Municipio (giunta Fantino) e l’assessore capitolino all’urbanistica Caudo tentarono di riportare sui binari istituzionalmente corretti l’attivazione del Print; uno strumento urbanistico di recupero urbano integrato a prevalente gestione municipale. Sia la Comunità Territoriale (coordinamento della maggioranza dei Cdq) del VII Municipio sia il Consiglio municipale avanzarono precise proposte per le opere d’interesse pubblico che si sarebbero dovute realizzare con gli oneri concessori, stimati dal Consiglio municipale dell’epoca in circa 58 milioni di euro (di cui 37 di contributo straordinario) risultanti dall’attuazione del Print medesimo.
Fermo restando che gli abusi non sarebbero stati condonati ma soggetti alla demolizione e sostituzione, secondo gli indici cubatori definiti dal programma urbanistico: da una parte le opere inerenti alla sistemazione dell’area, soprattutto sotto il profilo delle infrastrutture di viabilità, dove insistono le attività commerciali e artigianali e, dall’altra, le opere di vantaggio pubblico (circa 36 milioni di euro) a favore del territorio. Di queste ultime la Comunità Territoriale ne indicò 6 tra cui le principali riguardavano il collegamento stradale fra Gregna e l’Anagnina, la tangenziale di Morena per il collegamento fra Anagnina e via Lucrezia Romana (con sede per il corridoio di mobilità T5), il sottopasso sull’Anagnina all’altezza di via dei Sette metri, i collegamenti ciclopedonali su via Lucrezia Romana e a ridosso dell’area agricola di Gregna per completare un percorso bike, in parte già esistente, fra Morena e il Parco degli Acquedotti. Infine, la realizzazione di una struttura sportiva polifunzionale, una sorta di “Palazzetto dello Sport” per consentire, diceva il documento comunitario protocollato il 3 luglio 2014, “alle Federazioni sportive del territorio di disporre di spazi idonei e omologati, attualmente non presenti all’interno del Municipio VII nel VII Municipio e di quello di Ciampino, per manifestazioni ad alta valenza aggregante per la comunità locale”. A sua volta il Consiglio municipale il 24 luglio votò una risoluzione in cui si proponevano ben 6 opere strategiche di vantaggio pubblico (22 milioni di euro) e altre 10 (15 milioni di euro) a carattere prioritario.
Non è dato sapere che fine abbiano fatto queste proposte, visto che il Pau, come già detto, ha chiesto un parere su un programma risalente al 2012, ignoto al Consiglio municipale di allora, ai cittadini e anche ai Cdq.
Nel giugno-luglio 2015, sappiamo oggi, il Tar del Lazio nel respingere il ricorso della società La Colombina S.r.l. di Cavicchi contro l’ingiunzione del 1.6.2010 del Comune di Roma di abbattimento dei 62 abusi insanabili, sentenziava, nelle more, quanto segue: “sussistono valide ragioni per affermare che l’ordine di demolizione impartito con la determinazione dirigenziale oggetto di gravame sia ormai superato”. E perché è superato? Perché – dice in sostanza la sentenza – vi è il comune accordo fra Consorzio dei proponenti e il Comune di fare il “Print Xa2 Ciampino”. Il Tar prese atto anche dei tempi: 12-24 mesi per la definizione del programma e tra i 30 e i 60 mesi per il completamento delle opere.
Ciò significa, in sostanza, che se non si procede alla definizione del Print gli abusi di Cavicchi possono dormire sonni tranquilli e il territorio aspettare invano i 58 milioni (o giù di lì, comunque sempre una bella cifra) degli oneri concessori e del contributo straordinario. Infatti, dalla sentenza del Tar del giugno-luglio 2015 sono passati quasi cinque anni e nulla si è mosso. E Cavicchi continua a fare il bello e il cattivo tempo. E’ vero che, nel frattempo, c’è stata la destituzione del Sindaco Marino, poi il commissariamento del Comune, ma dal 2016 c’è una nuova Amministrazione e se, per questo problema, il frutto è la richiesta del “Bradipo” PAU di cui si è detto, vuol dire che in Campidoglio non si ha ben chiara la situazione.
La giunta e la maggioranza del VII Municipio, che mostrano di essere vitalmente interessate al processo di decentramento amministrativo, hanno, nella gestione dei Print (non solo l’Xa2 di Ciampino), l’occasione di dimostrare nei fatti la loro volontà politica, avvalendosi senza esitazioni delle particolari competenze che sui Print hanno gli enti di decentramento. Il Municipio tutto, anche le opposizioni, dovrebbe riprender in mano da protagonista questa partita del Print di Ciampino, strategica per il territorio extra GRA, portandola rapidamente a conclusione nell’interesse pubblico: sia dei cittadini, sia degli operatori economici e dei lavoratori delle aziende interne al perimetro del Programma di recupero.
Gli unici a non avere fretta sono i 62 abusi insanabili di Palacavicchi.
Aldo Pirone
Palacavicchi: il X municipio dice no al maxiabuso. 62 abusi insanabili su 6 ettari
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